domenica 23 settembre 2012

Il Papa: l'impegno dei cattolici in politica non può avere cedimenti sulla famiglia, il matrimonio e l'aborto (Rodari)

Il Papa avvisa Casini: nessun cedimento su aborto e nozze gay

di Paolo Rodari

La strada l'ha aperta ieri il Papa: l'impegno dei cattolici in politica non può avere cedimenti sulla famiglia, il matrimonio e l'aborto.
E domani il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, potrà percorrerla senza paura. Aprendo il concilio permanente della Cei a Roma - in sostanza il direttivo dei vescovi italiani - potrà picchiare duro su questi temi e in particolare su quelle unioni civili che molti comuni, Milano in testa, hanno deciso di varare. Che il tema sarà al centro dei lavori del direttivo Cei lo ha anche detto venerdì una pagina che Avvenire, quotidiano dei vescovi italiani, ha voluto dedicare all'argomento. «Unioni civili. Perché diciamo no» ha titolato Avvenire che ha anche attaccato direttamente il Comune di Milano guidato da Pisapia «che si è inventato by-passando la legge nazionale il registro delle unioni civili». Una pagina che dice che l'ascia di guerra è stata disotterrata. La Chiesa, insomma, non starà a guardare. Scrive Avvenire: «Tanta la confusione, gravi a livello sociale i rischi. Sempre più necessario riflettere con attenzione e responsabilità. Come intende fare il Consiglio permanente della Cei, che analizzerà la situazione in ordine ai registri comunali delle unioni di fatto e dei biotestamenti».La linea l'ha data ieri il Papa ricevendo in udienza a Castel Gandolfo il Comitato esecutivo dell'Internazionale Democratico Cristiana, il meeting dei partiti cattolici d'Europa, e il suo presidente, Pier Ferdinando Casini. 
Negli ultimi anni, ha detto Benedetto XVI, «l'impegno dei cristiani nella società non ha cessato di essere vivace fermento per un miglioramento delle relazioni umane e delle condizioni di vita» ed anche oggi «non deve conoscere flessioni o ripiegamenti, ma al contrario va profuso con rinnovata vitalità, in considerazione del persistere e, per alcuni versi, dell'aggravarsi delle problematiche che abbiamo dinanzi».I temi sono quelli evocati già qualche anno fa quando Benedetto XVI chiese - erano i primi mesi di pontificato, di non tradire quei «princìpi non negoziabili» quali il no all'aborto, all'eutanasia e ai matrimoni gay. «È nella famiglia fondata sul matrimonio e aperta alla vita, che la persona sperimenta la condivisione, il rispetto e l'amore gratuito, ricevendo al tempo stesso - dal bambino al malato, all'anziano - la solidarietà che gli occorre», ha osservato Benedetto XVI. «Ed è ancora la famiglia - ha proseguito - a costituire il principale e più incisivo luogo educativo della persona, attraverso i genitori che si mettono al servizio dei figli per aiutarli a trarre fuori («è-ducere») il meglio di sé». Secondo il Pontefice, «la famiglia, cellula originaria della società, è pertanto radice che alimenta non solo la singola persona, ma anche le stesse basi della convivenza sociale».Nei giorni scorsi l'uscita di Nichi Vendola che si è detto desideroso di diventare padre di famiglia ha molto allarmato il Vaticano. E il fatto che il richiamo ai princìpi non negoziabili sia stato pronunciato davanti a Casini non è un caso. I partiti cattolici, o sedicenti tali, non possono scendere a compromessi magari allenandosi con forze esplicitamente contrarie alla vita, alla famiglia tradizionale, pro aborto o eutanasia. Non è un mistero per nessuno che un centrodestra fortemente innervato delle istanze dei cattolici sarebbe una delle soluzioni auspicabili per la Chiesa nell'immediato. E il richiamo del Papa di ieri è anche in questo senso che va letto. Certo, la Chiesa italiana non ha di che lamentarsi del governo tecnico in carica. Ma il futuro spaventa soprattutto se la prospettiva è che vadano al governo forze fortemente laiciste. Il Papa si è anche soffermato sulla crisi economica e sulle responsabilità dei leader politici nei confronti dei cittadini: «Il contributo politico e istituzionale» dei cristiani non può «limitarsi a rispondere alle urgenze di una logica di mercato, ma dovrà continuare ad assumere come centrale ed imprescindibile la ricerca del bene comune, rettamente inteso, come pure la promozione e la tutela della inalienabile dignità della persona umana».

© Copyright Il Giornale, 23 settembre 2012 consultabile online anche qui.

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