sabato 22 settembre 2012

Il Papa: mons. Lanza era un prete fedele e zelante. Crociata: Lanza ascoltava i dipendenti dell'Università Cattolica (Izzo)

UNIVERSITA' CATTOLICA: PAPA, MONSIGNOR LANZA PRETE FEDELE E ZELANTE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 21 set. 


Benedetto XVI ha espresso in un messaggio la propria "sentita partecipazione" al lutto che con la morte improvvisa di monsignor  Sergio Lanza ha colpito l'Universita' Cattolica del Sacro Cuore, della quale era assistente generale, e la Pontificia Universita' Lateranenese, della quale era uno storico docente di teologia. Nel testo, letto dal segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, alle esequie celebrate oggi nella cappella centrale della Facolta' di medicina Agostino Gemelli di Roma, il Papa definisce Lanza "fedele e zelante sacerdote che ha servito il Vangelo in particolare nel campo dell'educazione".
Al rito, concelebrato con Crociata anche dai vescovi Enrico Dal Covolo, rettore della Lateranense, e Lorenzo Leuzzi, incaricato delle pastorali sanitaria e universitaria di Roma, hanno assistito il cardinale Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia della Vita, e il ministro dei beni culturali Lorenzo Ornaghi, rettore ancora in carica della Cattolica, e il generale Domenico Giani, comandante della Gendarmeria Vaticana. Il segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, ha voluto aggiungere al messaggio inviato a nome del Pontefice anche la personale espressione della propria partecipazione al lutto delle due istituzioni universitarie. 


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UNIVERSITA' CATTOLICA: CROCIATA,"LANZA ASCOLTAVA DIPENDENTI"


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 21 set. 

"L'universita' ha rappresentato per monsignor Sergio Lanza molto di piu' di un luogo di lavoro: era per lui una dilatazione della Chiesa". Con queste parole il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, ha ricordato la figura dell'assistente generale dell'Universita' Cattolica,  scomparso l'altro ieri per l'improvviso aggravarsi di disturbi respiratori di cui soffriva da tempo. E' noto che monsignor Lanza sentiva in modo molto acuto le gravi difficolta' che sta attraversando l'Universita' Cattolica e che in particolare segnano in questi ultimi tempi la vita del policlinico universitario Agostino Gemelli. E ad esse ha indirettamente fatto cenno monsignor Crociata nell'omelia alle esequie celebrate nella cappella romana della sede romana dell'ateneo, sottolineando lo stile di ascolto e dialogo con il quale il sacerdote ha operato "nel ruolo istituzionale e coinvolgente di assistente generale della Cattolica, nel rapporto vigile con docenti, studenti e dipendenti, di questi ultimi in particolare ancora di recente ascoltando e interpretando bisogni e richieste, ristabilendo solidarieta' e collaborazione".
Per il segretario della Cei, il sacerdote scomparso "non e' stato uomo da indulgere a sentimentalismi, e tuttavia nulla e' piu' lontano da lui dell’immagine di persona insensibile o fredda". "Siamo stati tutti impressionati - ha confidato Crociata - dalla determinazione con cui fino all'ultimo monsignor Lanza si e' mostrato profondamente assorbito dall'intento interiore di portare a compimento la sua missione". "La morte - sono state ancora le parole del vescovo - ha colto monsignor Lanza in corsa, nel fervore di una serie di impegni, di propositi, di progetti che lo hanno animato fino alle ultime ore".
Monsignor Lanza, ha quindi concluso il vescovo, ha saputo "coltivare insieme senso pastorale e rigore scientifico, apertura intellettuale e radicato amore alla Chiesa: il cuore della sua missione sacerdotale e' stata la cultura che nasce dalla fede e la alimenta. E la ragione di simile visione in lui non aveva nulla di nemmeno vagamente ideologico, perche' radicata nel rapporto personale con il Signore".
 Alla vicinanza di monsignor Lanza alle attese dei dipendenti della Cattolica ha fatto cenno, a conclusione del rito, anche il ministro dei beni cuturali e rettore ancora in carica dell'ateneo, professor Lorenzo Ornaghi. "Don Sergio - ha detto - lavorava per il futuro dell'Universita' Cattolica. Amava questa universita' stimolando tutti a essere migliori ma non amando tutti e tutto: non i personalismi, non amava chi pensava al proprio 'particulare'. Amava il personale del Policlinico Gemelli, tutti anche gli incaricati dei servizi piu' umili. E partecipava delle loro preoccupazioni per il momento non facile. E in proposito - ha aggiunto Ornaghi - bisogna dire che il Policlinico non e' certamente condannato. Anzi si era dischiusa negli ultimi giorni, e anche don Sergio ne era al corrente, una grande speranza per il futuro".
Per  il ministro Ornaghi, "la consapevolezza che lavorando al Gemelli non si lavora per un policlinico qualunque ne' per un'universita' qualunque", e' in un certo senso il messaggio che monsignor Lanza lascia a tutto il personale.  "Nell'espressione semplice prete, c'e' davvero tutta la vita di monsignor Lanza, la  arguzia e ironia che lo caratterizzavano - ha concluso Ornaghi - servivano a sottolineare la distanza tra le cose che contano e quelle di tutti i giorni".
Al termine del rito e' intervenuto anche il rettore della Lateranense, monsignor Enrico dal Covolo, che concelebrava con Crociata e altri due presuli (l'assistente dell'Azione Cattolica Domenico Sigalini e l'incaricato della pastorale sanitaria e universitaria della diocesi di Roma, Lorenzo Leuzzi).  "Vorrei esprimere - ha detto dal Covolo - l'affetto e la stima dell'Universita' Lateranense e in particolare dell'Istituto pastorale di cui monsignor Lanza e' stato preside". "Le sue lezioni - ha concluso il vescovo salesiano - gli studenti le ricorderanno per sempre perche la teologia che insegnava era teologia testimoniante". 


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Vedi anche:

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