mercoledì 19 settembre 2012

Udienza generale. Il Papa ricorda il Libano: cristiani e musulmani insieme contro divisioni e guerre (Radio Vaticana)



Udienza generale. Il Papa ricorda il Libano: cristiani e musulmani insieme contro divisioni e guerre 

Cristiani e musulmani diano “insieme una testimonianza sincera e decisa contro le divisioni, la violenza e le guerre”. È uno dei passaggi chiave della catechesi tenuta da Benedetto XVI questa mattina in Aula Paolo VI, durante l’udienza generale. Il Papa ha ripercorso le tappe del suo recente viaggio in Libano, esortando il Paese a essere un “esempio” di concordia nel Medio Oriente e nel mondo. La cronaca di Alessandro De Carolis: 

Due sottolineature a dimostrazione di come l’esperienza vissuta abbia lasciato una traccia nel cuore che non può essere né dimenticata né sottovalutata. Dapprima, riandando con la memoria agli incontri avuti nei tre giorni trascorsi in Libano, Benedetto XVI si sofferma sull’accoglienza “calorosa” ricevuta, anche da chi professa l’islam:

“I musulmani mi hanno accolto con grande rispetto e sincera considerazione; la loro costante e partecipe presenza mi ha dato modo di lanciare un messaggio di dialogo e di collaborazione tra Cristianesimo e Islam: mi sembra che sia venuto il momento di dare insieme una testimonianza sincera e decisa contro le divisioni, contro la violenza, contro le guerre”.

Più avanti, quando rievoca il “festoso” bagno di folla di migliaia di giovani, nei pressi della residenza del Patriarca maronita, il Papa mette a fuoco ancora una scena che – dice – ha avuto in modo emblematico i colori “dell’amicizia e della solidarietà”:

“Vedendo giovani cristiani e musulmani fare festa in grande armonia, li ho spronati a costruire insieme il futuro del Libano e del Medio Oriente e ad opporsi insieme alla violenza e alla guerra. La concordia e la riconciliazione devono essere più forti delle spinte di morte”.

Stanno qui i semi della speranza di pace per il Libano e non solo, afferma il Pontefice, che all’inizio del discorso aveva tenuto a ribadire il perché della sua visita apostolica, in un luogo dalla storia e dalla cronaca così complessi:

“Un Viaggio che ho fortemente voluto, nonostante le circostanze difficili, considerando che un padre dev’essere sempre accanto ai suoi figli quando incontrano gravi problemi. Sono stato mosso dal vivo desiderio di annunciare la pace che il Signore risorto ha lasciato ai suoi discepoli, sintetizzandole nelle parole ‘Vi dono la mia pace - سَلامي أُعطيكُم’”.

“Evento ecclesiale commovente”, lo definisce Benedetto XVI, e su questi toni sviluppa tutta la sua catechesi. Ammirato dall’“ardore” della testimonianza cristiana toccato con mano in una terra santa per i segni del passaggio di Cristo e dolente per le ferite sempre aperte:

“Di fronte alle sofferenze e ai drammi che permangono in quella zona del Medio Oriente, ho manifestato la mia sentita vicinanza alle legittime aspirazioni di quelle care popolazioni, recando loro un messaggio di incoraggiamento e di pace. Penso in particolare al terribile conflitto che tormenta la Siria, causando, oltre a migliaia di morti, un flusso di profughi che si riversano nella regione alla ricerca disperata di sicurezza e di futuro; e non dimentico la situazione difficile dell’Irak”.

Il fulcro della visita per la comunità cristiana è stata la firma e la consegna ai vescovi locali dell’Esortazione apostolica postsinodale Ecclesia in Medio Oriente. Momenti opportuni per Benedetto XVI nei quali far sentire il peso del suo grande affetto alla Chiesa locale:

“Ho invitato i cattolici mediorientali a fissare lo sguardo su Cristo crocifisso per trovare la forza, anche in contesti difficili e dolorosi, di celebrare la vittoria dell’amore sull’odio, del perdono sulla vendetta e dell’unità sulla divisione (...) Pur essendo un ‘piccolo gregge’, non devono temere, nella certezza che il Signore è sempre con loro. Il Papa non li dimentica”.

Al termine delle catechesi nelle altre lingue, Benedetto XVI ha salutato in particolare i numerosi religiosi presenti in Aula Paolo VI, tra i quali gli Abati Benedettini provenienti da tutto il mondo, i partecipanti ai Capitoli generali dei Fratelli e delle Suore della Congregazione dei Sacri Cuori e dell’Adorazione Perpetua, nonché i laici Carmelitani impegnati in un congresso internazionale.


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