venerdì 13 gennaio 2012

Le sfide del Papa: il Messico e Cuba (Alfonso Piscitelli)

Le sfide del Papa: il Messico e Cuba

A marzo Benedetto XVI visiterà "la faccia triste dell'America"

Alfonso Piscitelli

Entra nel vivo la preparazione del viaggio in America Centrale di Benedetto XVI.
Due tappe assai significative, il passaggio in Messico e l'approdo a Cuba, scandiscono il viaggio, che potrebbe avere portata storica, come la ebbero i precedenti interventi di Giovanni Paolo II nelle due nazioni ispaniche. Wojtyla seminò, oggi Ratzinger può raccogliere frutti di enorme portata spirituale e geopolitica.
In Messico la posta in gioco è il superamento del regime laicista. Il grande stato centro-americano vive ancora oggi una situazione simile a quella dell'Italia nei primi anni dopo l'unificazione: da un lato una popolazione di ferventi cattolici, dall'altro istituzioni politiche che - in nome di una ideologia dichiaratamente massonica - escludono con vigore ogni riferimento alla fede cattolica. In Messico è vietato mostrare in pubblico paramenti religiosi. Quando Giovanni Paolo II fu a Città del Messico, qualche deputato ferreo custode dell'ortodossia laicista, chiese ai colleghi parlamentari se il papa incontrando le folle col consueto abito bianco pontificio e celebrando poi all'aperto non avesse infranto la legge che garantisce la separazione tra Stato e Chiesa. Il capo del governo di allora bonariamente rispose che quando anche ci fosse stata un'infrazione del codice non vedeva chi potesse assumersi la piccola responsabilità di arrestare il Santo Padre. Il Messico è ancora oggi il paradiso ideologico per certi gruppuscoli di borghesi, tipo quelli che in Italia si riuniscono intorno a riviste come Micromega. Per il resto, questa grande nazione ispanica rimane «la faccia triste dell'America», come cantava Paolo Conte in "Messico e Nuvole". Ampie fette di popolazione giovanile sono in fuga verso il Nord America, la delinquenza dilaga sanguinosamente. Nelle carneficine dei narcos sembra che ritorni qualcosa della antica voluttà azteca di sangue versato.
In questo contesto sociale così controverso, il viaggio di Wojtila segnò un passaggio storico: alle folle di Città del Messico si rivolgeva pubblicamente e direttamente una autorità patriarcale che indicava un messaggio sociale di riconciliazione e di lavoro operoso da un lato, dall'altro faceva riferimento aperto alla fede che aveva forgiato il Messico. Il popolo aderì con entusiasmo a questa sintesi, i governanti per un attimo dovettero riporre nell'armadio l'armamentario massonico. L'arrivo di Benedetto XVI previsto per il 23 marzo può dare un altro colpo al regime ideologico di separazione laicista. In questo senso la visita si pone sulla scia della viaggio in Spagna dell'estate scorsa: Ratzinger arriva con passo felpato, ma la sua presenza - dotata di un silenzioso carisma - contribuisce ad abbattere ideologie laiciste entrate ormai nella loro fase decadente (come Zapatero in Spagna).
La posta in gioco del viaggio a Cuba è ancora più importante. Nessuno può metterlo ufficialmente all'ordine del giorno della visita all'Avana, ma tutti sotto sotto se lo aspettano: che Benedetto XVI dia un colpo determinante all'archiviazione della ideologia comunista. Ratzinger dovrebbe incontrare Castro I e Castro II, è facile pensare che i toni saranno cordiali e che nessuno pronuncerà dichiarazioni urticanti. Ma oggi i Castro sono alla fine del loro ciclo storico-ideologico e si potrebbe ripetere ciò che accadde quando Giovanni Paolo II andò in Cile e bonariamente convinse Pinochet a farsi da parte.
Castro II ha già fatto delle concessioni che minano la muraglia del comunismo di Stato, l'arrivo di Ratzinger può essere l'occasione storica per agevolare altre aperture: libertà di movimento, riconoscimenti alla proprietà privata, liberazioni di detenuti politici. Il terzo punto è un obiettivo che già è stato apertamente indicato nei giorni di Natale: annunciando la visita pontificia i portavoce del regime hanno prospettato il ritorno a casa di qualche centinaio di prigionieri politici. La grande forza dell'autorità pontificia è che essa da un lato procede in maniera estremamente cauta nelle trattative diplomatiche, dall'altra agisce in maniera dirompente nel rapporto con le grandi folle. L'impatto di una celebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo di Roma dinanzi a centinaia di migliaia di fedeli è travolgente: celebrazioni del genere celano in sé un misterioso "fattore X" che i laicisti stentano a capire e che turba i sistemi dittatoriali. Per questo il partito comunista cinese non permetterà mai a Benedetto XVI si approdare sul suolo di Pechino. Oggi i fratelli Castro, a conclusione della loro lunga parabola, mostrano una maggiore accondiscendenza. Ma se pensano di poter gestire l'immagine del Papa per i loro fini forse si illudono. La Chiesa cattolica è oggi anche forza di interposizione pacifica tra Usa e Cuba. Probabilmente l'arrivo di Benedetto XVI risulterà gradita anche a Obama, che cerca sempre di più l'occasione giusta per archiviare un embargo ormai divenuto anacronistico. Se Benedetto XVI invoca delle aperture, e se i Castro rispondono positivamente, Obama può avere una giustificazione per superare lo status quo di incomunicabilità.
Ma sullo sfondo della crisi permangono scenari ancora più profondi. Gli ispanici sono cattolici, sono in piena espansione demografica e sono in marcia verso il Nord America. A New York vige ormai quasi il bilinguismo; da Madonna in poi le grandi pop star o sono latine o sono spagnoleggianti. Nello stesso tempo i protestanti del Nord America invadono il Sud e attraverso le tele-predicazioni sottraggono anime alla Chiesa Cattolica.
Ma a volte la Chiesa Cattolica ha in casa i nemici più insidiosi, quelli che in buona o malafede fanno perdere la fede… ieri i comunistelli della Teologia della Liberazione, oggi i propagatori di scandali sessuali, come il fondatore dei "Legionari di Cristo" - che proprio in Messico aveva la sua base.

© Copyright Il Secolo d'Italia, 13 gennaio 2012

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi piace l'espressione passo felpato,si dimentica la volce mite e suadente,ma le parole a volte sono affilate come spade e feriscono e vanno molto a fondo e alle sue parole non si può mai sfuggire,ci sarà da seguire il viaggio con attenzione....