martedì 4 settembre 2012

"A un vescovo scortese". Giuliano Ferrara risponde a Bruno Forte

Clicca qui per leggere l'editoriale segnalatoci da Fabiola.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Chissà perchè, fra due vescovi e un propagandista politico al servizio di Berlusconi, tendo a fidarmi dei primi più che del secondo per sapere cosa è bene per la chiesa.

Illuminante anche che, nella sua elencazione di disgrazie che avverrebbero seguendo la "linea di Martini", Ferrara riservi un "addirittura" soltanto per l'idea dell "donne che prendono la parola in chiesa". Ah, certo, peggio dell'aborto quello.

Lasciamo questo ciarpame ai leghisti e agli altri che vogliono usare la Chiesa come strumento identitario e di potere.

Fabiola ha detto...

"Le donne che prendono la parola in chiesa" è una citazione per alludere all'ordinazione femminile.

Alcuni post tradiscono la consuetudine di letture del solito Anonimo.
Se si è abituati al Fatto Quotidiano (ciarpame, la monomania di B.(che qui c'entra come i cavoli a merenda, ma che serve moltissimo a mettersi dalla parte "giusta"), l'incubo leghista, lo strumento identitario e di potere) capisco possa risultare faticoso accostare un testo di Ferrara, che sarà pure scemo, ma scrive benissimo e non proprio in modo banale.

Anonimo ha detto...

> "Le donne che prendono la parola in chiesa" è una citazione per alludere all'ordinazione femminile.

Ovviamente.
E al confronto con l'aborto, il preservativo "bandiera culturale", la resa al riduzionismo, pare sia l'unica cosa che merita un "addirittura".
Interessanti priorità.

> la monomania di B.(che qui c'entra come i cavoli a merenda)

Tu dici? Ma dai, tu pensi veramente che ad uno che fa propaganda per Berlusconi, la cui vita è stata un trionfo di egocentrismo completamente all'opposto di quello che il cristianesimo predica, possa fregar qualcosa del cristianesimo?

Ferrara e quelli come lui sono intenzionati solo a usarvi (usarci): la Chiesa gli interessa solo come mezzo per tener buono qualcuno, per imporre delle regole (noti che parla *solo di regole*, in quell'articolo?) sfruttando una autorità morale che loro sanno benissimo di non avere. Per cui uno che pensa che le regole servano soprattutto ad annunciare il Vangelo e ad aiutare a viverlo, come Martini, è ovviamente un pericolo.

Raffaella ha detto...

Perche' prendersela solo con "Il Foglio" o "Il Giornale"?
Pensiamo forse che gli altri quotidiani non usino noi o la Chiesa per i loro scopi?
Ognuno coltiva il suo orticello, compreso il grande protagonista di questi giorni (Corriere). Sta a noi ascoltare e leggere tutti per poi maturare una nostra idea.
Io per esempio comincio a trovare sospetta questa successione cosi' rapida di eventi.
R.

Fabiola ha detto...

Anch'io. Oggi, in qualche modo, il Corriere si accredita definitivamente come l'interprete e il portavoce autorizzato di Martini (Che riposi in pace!). Smentisce Scola che ha detto non esistere alcun testamento spirituale e, attraverso la nipote, rinfocola l'appoggio alla "buona morte" identificandola con la morte cristiana.
E, ahimè, ci si mette pure Carròn! Le belle parole cristiane (c'è sempre qualcosa di cui chiedere perdono e non sto facendo dell'ironia) non poteva inviarle ad Avvenire?

gemma ha detto...

visto che giudichiamo non in base ai contenuti ma agli editori, io seguirei di più due vescovi che scrivessero per un bollettino parrocchiale
Il Foglio si sa chi lo finanzia, e lo si può rinfacciare a Ferrara, Il Corriere non ci è così noto, ma in questi giorni pare essere al servizio della Parola (oltre che dell'Europa e dei mercati..)
Comunque, tralasciando il fatto che forse alla fine può dirsi libero solo chi scrive sul suo quaderno, che si è pagato coi suoi spiccioli in cartoleria sotto casa, bene sarebbe giudicare gli uomini per quel che scrivono sulla questione di cui si discute. E siccome io mi fido ancora di più di un cardinale oggi diventato Papa che in un'occasione si diceva dispiaciuto di chi dice a priori "io con te non ci parlo", io ascolto e parlo con tutti, poi decido cosa pensare, anche eventualmente dissentire con Ferrara, come ho fatto in passato.
E se non ricordo male, Ferrara è da sempre un estimatore di Ratzinger, che non percepisce come pericolo. Questo cosa vuol dire, che siccome Ferrara non lo teme, Ratzinger non annuncia il Vangelo?

un passante ha detto...

al Corriere e a Repubblica e alla sinistra invece la Chiesa interessa per se stessa, vero? Ma va là, ancora con queste favole partigiane. A parte il Fatto, che almeno il fatto suo lo dice non solo alla Chiesa ma anche a qualche altro potere, la sensazione che certa stampa dopo aver sistemato il governo dell'Italia, ora ci provi a fare lo stesso lavoretto anche con la Chiesa e chi e come deve governarla, si fa sempre più forte. Prima si sono occupati dell'economia, ora tocca all'etica, ecco l'interesse "disinteressato" per la Chiesa e le sue regole

Anonimo ha detto...

Carròn sta fornendo una pessima immagine di sé, rischia di apparire uno sprovveduto. Ne sono sconcertato e mi dispiace.

Per il resto, non ci meravigliamo e non ci spaventiamo dell'agire senza scrupoli di certe agenzie e parentado. Non ci credo e non ci crederò mai che un Cardinale della Santa Chiesa Cattolica possa, durante la propria agonia, aver "chiesto" di essere sedato.
Ma se anche per assurdo fosse vero, lascerei cadere il giudizio, memore delle parole di NS.

Prego per l'anima del Card. Martini e per la mia. Il Papa ci ha avvertiti, durante il Suo viaggio del 2010 a Fatima, che il male oggi presente nella Chiesa, al suo interno, è letteralmente "terrificante".
E chi se ne frega di Ferrara che fa il catechismo a un vescovo. Si leggono cose molto più interessanti qui che sul Foglio.

Anonimo ha detto...

Ferrara insinua che Martini fosse una specie di quinta colonna luterana nella Chiesa Cattolica. naturalmente sbaglia ma la sua (di Ferrara) idea di Chiesa è esattamente 200 anni indietro e chi ha a cuore la Chiesa Cattolica farebbe bene a lasciar perdere le nostalgie "dell'ateo devoto" Ferrara e le sue suggestioni revansciste.
Se le cose che dice Ferrara fossero, non dico giuste ma almeno ragionevoli non ci sarebbe bisogno di spiegarle con un diluvio di termini pomposi e altisonanti, di ismi e di periodi incastonati che non si capisce quando iniziano e finiscono.