sabato 15 settembre 2012

I giovani del Medio Oriente: aspettiamo dal Papa una parola di speranza vera (Radio Vaticana)


I giovani del Medio Oriente: aspettiamo dal Papa una parola di speranza vera 

Questa sera il Papa incontra i giovani nel piazzale antistante il Patriarcato maronita di Bkerké. Su questo momento particolarmente atteso della visita papale, il nostro inviato a Beirut Alessandro Gisotti ha intervistato padre Toufic Bou Hadir, coordinatore dell’incontro dei giovani libanesi con il Papa: 

R. – All the youth are waiting...

Tutti i giovani stanno aspettando di incontrare il messaggero di Pace, Benedetto XVI. Lui porta con sé la gioia della speranza, del Signore Gesù. E noi abbiamo bisogno di questo, specialmente di un segno di speranza e di pace, nella nostra regione ferita dalla violenza. Possiamo andare ovunque nel mondo, ma qui noi abbiamo un messaggio da vivere assieme alle altre religioni. E’ un’esperienza personale, quella che i nostri giovani stanno vivendo qui. Ecco perché siamo davvero molto felici per questa visita benedetta.

D. – I giovani vogliono un incoraggiamento dal Papa per restare in Libano, in Medio Oriente, per dare una testimonianza della loro fede...

R. – Yes, for sure and that’s why...

Sì, certo! Ecco perché noi ci siamo preparati con grande entusiasmo. Quello che il Medio Oriente sta vivendo viene chiamata la “primavera araba”, ma questa primavera è circondata dal sangue, dal terrore, dalle bombe. Noi invece abbiamo bisogno della primavera del cuore, della primavera della Bibbia, della primavera della vera pace. Giovanni Paolo II ha detto, 15 anni fa, quando è venuto in Libano: “Il cambiamento che volete nella vostra terra, deve essere prima di tutto un cambiamento nei vostri cuori”. Ecco perché vogliamo così tanto testimoniare che il Libano è più di un Paese: è un messaggio.

Ma quali sono le principali sfide che interessano in particolare i giovani cristiani di questa regione? Alessandro Gisotti lo ha chiesto a padre Jules Boutros, della Chiesa siro-cattolica: 

R. - La prima sfida è: perché rimanere in Medio Oriente, in questi Paesi che soffrono, che hanno sete di pace, di tranquillità, di stabilità? Che hanno tanto bisogno di un futuro sereno, di un futuro in cui i giovani possono costruire una famiglia, avere una casa, mandare i propri figli a scuola, all’università, avere un buon servizio sanitario? La sfida è vivere la fede cristiana senza paura.

D. - Lei in queste settimane, in questi mesi, ha incontrato tanti giovani e ha parlato con loro. Cosa si aspettano i giovani del Libano dal Papa?

R. - I giovani del Libano aspettano l’insegnamento del Papa; il suo insegnamento così profondo da cui possono trarre consigli per vivere come giovani cristiani in questo Paese. Si aspettano che Sua Santità porti con sé una speranza vera, che come capo della nostra Chiesa possa essere accanto a loro per affrontare le loro sfide. Aspettano anche la sua preghiera e la sua azione per la pace in questo Paese e in Medio Oriente.

Infine, Alessandro Gisotti ha raccolto la testimonianza di Joseph Sawaya, delegato del Movimento dei Focolari nel comitato per l’incontro dei giovani con il Papa: 

R. – Aspettiamo che questa visita ci dia per prima cosa la pace, perché noi in questa regione soffriamo tanto le tensioni attorno a noi. Pure in Libano ci sono tensioni fra la gente. La seconda cosa che aspettiamo è una Chiesa moderna, perché Gesù è moderno anche adesso e chiediamo che la Chiesa ci dia una mano a testimoniarlo di più.

D. – Il Movimento dei Focolari ha proprio nel suo spirito, nella sua missione, il dialogo interreligioso. Quanto è importante questo tra i giovani del Libano?

R. – E’ una cosa molto importante, perché dopo la guerra, noi come giovani, vogliamo avere questo dialogo con gli altri, con altri giovani, specialmente musulmani, per costruire un Libano di pace, dove ci sia un messaggio di pace per tutto il mondo.

D. – Il Medio Oriente, purtroppo, non ha ancora avuto una Gmg, però, a Beirut sarà come una piccola Giornata mondiale della gioventù...

R. – Certo, la visita del Papa sarà un’opportunità per tutti i giovani libanesi, per tutti i giovani del Medio Oriente, stando qui con noi, per costruire la pace, perché questo è il nostro scopo: noi vogliamo che qui ci sia la pace.

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