PAPA IN LIBANO: ESORTAZIONE, NON CI SONO FRENI A CRIMINI CAINO
Salvatore Izzo
(AGI) - Beirut, 14 set.
In Medio Oriente "sembra che non ci siano freni al crimine di Caino". Lo denuncia Bendetto XVI nell'Esortazione Apostolica "Ecclesia in Medio Oriente", ricordando drammaticamente i morti, le vittime "della cecita' umana", la paura e le umiliazioni. In modo solenne, nel documento firmato questa sera a Harissa e che raccoglie quanto emerso dal Sinodo Speciale per il Medio Oriente del 2010, Papa Ratzinger chiede, in nome di Dio, ai responsabili politici e religiosi non solo di alleviare le sofferenze di tutti coloro che vivono in Medio Oriente, ma anche di "eliminarne le cause, facendo tutto il possibile per arrivare alla pace". E ai fedeli cattolici suggerisce in particolare di consolidare e vivere la comunione tra loro, dando vita al dinamismo pastorale. "La tiepidezza - spiega - dispiace a Dio" e quindi i cristiani del Medio Oriente, cattolici e non, diano testimonianza di Cristo, uniti e con coraggio, un compito "non facile, ma esaltante".
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PAPA IN LIBANO: ESORTAZIONE, PERDONO RECIPROCO TRA CRISTIANI, EBREI E MUSULMANI
Salvatore Izzo
(AGI) - Beirut, 14 set.
In Medio Oriente le differenze religiose tra cristiani, ebrei e musulmani, ma anche tra le diverse confessioni nei quali sono divisi i credenti di ogni religione presente nell'area sono servite "da pretesto agli uni e agli altri per giustificare, in nome della religione, pratiche di intolleranza, di discriminazione, di emarginazione e di persecuzione". Per questo Benedetto XVI lancia dal Libano "un appello alla conversione, alla pace, intesa non come semplice assenza di conflitto, ma come pace interiore e legata alla giustizia, al superamento di tutte le distinzioni di razza, sesso e ceto, a vivere il perdono nell'ambito privato e comunitario". Ebrei, cristiani e musulmani - ricorda il Papa nell'Esortazione Apostolica Ecclesia in Medio Oriente firmata questa sera ad Harissa - credono in un unico Dio e pertanto l'auspicio e' che possano riconoscere "nell'altro credente" un fratello da amare e da rispettare, evitando di strumentalizzare la religione per conflitti “ingiustificabili per un credente autentico". In particolare riguardo al dialogo cristiano-ebraico, il Papa ricorda il patrimonio spirituale comune, basato sulla Bibbia, che riporta alle "radici giudaiche del cristianesimo"; allo stesso tempo invita i cristiani a prendere consapevolezza del mistero dell'Incarnazione di Dio e condanna le ingiustificabili persecuzioni del passato. Per i musulmani, Benedetto XVI usa la parola "stima" ed aggiunge "nella fedelta' all'insegnamento del Concilio Vaticano II". Il documento dedica poi ampio spazio al tema dell'unita' dei cristiani, "che - spiega il Papa - non e' l'uniformita' delle tradizioni e delle celebrazioni". In un contesto politico difficile, instabile ed attualmente incline alla violenza come quello del Medio Oriente, infatti, la Chiesa si e' sviluppata in modo davvero multiforme, presentando Chiese di antica tradizione e comunità ecclesiali più recenti. Si tratta di un mosaico che richiede uno sforzo notevole per rafforzare la testimonianza cristiana. In linea con il Concilio Vaticano II, il Papa invita all'ecumenismo spirituale, ad una comunione intesa non come confusione, ma come riconoscimento e rispetto dell'altro.
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