domenica 2 settembre 2012

Martini come l’ho conosciuto io (Massimo Introvigne)

Clicca qui per leggere l'acuta analisi di Introvigne segnalataci da Samuele.
Il dramma del "progressismo" cattolico ad oltranza sta tutto nel non saper prendere atto da cio' che e' accaduto nelle confessioni protestanti storiche.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Da Introvigne aspettiamo ancora una netta presa di distanza dalla sua strenua difesa del "baluardo antiprogressista" Marcial Maciel Degollado. Fino ad allora, per me rimarrà uno studioso privo di alcuna autorevolezza.

JP

Anonimo ha detto...

"Il dramma del "progressismo" cattolico ad oltranza sta tutto nel non saper prendere atto da cio' che e' accaduto nelle confessioni protestanti storiche"

Questo "dramma" è anche dei "conservatori": è vero che le confessioni più liberali perdono molti membri, ma le ricerche pubblicate dal Pew Reserch Center mostrano come la confessione che negli Usa ha perso più membri, perdita mascherata dall'arrivo dei latinos è la cattolica. Gli ex cattolici ormai negli Usa costituirebbero la seconda denominazione. Ricerche della Gallup mostrano inoltre che le donne cattoliche in Usa sono il gruppo che abortisce di più e il gruppo che con la più alta percentuale giudica i rapporti omosessuali moralmente accettabili.
Consolarsi con " i protestanti stanno peggio di noi" vuol dire mettersi le fette di salame sugli occhi.

Raffaella ha detto...

E quali sono le confessioni che hanno piu' successo?
R.

raffaele ibba ha detto...

Il problema non è "cos'era Carlo Maria Martini?".
Carlo Maria Martini è (lo è tuttora ... in quella che si chiama Chiesa trionfante) un vescovo di Cristo, successore degli apostoli e che per esserlo in obbedienza al suo voto di obbedienza al romano Pontefice ha formalmente rinunciato ad essere un "compagno di Gesù", cosa che lui aveva scelto a 17 anni. Non ci ha rinunciato effettivamente, cosa che lo ha reso grande nella capacità di farsi ascoltare da tutti.
Introvigne sbaglia, come gli capita spesso, perché dà troppo peso alla sua sociologia.
La sociologia è una scienza inutile, poiché descrive ciò che non è in grado di capire. Martini a partire dal Vangelo e dalla sua fedeltà al Vangelo, cercava di "dare senso" alle manifestazioni della società in cui viviamo. E "dare senso" per un cristiano significa solo "dare senso in Gesù Cristo". Cioè mettere ciascuna e ciascuno di noi davanti al problema della sua conversione e resurrezione.
Martini vescovo e cardinale non ha fatto nient'altro.
Della molte cose scritte in occasione della sua morte nulla mi è piaciuto, se non la bella cosa scritta da Silvano Fausti su Avvenire di oggi, domenica 2 settembre, e l'articolo di Adriano Sofri su Repubblica, che porta la testimonianza di un ateo colpito nella sua vita dalla testimonianza di carità che Martini gli ha dato.
Tutto il resto, a parte il telegramma di Benedetto XVI che dovremo tutti rileggere, è inutile.
Ciao r

Fabiola ha detto...

E così abbiamo liquidato anche Introvigne, dopo Ferrara: tutti incolti e incapaci di capire.
Martini cercava di "dare senso".
Io credevo che il "senso" (significato e direzione) fosse già nelle cose e occorresse "riconoscerlo" non "darlo", perché non è in noi, lo incontriamo per grazia; e il senso è Gesù Cristo cioè il Dio-con-noi, di cui tutto consiste. Le "manifestazioni della società in cui viviamo" sono spesso "insensate" cioè rifiutano programmaticamente un "senso" diverso da quello l'uomo attribuisce loro e vanno quindi giudicate come tali, innanzitutto mostrando che c'è un altro modo di vivere, più gustoso e conveniente alla profondità del desiderio dell'uomo, insomma testimoniando che, con Dio, (il senso) tutto cambia.
Talora occorre farlo anche con le parole, cioè "dando ragione" della Speranza, qualora ci sia.
Poi c' è il male che va chiamato per nome, in noi e nelle "manifestazioni della nostra società",e giudicato perché contraddice la verità che è Cristo e, quindi, la verità dell'uomo.
Dare senso non significa giustificare qualsiasi cosa, innanzitutto in noi.
Vedi, Raffaele, quel che mi inquieta è che tutti questi "atei" (Sofri e soci) in ammirazione della testimonianza di Martini, restano tutti solidamente tali (Cacciari addirittura sostiene che il rapporto con Martini ha nutrito le ragioni della sua incredulità) in genere anche confermati nella loro ostilità (più o meno virulenta) per "questa Chiesa", che è l'unica che abbiamo, scalcagnata quanto vuoi, ma che ci porta, tutti i giorni, Cristo.
Chiedo scusa per lo sproloquio, ma Raffaele mi ispira.

nonno ha detto...

i più vicini ad un certo pensiero cattolico dissidente mi paiono i luterani. A loro cosa è avvenuto, per esempio in Germania?

