mercoledì 5 settembre 2012

Oggi la Chiesa non è più indietro ma più avanti rispetto al cammino di conversione. La coraggiosissima intervista del card. Ruini ad Aldo Cazzullo

Clicca qui  oppure qui per leggere l'intervista, coraggiosa e coerente.
E' da domenica che chiediamo alla gerarchia ecclesiastica di commentare il "testamento spirituale" (vero o presunto che sia). Finora tutti i prelati intervistati hanno girato intorno all'argomento. Il cardinale Ruini, al contrario, come sempre, ha deciso di parlare chiaro lasciando da parte il politicamente ed il mediaticamente corretto. Grazie, Eminenza, per il coraggio e la coerenza! Siano di insegnamento ai "colleghi".

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Eheheheh, davvero grande. Al punto che ho già sentito un paio di commenti al curaro da parte di chi, vista la professione che svolge e per quale istituzione la svolge, farebbe bene a tenersi la propria acidità per sè.
Alessia

raffaele ibba ha detto...

Intervista di Ruini fatta da Aldo Cazzullo.
Ruini dice assai poco e lo dice con sovrana abilità. Ma assai poco resta.
Il punto rilevante dell'intervista è una spinta, molto pesante se devo essere sincero, verso il pontificato di Benedetto XVI per fargli prendere una strada che, finora, è stato assai lontano dal prendere.
E lo dico "documenti alla mano".
Ruini afferma che la crisi del clero, "della forma cattolica della Chiesa", è dovuta a una "cattiva interpretazione del Concilio".
Anzi, neppure dice questo. Ho riletto con attenzione e non lo dice, ma lo lascia capire.
In realtà che cosa dice, se uno legge attentamente, non è molto chiaro.
Fatto sta che la crisi della Chiesa cattolica del XX secolo non dipende dal Concilio o da una sua qualsiasi interpretazione; inoltre la crisi della "forma cattolica di Chiesa" (che cos'è?) e non ha alcuna relazione con il Concilio.
Invece dipende dal successo del mondo capitalista e dalla presenza della sfida comunista. Dopo la sconfitta del comunismo oggi il mercato dei beni e dei capitali e del lavoro è la crisi della "forma cattolica della Chiesa".
Il Concilio, invece, ha posto un punto di rinascita e di recupero decisivo attorno a Cristo come amore e dono di Dio all'umanità. In questo senso il Concilio Vaticano II stato dono di Dio alla sua Chiesa.
Il più importante dalla Resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo.
Le cattive interpretazioni saranno state decisive nella vita di qualche sacerdote o di qualche monaca, ma non in quella della Chiesa.
Far pensare (perché Ruini nell'intervista non lo dice ed è assai lontano dal dirlo) che la perdita del latino sia causa della crisi del sacerdozio è una sciocchezza.
Infatti Ruini è assai lontano dal pensarla (suppongo) e comunque e sicuramente dal dirla in questa intervista.
Rispetto a Martini c'è solo imbarazzo, perchè la figura di Martini è chiaramente molto più importante nella Chiesa di quella di Ruini.
Solo Joseph Ratzinger è, rispetto a noi, molto più grande, perché ha dimostrato un affidamento a Dio così semplice e povero da consentirgli di guidare questa Chiesa con amore e fermezza.

Ciao r

Anonimo ha detto...

Intervista molto bella,soprattutto per le risposte del cardinale,bellissima la definizione di papa Ratzinger;per terminare,giuste le parole che ieri padre Livio ha dedicato ai funerali,affermando che tutti dobbiamo morire e sottostare al Giudizio finale,ha glissato sui peana ed ha dedicato il suo interesse al messaggio del papa che ha definito bellissimo ed autografato(segno di classe ed eleganza che,ahimè,oggi sono in pochi a possedere).GR2

un passante ha detto...

Solo certezze, vero Raffaele, nei tuoi commenti? Mai un dubbio, eppure sei un estimatore di Martini...E quella politica infilata dappertutto, proprio non ci riuscite a mettervi in testa che la chiesa se vuole arrivare all'uomo di oggi non deve essere ne' di destra ne' di sinistra? Sai come scappano quelli come me di fronte alle omelie politiche dai pulpiti..Lo si e' rinfacciato per anni a Ruini di far politica, ma dall'altra parte mi pare sia anche peggio. .E sto ancora aspettando che qualcuno che sa spiegare tutto mi spieghi la differenza "pratica" tra Martini e Kung, perché così la giro ai clienti del bar dove faccio colazione, perché proprio gli sfugge agli uomini della strada digiuni di finezze teologiche
E poi, siete ossessionati da questo latino, magari imparate l'arabo per portare il saluto al Ramadan e poi vi stracciate le vesti perché un Papa vi rammenta di non gettare alle ortiche la preghiera in latino

Fabiola ha detto...

