LIBANO: L'AZIONE DEL PAPA E' STATA A FAVORE DI TUTTO IL LIBANO
(AGI) - Beirut, 17 set.
(dall'inviato Salvatore Izzo)
I sette giorni di giorni di proteste dei musulmani piu' integralisti del Libano contro il film blasfemo su Maometto e contro gli Stati Uniti, dove è stato prodotto, annunciati dal capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, non riusciranno a cancellare il messaggio di pace e convivenza portato coraggiosamente da Benedetto XVI con la sua visita.
"Abbiamo sentito molti commenti su questo viaggio e ci siamo sentiti incoraggiati: hanno capito che i cristiani non sono una minoranza, ma sono la presenza della Chiesa, della Chiesa universale", assicura il patriarca maronita Bechera Rai, in una dichiarazione al programma libanese della Radio Vaticana per "ringraziare il Signore, perche' ci ha mandato questo evento storico e divino attraverso la persona del Papa, attraverso quanto ha fatto e detto". "Tutte le cerimonie, tutti gli incontri - sottolinea l'arcivescovo Bechera Rai - sono stati fatti in favore di tutto il Libano, dei cristiani e dei musulmani".
"La cosa migliore che possiamo ricordare - confida il capo della comunita' cattolica maggiore del Paese è quello che ha detto il Papa, congedandosi dai libanesi all'aeroporto: 'il vostro calore e il vostro cuore mi hanno dato il desiderio di ritornare'. Questo - commenta - è un bel messaggio e una bella testimonianza del Pontefice".
E bisogna almeno dare atto del fatto che il capo degli sciiti militanti di Hezbollah abbia atteso, per la sua chiamata alla mobilitazione, la partenza di Benedetto XVI dal Libano. La richiesta avanzata da Nasrallah, d'altra parte, sembra abbastanza in linea con il diritto alla liberta' religiosa proclamato con forza da Papa Ratzinger praticamente in tutti gli otto discorsi pronunciati nella sua straordinaria visita in Libano: i paesi islamici devono chiedere una legge internazionale che proibisca insulti all'islam e alle altre religioni. Purtroppo, pero', gia' nelle parole del leader sciita si vede trasparire il rischi di una strumentalizzazioen estremistica, quando definisce il film "il peggior attacco mai avuto contro l'islam, peggio dei Versi satanici di Salman Rushdie, del rogo del Corano in Afghanistan e delle vignette su Maometto sui media europei". Non a caso, del resto, recentemete gli Stati Uniti hanno varato alcune sanzioni contro Nasrallah e altri due leader Hezbollah per il loro appoggio al dittatore siriano Bashar el Assad, che certo non e' un campione di democrazia e non violenza.
Dal 2001 gli Usa considerano gli Hezbollah un gruppo terrorista e i cristiani libanesi sperano di tutto cuore che nelle prossime elezioni il ruolo di questo movimento sciita risulti ridimensionato e per questo si augurano che Walid Jumblatt, il leader del partito della comunità drusa, il Partito Socialista Progressista, confermi la sua volonta' di tornare alle tradizionali alleanze, isolando Hezbollah. Tuttavia non c'e' - da parte cristiana - nessun intento di criminalizzare la compnente sciita del Paese, anzi si sottolinea che in Libano, nei giorni della visita del Pontefice non vi sono state manifestazioni contro il film eccetto nel nord Libano, a Tripoli, dove la popolazione e' in maggioranza sunnita.
"Il Papa - chiarisce monsignor Joseph Mouawad, vescovo della Curia patriarcale maronitaha ripetuto sempre le parole di Cristo: 'Vi do la mia pace'. E in questo Medio Oriente, noi di questa pace ne abbiamo bisogno, proprio perché questo Medio Oriente vive la sofferenza. Ha detto: 'vengo come pellegrino di pace, come amico di Dio e amico degli uomini' e concretamente ha tradotto questo negli incontri con tutti i gruppi, con i cristiani cattolici, con i cristiani delle altre confessioni e con i musulmani".
"E' stato chiaro - conclude il presule - come il Papa abbia voluto diffondere questa pace, offrendo la sua amicizia a tutti. Anche al Palazzo presidenziale, nel suo discorso - che e' stato veramente molto toccante, come d'altronde tutti i suoi discorsi - ha mostrato come per edificare la pace si debba, prima di tutto, rispettare la dignita' di ogni uomo e da parte di ogni religione. Ogni uomo del Medio Oriente e' stato invitato a collaborare e a partecipare alla costruzione dello Stato e della vita sociale e cio' che puo' ristabilire la pace in questo Medio Oriente è la riconciliazione tra i gruppi e tra le persone".
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