sabato 7 gennaio 2012

P. Lombardi: il viaggio del Papa a Cuba e in Messico, chance di speranza per l'America Latina (Radio Vaticana). Ci si prepari fin d'ora su Maciel (R.)

P. Lombardi: il viaggio del Papa a Cuba e in Messico, chance di speranza per l'America Latina

Ha suscitato una corrente di interesse ed entusiasmo tuttora vivi la notizia, rilanciata in questo giorni dagli episcopati locali, del viaggio apostolico a Cuba e in Messico che Benedetto XVI compirà a fine marzo prossimo. Sulla tappa messicana che aprirà la visita papale si sofferma in particolare il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per "Octava Dies," il settimanale d'informazione del Centro Televisivo Vaticano:

Nel primo giorno del nuovo anno, i vescovi del Messico e di Cuba hanno annunciato il programma del viaggio del Papa nei due Paesi. Non c’è molto bisogno di attirare l’attenzione sulla tappa cubana, dato che il giubileo della Vergine della Caridad del Cobre si inserisce su una singolare situazione storica e politica della grande isola caraibica, mentre è giusto mettere a fuoco i molteplici motivi e il significato continentale della tappa messicana, non per nulla la prima del viaggio.

Celebrando il 12 dicembre in San Pietro la solennità di Nostra Signora di Guadalupe, il Papa ha indicato la sua volontà di partecipare al Bicentenario dell’indipendenza dei Paesi dell’America Latina, e ha parlato con intensità del “cammino di integrazione” di questo “caro continente” e “del suo nuovo protagonismo emergente nel concerto mondiale”, indicando gli orizzonti di una crescita pienamente umana e della “missione continentale” di “nuova evangelizzazione”. Così ora ha scelto di recarsi nel più popoloso dei Paesi ispanici, per continuarvi la celebrazione, insieme ai rappresentanti degli episcopati latinoamericani, proprio in quel “Parco del Bicentenario” costruito recentemente nell’esatto centro geografico del Messico, ai piedi del Cubilete, dove sorge il Santuario nazionale di Cristo Re, da cui si abbraccia spiritualmente l’intero Paese.

Chi non rimane toccato dall’affetto dei messicani per il Papa? dal loro entusiasmo quando vengono a trovarlo a Roma? Chi non ricorda l’accoglienza trionfale che hanno offerto a Giovanni Paolo II nei suoi cinque viaggi in vita, e negli ultimi mesi anche alla sua reliquia pellegrina nella loro terra? Venti anni fa, stabilendo i rapporti diplomatici con la Santa Sede, il Paese ha riconosciuto la profonda anima cattolica del suo popolo. Papa Benedetto sapeva di dover andare in Messico, e ha voluto scegliere una località in cui il suo Predecessore non aveva potuto recarsi. Perché è la stessa missione che continua e si sviluppa. Possa il suo viaggio essere impulso di superamento della povertà e della violenza, di speranza e di pace per il Messico e per tutta l’America Latina.

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La curia romana, cosi' premiata, si prepari fin da adesso alla possibile riemersione del "caso" Maciel in tutto il suo "splendore".
Non pretenderemo il possibile ma l'impossibile per spiegare a tutti il lavoro di Benedetto XVI.
Gli eventuali comunicati dovranno arrivare forti e chiari e si dovra' essere sicuri del loro corretto e completo recepimento da parte dei media. Di conseguenza non si potranno diramare note il 1° maggio (come avvenne nel 2010) quando tutti sono in ferie ed il giorno dopo non escono i quotidiani.

R.

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