Dal Papa un forte incoraggiamento al governo
«Avete cominciato bene ma la situazione è difficile»
Fausto Gasparroni
Paola La Mele
ROMA
Un forte incoraggiamento verso l'azione di governo per portare l'Italia fuori dalle secche della crisi, nella piena consapevolezza del momento difficile che il Paese sta attraversando. É quello che il presidente del Consiglio Mario Monti ha tratto dalle due ore trascorse ieri in Vaticano, dove ha incontrato prima papa Benedetto XVI e poi il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone.
«Cordiali colloqui», li ha definiti la sala stampa vaticana, in cui «le due parti» hanno anche «confermato la volontà di continuare la costruttiva collaborazione a livello bilaterale e nel contesto della comunità internazionale».
All'indomani del declassamento da parte di Standard & Poor's, i temi della crisi economica non potevano non essere al centro anche del debutto del premier Monti in Vaticano. «Sono stati affrontati temi che riguardano la situazione sociale italiana e il relativo impegno del governo, nonchè il contributo della Chiesa cattolica alla vita del Paese», recita la stringata nota vaticana. Ma fin dall'inizio dell'incontro è stato quanto mai visibile come il Papa fosse interessato a ciò che l'esecutivo sta facendo per ridare slancio al Paese. Appena seduti al tavolo della Biblioteca, dopo aver chiesto della recente visita in Germania ("tempo brutto ma clima buono», ha risposto il capo del governo), Ratzinger ha sottolineato: «Avete cominciato bene ma in una situazione difficilissima... quasi insolubile». E il premier: «É importante cercare fin dall'inizio di dare il segno di una certa determinazione».
Circa 25 minuti il colloquio tra i due «professori», poi altri 45 per quello di Monti con il cardinale Bertone. In mezzo lo scambio dei doni col Pontefice: Monti ha regalato la copia anastatica di un'antica edizione di Atlanti nautici, realizzata dal Poligrafico dello Stato, e il suo libro «Il governo dell'economia e della moneta. Contributi per un'Italia europea», edito da Longanesi nel 1992; il Pontefice ha contraccambiato con una preziosa penna e una stampa del '500 con la basilica di San Pietro in costruzione. Il premier, in abito blu, camicia bianca, cravatta blu a mini-pois bianchi, è giunto a Palazzo apostolico con un seguito di 10 persone, tra cui la moglie, signora Elsa (in abito scuro e senza velo sul capo), il ministro degli Esteri Giulio Terzi e quello degli Affari europei Enzo Moavero.
Ma ieri è stata anche una giornata di scontri e tafferugli tra gli "indignados", che hanno "occupato" piazza San Pietro con le loro tende, e le forze dell'ordine. Momenti di forte tensione all'ombra della Basilica simbolo della cristianità nel mondo, sono volati calci e spintoni e si è visto anche qualche manganello. Il bilancio è di due feriti lievi, di alcuni contusi e di 3 manifestanti fermati (uno di loro era salito sul grande albero di Natale della piazza). «Quello che è successo è gravissimo», grida un ragazzo catalano. Il commento del Vaticano è stato affidato al direttore della sala stampa della Santa Sede: «Hanno voluto utilizzare la piazza – dichiara padre Federico Lombardi – in modo non coerente con la natura del luogo ed è stato giusto allontanarli».
© Copyright Gazzetta del sud, 15 gennaio 2012
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