Anonimo ha detto...

L'intervista postuma uscita sul Corriere è una vigliaccata (indipendentemente dal contenuto).
Eufemia

raffaele ibba ha detto...

Fabiola, solo Dio converte.
Noi (al massimo e se ci abbandoniamo per davvero alla Sua volontà) possiamo soltanto testimoniare l'amore di Dio per noi e la ricchezza di quest'amore con la carità.
Il senso è Gesù e nessun altro. Infatti leggo solo Gesù e chi si occupa di Gesù.
Il resto non lo sopporto più. Per questo sono convinto che occorre liberarsi della sindrome "destrasinistraprogressistireazionari".
Sempre più mi sembra un modo per sbagliare gravemente nei confronti di Cristo.
Ciao r

Anonimo ha detto...

Proprio sicuro anonimo delle 17:58?
Leggi qui:
...
Ma da quando Benedetto XVI è papa, negli Stati Uniti i segnali sono di ripresa. Una serie mirata di nomine ha proiettato alla testa dell'episcopato un nuovo gruppo dirigente preparato e dinamico, ratzingeriano in dottrina e "affermativo" nello spazio pubblico. Debellata la peste della pedofilia, le scuole e le parrocchie cattoliche sono tornare ad essere tra i luoghi più sicuri per i bambini. E gli indici di fiducia si sono impennati. Stando alle meticolose indagini del Pew Forum di Washington, nel 2000 si dicevano soddisfatti dei loro vescovi appena il 51 per cento dei cattolici americani, oggi il 70 per cento. Quanto a papa Benedetto XVI, si dicono soddisfatti di lui il 74 per cento dei cattolici, e tra chi va a messa la domenica addirittura l'85 per cento ...
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350314
Alessia

Anonimo ha detto...

Il problema Alessia è che il numero di chi va a Messa negli USA sta diminuendo sempre più.

L'articolo parla delle scuole cattoliche, ma a causa dei soldi pagati per gli accordi in tribunale e la diminuzione dei fedeli e quindi delle entrate, sempre più scuole sono state chiuse e parrocchie raggruppate.

Il 70 per cento dei cattolici è soddisfatto dei Vescovi, ma il 51 per cento dei cattolici pensa che il matrimonio omosessuale deve essere legale contro solo il 38 per cento dei protestanti.
Quando si parla di staminali embrionali si sale al 70 per cento.

http://www.gallup.com/poll/154529/half-americans-support-legal-gay-marriage.aspx

Raffaella ha detto...

Ripeto la domanda: a favore di quali confessioni religiose i Cattolici escono dalla Chiesa?
R.

Anonimo ha detto...

Ragazzi,ma davvero credete ciecamente alle statistiche?Ma sapete come si fanno,si prende un campione di al massimo 1.000 persone o poco più e si stilano le percentuali,salvo poi dire l'80% qua il 71,5% là,francamente mi sembrano credibili come i media di oggigiorno globalizzati ed uniformati ad un pensiero unico molto molto screditato e di infimo livello socio-intellettuale;mi fanno sorridere i tanti 'papi'improvvisati che si propongono di inseganare al Papa come si deve fare il papa,li paragono ai famosi 60.000.000.di c.t. della nazionale di calcio italiana,tutti ferocemente contro,salvo poi salire vigliaccamente sui carri dei vincitori.Intanto pensiamo noi stessi a fare i cristiani come ci ha insegnato Cristo stesso,poi si potrà anche dare uno sguardo in casa altrui.Gr2

Anonimo ha detto...

scusa Raffaella ti ho letto ora, l'istituto Pew indicava come maggiori "ricevitori" di cattolici gli episcopali, che in certe zone sono tenuti in vita solo grazie agli ex cattolici, ma la stragrande maggioranza di quelli che lasciano non va da nessuna parte, smettono di appartenere a qualunque chiesa.

Raffaella ha detto...

Grazie!

Anonimo ha detto...

Marcial Maciel Degollado può essere stato benissimo un baluardo nei confronti del progressismo e allo stesso tempo essersi reso responsabile delle cose che sappiamo. Non vedo la contraddizione. Introvigne si riferiva al pensiero, alle idee espresse, cosa ne sapeva (e cosa c'entravano) i comportamenti personali? Quelli ovviamente non sono baluardo di nulla.

Aurelio