mercoledì 12 settembre 2012

Il Papa arriverà venerdì in Libano con l'unica «arma» della sua autorità morale e della sua parola (Il Tempo)


Il Papa nella polveriera mediorientale

Andrea Acali

La polveriera siriana da una parte. Le tensioni tra palestinesi e israeliani dall'altra.
Sullo sfondo la martoriata terra irachena, i conflitti in Afghanistan, l'irrequieto Iran. L'intero Medioriente è afflitto da guerre e antiche contrapposizioni costantemente sul punto di esplodere. È questo lo scenario che si prepara ad accogliere la visita di Benedetto XVI, pellegrino di pace, sulle orme di San Paolo e di Giovanni Paolo II. 
Il Papa arriverà venerdì in Libano con l'unica «arma» della sua autorità morale e della sua parola. Non a caso ha scelto il Paese dei Cedri, autentico crogiolo di religioni, l'unico dell'area in cui ognuno è libero di professare la propria fede (e di cambiarla) e l'unico in cui i cristiani facciano parte del governo. E non a caso il motto scelto dal Pontefice per il suo 24° viaggio pastorale al di fuori dell'Italia è «Pax vobis». Come ha ricordato domenica durante l'Angelus, «il mio viaggio si colloca sotto il segno della pace. Non ci si può rassegnare alla violenza e all'esasperazione delle tensioni». 
Dunque la visita di Benedetto XVI, che firmerà a Beirut l'esortazione apostolica post-sinodale «Ecclesia in Medio Oriente», assume una valenza particolare: «La presenza del Papa avrà una dimensione politica, ma il Papa non può fornire soluzioni - ha detto in un'intervista a un quotidiano libanese il card. Touran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, che farà parte della delegazione vaticana - Ricorderà dei principi: la dignità della persona umana, l'esigenza del diritto internazionale e il contributo a una certa etica. Dirà che è necessario fare in modo che la forza della legge prevalga sulla legge della forza». Anche il card. Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, ha sottolineato che il viaggio «darà una spinta molto grande per questo dialogo, perché tutti potranno vedere e toccare con mano che la presenza del Papa non è una presenza di potere, di forza, ma è una presenza di amore, di dialogo, di saper ascoltare e di saper stare insieme, e che mai e poi mai, sarà la presenza del Vangelo e del cristianesimo ragione per usare la violenza, l'odio o la separazione». 
Esortazione al dialogo e alla pace, dunque. Come ha ricordato ieri il portavoce vaticano padre Lombardi, Benedetto XVI incontrerà i quattro patriarchi cattolici ma anche rappresentanti delle confessioni cristiane non cattoliche e quelli delle comunità musulmane: sciita, sunnita, drusa e alawita. Non sono previsti colloqui ufficiali con Hezbollah, il gruppo sciita alleato del regime siriano di Assad e dell'Iran, anche se, come ha detto padre Lombardi, è probabile che esponenti della fazione partecipino agli incontri a titolo personale e istituzionale. Ma in ogni caso il variegato universo islamico sembra accogliere con favore la visita del Papa. «È imporante che cristiani e musulmani non si sentano su barche separate in questo difficile periodo di transizione - ha detto al quotidiano Daily Star lo sceicco Rashi Qabbani, Gran Mufti del Libano, cioè rappresentante dei sunniti di nomina governativa - I regimi nel mondo arabo stanno cambiando, e tutti vogliamo sicurezza, uguaglianza e giustizia. Spero che la visita del Papa rifletta questo». La soddisfazione per il viaggio papale è stata espressa anche nel corso delle riunioni preparatorie del patriarca maronita Al Rai (i maroniti sono la minoranza cattolica più numerosa) con i drusi e con lo stesso Hezbollah, i cui rappresentanti hanno assicurato che la visita non sarà turbata da incidenti. Lo stesso padre Lombardi ha ribadito che il viaggio non è mai stato realmente in discussione per motivi di sicurezza, nonostante il cruento conflitto nella vicina Siria. E proprio la crisi siriana sarà inevitabilmente uno dei temi della quarta visita di Benedetto XVI in Medioriente. A questo proposito, ieri il gesuita Paolo Dall'Oglio, per trent'anni missionario in Siria fino alla sua espulsione nel luglio scorso, ha parlato dell'emergenza umanitaria nel Paese con il titolare della Farnesina Terzi mentre in serata è stato ricevuto dal ministro degli Esteri francese Fabius. La visita del Papa terminerà domenica. Tra gli incontri più attesi quello di sabato sera con i giovani.

© Copyright Il Tempo, 12 settembre 2012 consultabile online anche qui.

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