giovedì 27 settembre 2012
Processo a Gabriele senza precedenti, durata incerta (TMNews)
Vaticano/ Processo a maggiordomo senza precedenti, durata incerta
"Processi durano un giorno o due-tre mesi"
Città del Vaticano, 27 set. (TMNews)
Non ci sono precedenti raffrontabili al processo a Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa accusato di furto aggravato dei documenti della Santa Sede, e questo rende difficile da prevedere una serie di dettagli del procedimento. Lo ha spiegato Giovanni Giacobbe, 'promotore di giustizia' (pm) della Corte d'appello dello Stato della Città del Vaticano.
Difficile, di conseguenza, prevedere la durata di un procedimento che non dovrebbe, comunque, essere lunga.
"Nel tribunale del Vaticano ci sono di solito una trentina di processi all'anno che riguardano per lo più furti o scippi avvenuti in piazza San Pietro", ha spiegato Giacobbe nel corso di un briefing organizzato dalla sala stampa vaticana. "Negli anni scorsi ci sono stati processi di non particolare rilevanza, tranne un processo che si è svolto per droga e che ha richiesto una sentenza elaborata". Quanto ad altri casi eclatanti, un processo relativo al caso Esterman (la morte violenta del comandante della Guardia Svizzera Pontificia Alois Estermann, di sua moglie Gladys Meza Romero e della giovane guardia Cedric Tornay, avvenuta nel 1998), "non si è svolto un processo perché l'autore (Cedric Tornay, ndr) si era suicidato". Quanto a Susanna Maiolo, la giovane svizzera che tentò di raggiungere il Papa la notte di Natale del 2009 facendolo cadere, fu accertata la infermità mentale della giovane e dunque "non vi è stato un vero e proprio dibattimento".
Tra le incertezze legate a questo processo più unico che raro, di conseguenza, c'è la sua durata. "Ci sono processi che si esauriscono in una mattinata e altri che durano due o tre mesi". Il procedimento del caso 'Vatileaks' dovrebbe durare poco se non verranno sollevate eccezioni o istanze dalle parti. Quanto al fatto che Paolo Gabriele ha confessato la propria colpevolezza nel corso dell'istruttoria, non è sufficiente per la condanna immediata (come accade anche nel sistema giudiziario italiano, che però prevede almeno l'istituto del patteggiamento). "Un imputato - ha spiegato Giacobbe - potrebbe confessare per coprire colpe altrui. Per questo la confessione non costituisce la prova regina. E' il motivo per il quale nonostante Paolo Gabriele abbia riconosciuto di aver sottratto i documenti, il processo si svolge".
© Copyright TMNews
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento