Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata delle comunicazioni sociali: ritrovare il tempo del silenzio per dare valore alla parola
“Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”: pubblicato oggi il Messaggio di Benedetto XVI per la prossima Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che verrà celebrata il 20 maggio. Il servizio di Roberta Gisotti:
“Silenzio e parola”: “due momenti della comunicazione che devono – spiega il Papa – equilibrarsi, succedersi e integrarsi per ottenere un autentico dialogo e una profonda vicinanza tra le persone. Al contrario, se “parola e silenzio si escludono a vicenda”, la comunicazione “provoca un certo stordimento”, o “crea un clima di freddezza”.
“La dove i messaggi e l’informazione sono abbondanti, il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio”. “Ai nostri giorni, la Rete – constata il Santo Padre – sta diventando sempre di più il luogo delle domande e delle risposte; anzi, spesso l’uomo contemporaneo è bombardato da risposte a quesiti che egli non si è mai posto e a bisogni che non avverte”. E allora, “il silenzio è prezioso per favorire il necessario discernimento tra i tanti stimoli e le tante risposte che riceviamo”.
Per altro verso, l’incessante flusso di domande che corre sulla Rete “manifesta – sottolinea ancora Benedetto XVI – l’inquietudine dell’essere umano sempre alla ricerca di verità, piccole e grandi, che diano senso e speranza all’esistenza”. Ma “l’uomo non può accontentarsi – il monito del Papa – di un semplice e tollerante scambio di scettiche opinioni ed esperienze di vita.”
Da qui l’invito di Benedetto XVI: "creare “una sorta di ‘ecosistema’ che sappia equilibrare silenzio, parola, immagini e suoni”.
“Siti, applicazioni e reti sociali” sono certo “da considerare con interesse”, quando “possono aiutare l’uomo di oggi a vivere momenti di riflessione e di autentica domanda, ma anche a trovare spazi di silenzio, occasioni di preghiera, meditazione o condivisione della Parola di Dio”. “Se Dio parla all’uomo anche nel silenzio, pure l’uomo scopre nel silenzio la possibilità di parlare con Dio e di Dio”.
Dunque, “imparare ad ascoltare e contemplare, oltre che a parlare”. Sollecita Benedetto XVI soprattutto gli evangelizzatori a capire che “silenzio e parola sono entrambi elementi essenziali e integranti dell’agire comunicativo della Chiesa, per un rinnovato annuncio di Cristo nel mondo contemporaneo”.
A presentare stamane il messaggio del Papa nella Sala Stampa Vaticana è stato l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio per le comunicazioni sociali, che nella ricorrenza odierna di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ha celebrato una Messa nella chiesa romana di S. Maria in Traspontina per tutti i professionisti della comunicazione. La cronaca della conferenza stampa nel servizio di Fausta Speranza:
Il messaggio di Benedetto XVI parte dalla sua attenzione all’uomo di oggi e a tutti è diretto, fuori e dentro la Chiesa. Mons. Celli parte dalle parole del Papa ma anche dalle domande dei giornalisti e riflette sul bisogno diffuso di silenzio inteso come contemplazione, dimostrato dalle tante prenotazioni per brevi soggiorni in monasteri, e dell’esigenza di autentiche riflessioni in una comunicazione televisiva fatta di accavallarsi senza troppi significati di voci. Parla di interiorità, mai scontata neanche in programmi cosiddetti religiosi:
“Alle volte abbiamo delle trasmissioni religiose che – con tutto il rispetto di certi loro contenuti – sono paccottiglia artistica. Quando penso a certi film, a certe presenze… Direi che sono di tutto rispetto, ma alle volte fa un po’ sorridere. Ho trovato certe problematiche religiose più in registi che, a prima vista, venivano considerati quasi atei, che in altri che facevano grandi professioni di fede”.
“Il silenzio – dice mons. Celli – serve per riflettere, per pensare, per valutare, per giudicare la comunicazione”. E ricorda una definizione di silenzio di Jean Guitton:
“Esiste un silenzio che è un elemento primordiale, sul quale la parola scivola e si muove, come il cigno sull’acqua. Per ascoltare con profitto una parola conviene creare dapprima in noi stessi questo lago immobile. La parola sorge dal silenzio e al silenzio ritorna”.
Poi l’annuncio del nuovo sito del Pontificio Consiglio delle comunicazioni e un bilancio del portale vaticano news.va: 3 lingue, inglese, spagnolo, italiano, ma entro l’anno saranno 5, con francese e portoghese. Tra gli 8 mila e i 10 mila contatti al giorno da 180 Paesi con punte di 16 mila. Di questi la grande maggioranza attraverso social network.
“Quello che a me fa molto piacere è che chi entra si ferma e il tempo medio è di due minuti: questo vuol dire che la persona che ci visita non vi è capita per caso, ma si sofferma, legge e capta ciò che si vuole comunicare come notizia”.
Web e social network – sottolinea mons. Celli – sono sorprendenti bacini di comunicazione ma sempre se si scongiura il rischio superficialità. Poi una parola sui telefonini: squillano anche in Chiesa o sul tavolo di coppie in cene romantiche dimostrando che c’è bisogno di riscoprire su tanti fronti il valore del silenzio come capacità di ascolto e contemplazione.
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