Unità dei cristiani. Il cardinale Koch: l'ecumenismo ha bisogno della preghiera per non perdere la sua anima
La Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani viene conclusa solennemente oggi pomeriggio: alle 17.30, nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, Benedetto XVI presiederà la celebrazione dei secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo. Un appuntamento tradizionale di grande rilevanza ecumenica, che vedrà la partecipazione di delegazioni di numerose Chiese ortodosse e comunità protestanti. Sulla settimana di preghiera e sullo stato dei rapporti ecumenici, il collega della redazione tedesca della nostra emittente, Mario Galgano, ha chiesto una riflessione al cardinale Kurt Koch, presidente del dicastero vaticano per l’Unità dei Cristiani:
R. – Die Gebetswoche für die Einheit der Christen steht eigentlich ganz am Anfang…
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è proprio l’origine del movimento ecumenico: fin dall’inizio è stata approvata e sostenuta dai Papi, a cominciare da Leone XIII e Benedetto XV. Questo inizio del movimento ecumenico non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo e deve accompagnarci sempre, perché la preghiera per l’unità è il fondamento dell’ecumenismo. Il Concilio Vaticano II parla dell’anima del movimento ecumenico: se il movimento ecumenico non vuole perdere la sua anima, deve sempre incontrarsi nella preghiera. Con la preghiera manifestiamo che non siamo noi, esseri umani, a creare l’unità; non siamo nemmeno in grado di prevedere “come” sarà l’unità né “quando” avverrà. Ma dobbiamo fare ogni cosa sia nelle nostre capacità per essere aperti allo Spirito Santo, perché è Lui che vuole questa unità e Lui ce la donerà.
D. – Quali sono le sfide che l’ecumenismo si trova a dover affrontare oggi?
R. – Wir haben in den letzten Jahren und Jahrzehnten etwas das Ziel der…
Negli ultimi anni e decenni, abbiamo un po’ perso di vista l’obiettivo del movimento ecumenico. Le Chiese e le comunità ecclesiali non perseguono più la stessa meta: credo che oggi sia necessario tornare riflettere e chiedersi, nuovamente, quali siano realmente gli obiettivi. Per noi cattolici, come pure per gli ortodossi, il fine ultimo è la piena unità nella fede, nei Sacramenti e nei ministeri della Chiesa. L’unità è un’esigenza del cuore del Signore: Lui ha pregato affinché tutti siano Uno perché il mondo creda. Questo è il motivo per cui l’ecumenismo non ha alternative.
R. – Il Papa in questi giorni ha sottolineato più volte l’importanza di questa Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani…
D. – Der Heilige Vater hat ja zweimal sehr deutlich dazu Stellung genommen:…
Il Santo Padre ha preso posizione, a questo proposito, in maniera molto chiara: mercoledì scorso, in occasione dell’udienza generale che ha dedicato interamente a questo argomento, e domenica scorsa all’Angelus, quando ha ripreso intensamente il tema della Settimana di preghiera di quest’anno, e ha detto che noi tutti saremo trasformati nella vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore, sottolineando con enfasi che riusciremo a proseguire nell’ecumenismo, nel cammino verso l’unità, soltanto se saremo pronti a lasciarci trasformare continuamente. L’ecumenismo, quindi, inteso quasi come una conversione di tutti noi a Cristo. (gf)
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