NOTA DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, P. FEDERICO LOMBARDI, S.I., A PROPOSITO DI UNA TRASMISSIONE TELEVISIVA, 26.01.2012
La trasmissione televisiva "Gli intoccabili" andata in onda ieri sera, accompagnata dall’abituale contorno di articoli e commenti può essere oggetto di molteplici considerazioni, a cominciare dalla discutibilità del metodo e degli espedienti giornalistici con cui è stata realizzata, per continuare con l’amarezza per la diffusione di documenti riservati. Ma non è di questo che ora vogliamo principalmente parlare, essendo oggi tutto ciò fin troppo abituale, sia come metodo generale, sia come stile di informazione faziosa nei confronti del Vaticano e della Chiesa cattolica. Proponiamo piuttosto due semplici considerazioni che non hanno trovato spazio nel dibattito.
La prima. L’azione svolta da mons. Viganò come Segretario Generale del Governatorato ha certamente avuto aspetti molto positivi, contribuendo ad una gestione caratterizzata dalla ricerca del rigore amministrativo, del risparmio e del raddrizzamento di una situazione economica complessiva difficile. Questi risultati, ottenuti durante la Presidenza del card. Lajolo, sono chiari e non sono negati da nessuno. Una valutazione più adeguata richiederebbe tuttavia di tener conto dell’andamento dei mercati e dei criteri degli investimenti nel corso degli ultimi anni, ricordare anche altre circostanze importanti, come i risultati notevolissimi dell’attività dei Musei Vaticani, con flusso accresciuto di pubblico e orari di apertura più ampi, ricordare le finalità non puramente economiche ma di supporto della missione della Chiesa universale da parte dello Stato della Città del Vaticano che sono motivo di spese anche notevoli, e così via. Alcune accuse poi – anche molto gravi – fatte nel corso della trasmissione, in particolare quelle nei confronti dei membri del Comitato Finanza e Gestione del Governatorato e della Segreteria di Stato di Sua Santità, impegnano la Segreteria di Stato stessa e il Governatorato a perseguire tutte le vie opportune, se necessario legali, per garantire l’onorabilità di persone moralmente integre e di riconosciuta professionalità, che servono lealmente la Chiesa, il Papa e il bene comune. In ogni caso, i criteri positivi e chiari di corretta e sana amministrazione e di trasparenza a cui si è ispirato mons. Viganò continuano certamente ad essere quelli che guidano anche gli attuali responsabili del Governatorato, nella loro provata competenza e rettitudine. E ciò è coerente con la linea di sempre maggiore trasparenza e affidabilità e di attento controllo sulle attività economiche su cui la Santa Sede è chiaramente impegnata, nonostante le difficoltà, come dimostrano anche le adesioni alle Convenzioni internazionali di cui si dà notizia – per casuale coincidenza – proprio quest’oggi. Insomma, l’avvicendamento alla guida del Governatorato non intende certamente essere un passo indietro rispetto alla trasparenza e al rigore, ma un ulteriore passo avanti.
La seconda. Discussioni e tensioni, comprensibili differenze di opinioni e posizioni, vengono sottoposte alla valutazione di un giudizio superiore proprio perché questo è in grado di vedere le questioni in una prospettiva più ampia e con criteri più comprensivi. Un procedimento di discernimento difficile sui diversi aspetti dell’esercizio del governo di un’istituzione complessa e articolata come il Governatorato – che non si limitano a quelli del giusto rigore amministrativo - è stato invece presentato in modo parziale e banale, esaltando evidentemente gli aspetti negativi, con il facile risultato di presentare le strutture del governo della Chiesa non tanto come toccate anch’esse dalle fragilità umane – ciò che sarebbe facilmente comprensibile - quanto come caratterizzate in profondità da liti, divisioni e lotte di interessi. In questo diciamo senza timore che si è andati e si va spesso ben aldilà della realtà; che la situazione generale del Governatorato non è così negativa come si è voluto far credere; che tanta disinformazione non può certamente occultare il quotidiano e sereno lavoro in vista di una sempre maggiore trasparenza di tutte le istituzioni vaticane, e infine che non bisogna dimenticare che il Governo della Chiesa ha al suo vertice un Pontefice di giudizio profondo e prudente, la cui dirittura al disopra di ogni sospetto garantisce la serenità e la fiducia che giustamente si attendono coloro che operano al servizio della Chiesa e i fedeli tutti. In questa prospettiva va riaffermato decisamente che l’affidamento del compito di nunzio negli Stati Uniti a mons. Viganò, uno dei compiti più importanti di tutta la diplomazia vaticana, data l’importanza del Paese e della Chiesa cattolica negli Stati Uniti, è prova di indubitabile stima e fiducia da parte del Papa.
Bollettino Ufficiale Santa Sede
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9 commenti:
Risposta che mi sembra molto netta e dura.
Non ho visto la trasmissione né la vedrò.
Continuo a non capire questo mons. Viganò.
Ma sul serio.
Ho stima dei diplomatici, perché interpretano e generalmente in silenzio parti decisive e importantissime delle politica.
E la diplomazia vaticana lo ha fatto sempre al meglio.
Perché tutto questo screditamento pubblico e confuso? Perché fidarsi dei giornalisti? in cambio di che cosa? per rimediare a quale torto?
Non capisco.
ciao
r
raffa,sei soddisfatta di questa nota?
No!
R.
Peccato che quando nel 2010 Papa Benedetto fu più volte gravissimamente diffamato non siano usciti dalla Santa Sede comunicati di questo tenore. Peccato sia solo la Prof. Scaraffia a rispondere ai molti pamphlet contro Papa Benedetto.
Alessia
Neppure io. La trasmissione "gli intoccabili" è stata un mezzo, ma il marciume e il tradimento, vengono dall'interno del Vaticano. Costoro meriterebbero di subire un processo canonico, non importa quanto "in alto", ma moralmente in "basso" siano.
Alessia
e a Viganò che ha divulgato la lettera o ha fatto si che qualcuno per lui lo facesse, nessuno chiederà nulla? In fonde copre un ruolo diplomatico rappresentando il Papa (e non la 7) in un paese importantissimo
Il messaggio finale qui è che la croce non la vuol più portare nessuno, nemmeno tra chi la rappresenta. Ora i successori degli apostoli che subiscono un torto non si raccomandano a Dio, ma ai giornalisti
Esatto!
Il gioco dello "scaricabarile" e' ancora piu' odioso se praticato da uomini di Chiesa.
R.
Questo perchè per molti uomini di Chiesa sono le cose di quaggiù che contano non quelle di lassù.
Alessia
basta leggere l'Apocalisse di Giovanni quando parla di Babilonia,è il ritratto perfetto della chiesa,che,ahimè,ha sempre avuto gli stessi difetti e gli stessi peccati ha da sempre commesso,fin dalle prime ecclesìe sorte dopo la morte di Cristo;se ancora resiste non è nè per meriti o demeriti propri....e fortuna che Ratzinger c'è(penso seriamente in un diretto intervento dello Spirito Santo nella sua elezione.....)
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