Luci e ombre di Google Translate e di Wikipedia
Le trappole nascoste nella rete
La tecnologia sta mettendo a disposizione delle persone strumenti eccezionali, che però vanno utilizzati con grande attenzione e consapevolezza per esprimere a pieno il loro potenziale.
Uno di questi è l'enciclopedia in rete Wikipedia, l'altro potrebbe essere il traduttore vocale al quale Google sta lavorando.
A occuparsene, come riporta "la Repubblica" del 16 gennaio in un articolo di Angelo Aquaro, è un esperto informatico di 33 anni, Ashish Venugopal, già autore del traduttore di frasi scritte che si basa su un criterio molto innovativo. Il motore di ricerca attuale, infatti, fornisce uno strumento che utilizza per tradurre criteri statistici e non grammaticali.
Il più visitato motore di ricerca ha così a disposizione un immenso archivio. Sfruttando questo patrimonio di informazioni Venugopal ha messo a punto un sistema che confronta le frasi da tradurre con i classici della letteratura e delle religioni o con i discorsi pronunciati all'Onu in qualsiasi lingua. Il risultato, spiega l'autore, è "qualcosa che possa funzionare sempre, magari con errori, ma che funzioni". Da questo punto di vista la lingua è difficile non quando le sue strutture sono complesse, ma se è poco frequentata sul web. Ne risulta che le traduzioni verso l'inglese sono le più efficaci.
Ma il vero errore - commenta Stefano Bartezzaghi sulle stesse pagine - "incomincia quando si pensa che per tradurre un testo basta passarlo da un traduttore automatico". Bisogna tenere conto del fatto che "una frase non è un accatastamento di parole, ma è innanzitutto una forma sintattica che dà senso a ogni singola parola grazie ai propri nessi. Quelli li percepiamo solo noi: per ora e, certo, quando ci sono", continua. Ancora più chiara è la questione che a proposito di Wikipedia, la popolarissima enciclopedia in rete tradotta in 280 lingue, pone il supplemento culturale pubblicato da "Le Monde" nel numero del 14 gennaio in un dossier intitolato Wikipédia, bazar libertaire domandandosi se sia un sito "troppo libero".
È indubbiamente positiva infatti la possibilità senza precedenti di diffusione della cultura enciclopedica, ma molto pericoloso è diffondere l'illusione che chiunque - soprattutto gli appassionati di una data materia, che possono risultare davvero dannosi, e senza parlare di quanti diffondono notizie false di proposito - possa improvvisarsi enciclopedista. Wikipedia e i traduttori automatici possono insomma essere davvero preziosi, ma a patto di conservare la capacità critica e l'umiltà (da humus, che in latino significa "terra"): qualità unite dal fatto di essere attente alla realtà. Senza illudersi che la conoscenza si possa raggiungere con poca fatica. (marcello filotei)
(©L'Osservatore Romano 16-17 gennaio 2012)
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