martedì 10 gennaio 2012

Udienza del Papa al Corpo Diplomatico. I saluti del decano e del vice-decano (O.R.)

I saluti del decano e del vice-decano

Un anno cruciale per il futuro dell'umanità

All'inizio dell'incontro, il decano del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, l'ambasciatore di Honduras Alejandro Emilio Valladares Lanza, ha rivolto al Pontefice un saluto, che pubblichiamo in una nostra traduzione dallo spagnolo, introducendo anche le parole del vice-decano, Jean-Claude Michel, ambasciatore del Principato di Monaco.

Santità,

in questo momento sono intorno a noi centinaia di persone e tutti avremo l'onore di scambiare i saluti con Vostra Santità. Possiamo dire che formiamo una grande famiglia proveniente da tutti i continenti e che parliamo diverse lingue. Riteniamo che ormai è ora di fare alcuni cambiamenti. Pertanto in questa occasione delego al vice-decano, sua Eccellenza Jean Claude Michel, la lettura del saluto per lo scambio di auguri.
Santità, condividiamo il suo desiderio che la pace di Cristo regni nei nostri cuori, nelle famiglie e in tutti i popoli. Dio si oppone a ogni violenza. Grazie.

Ecco una nostra traduzione italiana dal francese del saluto pronunciato successivamente dall'ambasciatore vice-decano.

Santo Padre,

al termine di un anno che, per i suoi numerosi sconvolgimenti politici, economici e finanziari, potrebbe dimostrarsi cruciale per il futuro dell'umanità, è comunque pieno di speranza che mi permetto umilmente, a nome del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, a cui presto si unirà la Malaysia, di porgerle, Santità, i nostri più sinceri auguri di prosperità per la sua persona e per il proseguimento della sua missione apostolica.
Fra la desolazione delle popolazioni tanto duramente colpite dai flagelli naturali e l'aspirazione a una maggiore libertà di numerosi popoli, la vocazione di tutti e di ognuno a vivere in armonia con i propri simili e con il proprio ambiente resta la legittima e principale preoccupazione dei credenti e dei non credenti.
Eppure l'anno che si è appena concluso ci ha portato, come quelli che l'hanno preceduto, il suo strascico di drammi e di miserie umane.
I conflitti e l'instabilità politica hanno provocato considerevoli e incontrollabili spostamenti di milioni di uomini, donne e bambini. Alcuni, fuggendo dai loro Paesi, privati di tutto da individui senza scrupoli, stipati in imbarcazioni di fortuna, hanno preso il largo per pericolose traversate che per alcuni, purtroppo, sono state le ultime. Altri, perseguitati, hanno cercato rifugio in immensi campi allestiti in fretta, dove troppo presto hanno imperversato le privazioni, poi la carestia e la malattia.
Oggi ho l'opportunità di rendere omaggio, a nome di tutti i miei colleghi, ai governi e alle organizzazioni umanitarie per le azioni che hanno condotto, nonostante i pericoli e le difficoltà di ogni sorta, allo scopo di alleviare e di restituire un po' di dignità a questa immensa folla di sventurati abbandonata a se stessa. Tengo qui a sottolineare il ruolo importante che la Santa Sede, divenuta membro dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ha svolto in queste operazioni di salvataggio senza precedenti.
«Dio ode e risponde alle grida degli uomini». «Le violenze e l'odio portano sempre al fallimento».
Mi sia permesso di ringraziare il Successore di Pietro per la sollecitudine e le suppliche felicemente esaudite, affinché gli elementi scatenati si quietino e, messe a tacere le armi, gli uomini avVIIno un dialogo costruttivo sul cammino della riconciliazione e della concordia.
In piena estate un evento, carico di gioia e di speranza, è venuto a colmare il cuore dei credenti, e soprattutto dei cattolici di tutto il mondo: la celebrazione della ventiseiesima Giornata mondiale della gioventù a Madrid. Che felicità vedere quei giovani provenienti dai quattro orizzonti, felici di sentir dire che il Signore è per loro e per l'intera società un messaggero di amore e di pace. Giovani, fiduciosi nel futuro, pronti a irradiare il loro entusiasmo e il loro dinamismo al servizio del prossimo.
Come non ricordare anche l'incontro pieno di speranza che, dalla profetica iniziativa del beato Giovanni Paolo II, si svolge ad Assisi? Giornata di riflessione, di dialogo e di preghiera per la pace e la giustizia nel mondo.
Il 27 ottobre scorso, ha riunito non solo i rappresentanti di tutte le religioni, ma anche gli uomini e le donne di buona volontà che hanno celebrato, sotto la sua paterna benevolenza, Santità, l'armonia spirituale del genere umano.

(©L'Osservatore Romano 9-10 gennaio 2012)

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