Raffaele Ibba, come al solito, le tue "constatazioni" sono umili e dialoganti.
Il cardinal Ruini, non dice "niente" perché non dice quello che vorresti tu. Quanto alla forma "cattolica" della Chiesa prova ad informarti su che significa.
Che il Concilio Vaticano II sia il dono di Dio più importante dalla Resurrezione è una "constatazione" così abnorme da oscurare la Scuola di Bologna e il "super-dogma" del cardinal Ratzinger. Liquidiamo così 2000 anni di storia della Chiesa, Nicea, Costantinopoli, martiri e santi, tutto imparagonabile ad un evento appena, appena meno decisivo della Risurrezione di Cristo.
Lasciamo correre la facezia sul latino, che suppone che tutti quelli che leggono l'intervista siano idioti, indotti a pensare che la crisi del sacerdozio dipenda da esso.
"La figura di Martini è molto più importante nella Chiesa di quella quella di Ruini"...Raffaele, parla per te. A parte che questa "hit parade" è perlomeno inopportuna e, certo, poco "cattolica", a parte che sono stata educata a capire che, nella Chiesa, secondo uno sguardo di fede, la casalinga che vive la sua condizione in Cristo, non è meno importante del Papa e dei Vescovi, Martini è certo più importante di Ruini per De Bortoli, Lerner, Veronesi, Ovadia, Fo, Camusso, Bersani, Vendola, Scalfari, Marino, e potrei continuare a lungo. Spero che, tra i cattolici, non si indulga a queste graduatorie.
Comunque, dato che la lingua batte dove il dente duole, le tue "constatazioni" partono sempre da una lettura sostanzialmente "politica" delle questioni: la crisi della Chiesa dipenderebbe dalla vittoria del capitalismo (quale vittoria?), dal mercatismo...Sembrerebbe quasi di capire che sia stato un peccato che la sfida comunista non abbia trionfato. So che non lo pensi (spero) ma ho memoria della tua "constatazione" che Giovanni Paolo II abbia utilizzato un "potere satanico" per sconfiggere il comunismo in Europa.
Sono convinta che, in qualche modo, la Chiesa è sempre stata "in crisi", per il nostro peccato e la nostra dimenticanza. Comunismo e capitalismo, nascono dalla stessa radice, la negazione della verità sull'uomo, la riduzione dell'umano ad esito di processi solo economici e il rifiuto del senso religioso e della presenza di Dio nella storia.
E la Chiesa è perseguitata, con strumenti diversi, da entrambi perché, con il suo solo esistere, afferma un Altro orizzonte, testimonia che l'uomo appartiene a Dio solo.
Ciao. Fabiola

Fabiola ha detto...

P.S. Grande, Passante.
Avvenire da ieri, ogni martedì, pubblicherà un breve testo in latino su argomenti di attualità culturale.
Bella iniziativa!

don Alessandro ha detto...

Eccellente l'intervista del cardinal Ruini! Parlare di crisi della "forma cattolica di Chiesa può anche dar fastidio, ma solo chi vuole chiudere gli occhi o chi poco conosce la storia della Chiesa più recente può negarlo! Sinceramente non capisco cosa c'entri il riferimento al latino in relazione all'intervista, non c'è alcun dubbio, però, che la perdita della lingua di Cicerone sia stata una delle condeguenze di questa crisi della "forma cattolica"! Prima c'era un'unica lingua nella liturgia; si poteva andare in Cina come in America o in Italia, m a il linguaggio liturgico era il medesimo per tutti e tutti ci si sentiva uniti, pur non conoscendosi affatto! Che ci siano stati dei danni nel post concilio è innegabile, così come ritengo pacifico che il vaticano II sia stato il più grande avvenimento dello Spirito Santo del secolo scorso
don Alessandro

Gianpaolo1951 ha detto...

A me invece, il Cardinal Ruini sembra molto chiaro:

«Il Vaticano II è stato, come ha detto Giovanni Paolo II, la massima grazia ricevuta dalla Chiesa nel XX secolo. Proprio per questo è stato una sfida enorme, a volte mal compresa. Da ciò sono nati danni molto grandi. (…) La crisi del clero, della vita consacrata. Molti hanno smesso la pratica religiosa. La crisi della forma cattolica della Chiesa. Il Concilio si dedicò molto al rapporto tra i vescovi e il Papa, dando per acquisita la "tranquilla adesione" all'intero corpo dottrinale della Chiesa, come la definì Giovanni XXIII. Invece il magistero della Chiesa è stato messo in discussione e spesso disatteso anche all'interno della Chiesa stessa».

Più chiaro di così!!!

Anonimo ha detto...

A volte ho la netta impressione che le "diatribe" tra le gerarchie su teologia, dottrina, pastorale, spirito del tempo, siano una "quisquiglia" (si fa per dire) rispetto alle incomprensioni della biblica torre di Babele.
Là, la gente non si comprendeva perché pare, tra l'altro, che parlasse lingue (lessici) diverse oltre che avere idee diverse sui problemi.
Ma nel 2012 mi pare che una buona "babele" rimanga nelle esternazioni dei vertici della Chiesa, dove non è raro ascoltare tesi contrapposte (autogiustificate dai diretti esternatori come espressioni di pluralismo carismatico costruttivo) (penosa spiegazione!)
Per i fedeli non si tratta di pretendere comunque il "pensiero unico insindacabile" ad ogni costo; ma si vorrebbe che alcune esternazioni gerarchiche fossero prima il frutto di una elaborazione comunitaria dei vescovi; dopodiché quanto è stato affermato a maggioranza deve sostanzialmente valere per tutti, anche per quei vertici che hanno idee un po' diverse.
In realtà, oggi, molti cattolici sono sconcertati. Martini e Tettamanzi sostenevano e sostengono che la loro unica guida era il Vangelo; ma anche quelli che hanno posizioni opposte in fondo fanno la stessa affermazione.
A mio avviso sarebbe meglio una "definizione collegiale da parte dei vescovi delle questioni" ; ma dopo, quando tutto diventa pubblico, che la lineadi pensiero sia univoca e chiara, non nebulosa e confusa, buona per ogni libera interpretazione.

laura ha detto...

Concordo con te Raffaella. l'intervista è coraggiosa e chiarissima ed è semplicemtne un rendere omaggio alla verità