lunedì 17 settembre 2012

Vaticano: il 29 settembre inizia il processo a Paolo Gabriele (Izzo)


VATICANO: IL 29 SETTEMBRE INIZIA PROCESSO A MAGGIORDOMO

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 set. 

Il presidente del Tribunale della Citta' del Vaticano, professor Giuseppe Dalla Torre, ha emesso oggi il decreto che stabilisce per il giorno 29 settembre prossimo, alle ore 9.30, la prima udienza del processo nei confronti degli imputati Paolo Gabriele e Claudio Sciarpelletti, rinviati a giudizio con sentenza del giudice istruttore del 13 agosto scorso. Lo rende noto la Sala Stampa della Santa Sede.
"L'udienza - precisa la nota -avra' luogo nell’Aula delle udienze del Tribunale dello Stato della Citta' del Vaticano.
Il decreto e' stato notificato agli interessati".
Come e' noto, il maggiordomo del Papa, Paolo Gabriele, fu arrestato il 23 maggio scorso a seguito di una perquisizione nella quale furono ritrovati in casa sua sia una mole ingente di documenti riservati sottratti dall'Appartamento Pontificio che un assegno da 100 mila euro, una pepita d'oro e una copia preziosa dell'Eneide (una cinquecentina). Per questo il rinvio a giudizio che lo riguarda e' per furto aggravato ed e' seguito a interrogatori nei quali ha sostanzialmente ammesso questo reato e a una perizia psichiatrica che lo ha dichiarato imputabile.
Anche Claudio Sciarpelletti, informatico della Segreteria di Stato, e' stato arrestato a seguito di una perquisizione nella quale sono stati trovate pero' solo alcune buste indirizzate a Paolo Gabriele: rilasciato dopo 24 ore e' ora imputato di favoreggiamento, a causa delle versioni contraddittorie da lui fornite ai giudici.
Venti giorni fa il legale di Paolo Gabriele, l'avvocato rotale Carlo Fusco, ha rinunciato all'incarico per divergenze con l'assistito sulla linea di difesa da seguire. 
Il maggiordomo infedele, che ha dichiarato agli inquirenti di aver contatto personalmente e consegnato direttamente i documenti al giornalista Gianluigi Nuzzi, che li ha divulgati prima in tv, poi sui giornali e infine li ha pubblicati in un libro, sostiene di aver agito "in aiuto" del Papa e del suo impegno per la purificazione della Chiesa.
Una tesi che evidentemente non ha convinto il pubblico ministero, professor Nicola Picardi, che ha dichiarato nella sua requisitoria la volonta' di inquisire ora il maggiordomo infedele (ed eventuali complici) per una serie di altri reati denunciati dalla  Gendarmeria Vaticana, compreso quello gravissimo di attentato alla sicurezza dello Stato (citato esplicitamente) e quello di associazione a delinquere (che e' adombrato nella formula "in concorso con altri"). 
Ed infatti stanno continuando le indagini svolte dal generale Domenico Giani, comandante della Gendarmeria e massimo responsabile della sicurezza del Pontefice (che con i suoi uomini ha scortato anche nel difficile viaggio dei giorni scorsi in Libano). Anche un'inchiesta affidata dal Papa a tre anziani e autorevoli cardinali sembra che abbia confermato la tesi del coinvolgimento nel tradimento di Gabriele (e nella conseguente fuga di documenti riservati) di altre persone interne ed esterne alla Curia Romana, che potrebbero averlo in qualche modo manipolato (forse facendo leva sulla avidita' testimoniata dal ritrovamento anche dei valori, e non solo sulla sua personalita' fragile e - secondo i periti del Tribunale Vaticano - portata a forme di auto-esaltazione). In merito a questi possibili scenari e' noto solo un commento di Benedetto XVI che ha esortato gli inquirenti a "procedere con solerzia".
In ogni caso, il processo che inizia il 29 si basera' solo sulla requisitoria di Picardi e sulla conseguente sentenza del giudice istruttore Paolo Bonnet. E dunque, nella prima udienza, non dovrebbero essere concessi dal Tribunale presieduto da Dalla Torre lunghi tempi di rinvio per consentire di studiare le carte ad un eventuale nuovo difensore del collaboratore spergiuro di Papa Ratzinger (che potrebbe affiancare o sostituire l'avvocatessa rotale Cristina Arru', la quale si era riservata di decidere se restare dopo le dimissioni di Fusco). 

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