giovedì 12 gennaio 2012

Pesantissime critiche di Massimo Franco al card. Bertone con una frase che strappa più di un sorriso e un conflitto di interessi...

Clicca qui per leggere l'articolo segnalatoci da Alessia.
Non spetta a questo blog difendere l'operato del Segretario di Stato. C'e' pero' una frase che, sinceramente, caro Franco, mi fa rotolare dalle risate. Nessun cardinale, in questi sette anni, ha fatto da parafulmine a Benedetto XVI...nessuno! Per un semplice motivo: non esiste (e probabilmente non esistera' mai piu') il "Ratzinger di Ratzinger". A Benedetto XVI non e' stato risparmiato nulla di nulla e questo si' che e' un dato assodato.
Ah, per inciso: forse c'e' un conflitto di interessi visto che il nuovo proprietario del San Raffaele e' azionista del Corriere della sera. Clicca qui.
Detto questo, quanto al Segretario di Stato, mai e poi mai ci sara' da rimpiangere il passato.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Tutto secondo copione, cara Raffa. Viene quasi la noia.
Alberto

Anonimo ha detto...

OT.
Neumayr: Nel 2005 Mahony concesse a Zavala una strana pausa di 6 mesi. Sapeva dei figli?
http://www.realclearreligion.org/articles/2012/01/11/did_cardinal_mahony_hide_his_bishops_kids.html
Alberto

Anonimo ha detto...

Ammiro la flemma di Alberto :-)
Alessia

Anonimo ha detto...

dice bene raffaella quando dice che non c'è da rimpiangere i passati segretari di stato.
Max2

Anonimo ha detto...

tutti i precedenti segretari, non solo di stato....ciò non toglie che mi adonta assai il lasciare solo il nostro grandissimo papa ad essere insultato e sbeffeggiato,anche se lo stesso Cristo non è che sia stato trattato meglio,anzi.....

Anonimo ha detto...

Beh, certo alcune critiche sono ingenerose e alcuni meriti (l´essere il parafulmine di Benedetto) mi paiono immeritati.

Sta di fatto che la macchina vaticana fa acqua da tutte le parti da anni, fra gaffes e incomprensioni e incapacità comunicativa: ultimo caso, ma certo non il più eclatante, è stata la scopiazzatura da wikipedia, con annesse critiche omofobe, delle biografie dei neocardinali.

jacu

gemma ha detto...

si, pare che il nuovo proprietario del San Raffaele sia azionista del corriere, guarda un po’ a volte certe coincidenze…:)
A parte questo, ogni pontificato deve avere il suo capro espiatorio, quello inviso alla stampa magari, perché non e’ sempre detto che sia poi il responsabile vero di tutti i guai…
non sono una fan di Bertone su tutto, ho tirato un sospiro di sollievo con l’uscita dall’affare SR, ma non mi piace il tutti contro uno, e non mi piacciono tutte queste allusioni che finiscono col proporre un Papa pupazzo nelle mani del segretario di stato (perché alla fine, il bersaglio di certe analisi travestite, anche dell’illustre Franco, è sempre lui, quello che “non ha immagine”) . Ai tempi di Wojtyla l’uomo nero era Ratzinger, contro di lui erano le petizioni inviate al Papa che non si decideva a disfarsene (vedi quella dei teologi) e a lui erano rivolte la maggior parte delle invettive, mentre accadeva tanto altro che tanti fingevano di non vedere. Mi fanno molto sorridere certi scandalizzati di oggi, che magari gridano con le mani tra i capelli a “cose mai viste”, con l’appoggio della solita spalla cardinalizia anonima, quando abbiamo visto in un passato recente persino qualche potentissimo segretario non solo di stato, ma personale, governare la curia. Se poi ci va bene, a stà giro assistiamo solo a qualche strafalcione economico o di nomina geopolticamente sbilanciata, e Dio ci preserva magari dal festeggiamento in pompa magna di qualche insigne scandaloso fondatore.
Se poi proprio non mi sbaglio del tutto, a suo tempo si disse che pure la nomina di Bagnasco fosse stata opera di Bertone. Oggi, siccome Bagnasco lo si interpreta utile ad un certo orientamento politico (vai a capire poi se è veramente così), lo si vede al di sopra di tutto, anche dell’ici e dell’otto per mille, cose da Papa (cui Monti deve presentare il conto, insieme alle acque sporche), non più da vescovi e diocesi, ora che non c’è più l’altro uomo nero che li rappresentava, Ruini.
E’ ormai poi assodato che la diocesi di Milano conferisce una sorta di stato di grazia
nel rapporto con la stampa. Chi vi approda, nella mente dei media passa subito alla fronda antiromana, tempo qualche mese e persino il card Scola ce lo presentano come antipapista, se continua a tenersi Bertone