Papa: accogliere vita umana, soprattutto debole o malata
(ASCA) - Roma, 3 gen -
''Nell'accoglienza generosa e amorevole di ogni vita umana, soprattutto di quella debole e malata, il cristiano esprime un aspetto importante della propria testimonianza evangelica, sull'esempio di Cristo, che si e' chinato sulle sofferenze materiali e spirituali dell'uomo per guarirle''. Lo evidenzia papa Benedetto XVI nel messaggio per la XX Giornata del malato che si celebrera' l'11 febbraio.
Nel testo del messaggio, diffuso oggi, Benedetto XVI rinnova ''la spirituale vicinanza a tutti i malati che si trovano nei luoghi di cura o sono accuditi nelle famiglie, esprimendo a ciascuno la sollecitudine e l'affetto di tutta la Chiesa''.
Il momento della sofferenza, prosegue, ''nel quale potrebbe sorgere la tentazione di abbandonarsi allo scoraggiamento e alla disperazione, puo' trasformarsi in tempo di grazia per rientrare in se stessi e, come il figliol prodigo della parabola, ripensare alla propria vita, riconoscendone errori e fallimenti, sentire la nostalgia dell'abbraccio del Padre e ripercorrere il cammino verso la sua Casa. Egli, nel suo grande amore, sempre e comunque veglia sulla nostra esistenza e ci attende per offrire ad ogni figlio che torna da Lui, il dono della piena riconciliazione e della gioia''.
Dalla lettura dei Vangeli, ''emerge chiaramente come Gesu' abbia sempre mostrato una particolare attenzione verso gli infermi. Egli non solo ha inviato i suoi discepoli a curarne le ferite, ma ha anche istituito per loro un Sacramento specifico: l'Unzione degli Infermi. La Lettera di Giacomo attesta la presenza di questo gesto sacramentale gia' nella prima comunita' cristiana: con l'Unzione degli Infermi, accompagnata dalla preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perche' allevi le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spiritualmente alla passione e alla morte di Cristo, per contribuire cosi' al bene del Popolo di Dio''.
Questo Sacramento, conclude, ''merita oggi una maggiore considerazione, sia nella riflessione teologica, sia nell'azione pastorale presso i malati. Valorizzando i contenuti della preghiera liturgica che si adattano alle diverse situazioni umane legate alla malattia e non solo quando si e' alla fine della vita, l'Unzione degli Infermi non deve essere ritenuta quasi 'un sacramento minore' rispetto agli altri. L'attenzione e la cura pastorale verso gli infermi, se da un lato e' segno della tenerezza di Dio per chi e' nella sofferenza, dall'altro arreca vantaggio spirituale anche ai sacerdoti e a tutta la comunita' cristiana, nella consapevolezza che quanto e' fatto al piu' piccolo, e' fatto a Gesu' stesso''.
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