L'ambasciatore cubano presso la Santa Sede: la visita di Benedetto XVI sarà indimenticabile
Cresce a Cuba l'attesa per la visita che Benedetto XVI compirà dal 26 al 28 marzo prossimi. Proprio in questi giorni ricorre l’anniversario dello storico viaggio di Giovanni Paolo II nell'isola caraibica. Esattamente 14 anni fa, il 23 gennaio 1998, Papa Wojtyla nella Messa di Camaguey esortava i giovani cubani a testimoniare la fede cristiana senza paura e ad essere “coraggiosi nella verità” e “audaci nella libertà”. Ma come ricorda Cuba quell’evento? Luis Badilla lo ha chiesto all’ambasciatore cubano presso la Santa Sede, Eduardo Delgado:
R. - La visita fue realmente muy impactante …
La visita di Giovanni Paolo II per il popolo cubano è stato un evento di grande impatto, indimenticabile, del quale ci sono tuttora echi come il ristabilimento del Natale come festa nazionale e l’apertura di un colloquio permanente con la Chiesa cattolica cubana su diverse questioni pastorali e ciò è servito per progredire nei buoni rapporti esistenti. Noi cubani nutriamo un grande affetto, oserei dire amore, per il Beato Giovanni Paolo II. Apprezziamo e ricordiamo non solo la sua visita, ma anche il suo magistero e il suo lungo pontificato.
D. - Secondo lei, c’è una continuità tra ciò che poc’anzi ha ricordato e la prossima visita di Benedetto XVI dal 26 al 28 marzo a Cuba? Cosa è giusto aspettarsi da questo pellegrinaggio?
R. - Pienso que si, porque posteriormente no ha habido ...
Penso proprio di sì, poiché, tra l’altro, in questi anni non ci sono stati cambiamenti nei rapporti bilaterali; anzi, in molti aspetti questi rapporti sono stati approfonditi com’è logico che accada. A cosa aspiriamo noi? Innanzitutto, desideriamo fortemente che anche questa visita del Santo Padre sia tanto positiva e bella come quella del suo predecessore e poi ci auguriamo che lasci nel cuore del Santo Padre un ricordo grato com’è accaduto col Beato Giovanni Paolo II.
D. - Si è molto parlato dell’indulto del governo cubano a quasi 3mila carcerati. Si è detto anche che poteva essere un gesto di buona volontà proprio nella prospettiva della visita del Papa. Come si può approfondire questo tema così importante?
R. - Primero hay que situar este indulto ...
Per prima cosa, si deve dire che quest’indulto ha un doppio carattere: è un gesto sovrano e al medesimo tempo è un gesto umanitario. In secondo luogo vale la pena ricordare che gli indulti a Cuba sono una prassi normale, in media avvengono più o meno una volta l’anno. In passato ci sono stati addirittura indulti per un numero di detenuti maggiore di quest’ultimo. Non siamo di fronte a nulla di eccezionale. In terzo luogo gli indulti, e questo recente in particolare, sono una risposta a situazioni umanitarie rilevanti come per esempio detenuti anziani o gravemente malati; giovani che hanno migliorato il proprio comportamento sociale studiando o lavorando; persone detenute che hanno dimostrato una buona condotta oppure hanno scontato gran parte della pena ... Inoltre si tratta anche di una doverosa riposta alle richieste dei familiari dei carcerati e delle Chiese, di quella cattolica e del Consiglio delle Chiese. E poi siamo alla vigilia della visita del Papa e perciò è anche un gesto di buona volontà di carattere umanitario. Non si tratta dunque di un gesto politico.
D. - Con l’annunciata visita del Papa a Cuba fra poche settimane, l’isola entra a far parte, insieme con Messico, Stati Uniti e Colombia, del ristretto elenco dei Paesi americani che hanno ricevuto la visita di due Papi. Con quali sentimenti avete ricevuto l’annuncio?
R. - Creo que puedo resumir del pueblo cubano, del Governo ...
Ritengo di poter riassumere i sentimenti del popolo cubano, del governo e quelli personali, dicendo: anzitutto è un grande onore essere visitati da due Papi, Giovanni Paolo II ed ora Sua Santità Benedetto XVI. Aggiungo: il Papa sarà ricevuto con molto rispetto e amore e faremo tutto ciò che è possibile affinché lasci un ricordo indimenticabile com’è accaduto con Papa Giovanni Paolo II.
D. - E come si può raccontare l’emozione del popolo cubano, in particolare delle persone semplici, lavoratori, studenti, donne, anziani, giovani?
R. - Pienso que en cualquiera circunstancia la visita del Papa …
In qualsiasi circostanza, a mio avviso, la visita del Papa è sempre accolta con grande simpatia e grandi aspettative; con manifestazioni di affetto e di rispetto. Questa visita coincide con la fine del pellegrinaggio nazionale della Madonna della Caridad del Cobre la cui immagine dall’agosto 2010 ha attraversato tutta l’isola. È stato un pellegrinaggio che non solo ha raggiunto luoghi geografici specifici come le città, piccole e grandi, ma anche molti spazi sociali rilevanti: infatti, oltre che nelle chiese, l’immagine è arrivata nelle scuole, nei centri culturali, negli enti artistici e nelle carceri. Questo pellegrinaggio ha creato un clima particolare che si traduce in una crescita delle attese per quanto riguarda la presenza del Papa. Non ho alcun dubbio che le Messe che presiederà il Santo Padre avranno una partecipazione massiccia di cubani. Si sa, i cubani sono un popolo ospitale, solidale e accogliente.
D. - Secondo la Costituzione, lo Stato cubano è laico e da molti anni, oltre 70, ha rapporti diplomatici con la Santa Sede. In quest’ottica come leggere questa visita del Papa?
R. - Es un hecho cierto, come Ud. señala que el nuestro es un ...
È un fatto certo, come lei segnala, che il nostro è uno Stato laico. Tutte le Chiese presenti a Cuba possono agire all’interno di una cornice legale precisa. Credo però che sia importante indicare che la dottrina cristiana è una parte sostanziale della cultura del popolo cubano e del suo modo di pensare.
D. - Da quanto il Santo Padre ha detto su Cuba in diverse occasioni si ha l’impressione che Benedetto XVI conosca bene il Paese, i suoi problemi e le sue difficoltà, le sue sfide e le sue priorità ... È così, secondo lei?
R. - Exactamente asì. Creo que el Papa està en conocimiento ...
Proprio così. Il Papa conosce bene il nostro Paese e in Vaticano le più alte autorità sono ugualmente a conoscenza della nostra realtà. Nell’espletamento delle nostre funzioni diplomatiche percepiamo, da parte della Sede Apostolica, affetto e rispetto. Ci capita spesso di ricevere da più parti dimostrazioni di quest’affetto verso il nostro Paese e di questa conoscenza di ciò che Cuba è.
D. - Mi consenta una domanda un po’ particolare: cosa attende Cuba da questa visita, cosa desidera, e perché? Non possiamo dimenticare che il Papa si fa pellegrino per stare vicino alle Chiese e ai popoli locali…
R. - En primer lugar las relaciones de la Santa Sede con Cuba son ...
In primo luogo, va detto che i rapporti della Santa Sede con Cuba sono buoni. I nostri rapporti durano ininterrottamente da 76 anni. Sul piano internazionale, la Santa Sede ha espresso sempre la sua contrarietà al blocco che colpisce Cuba da molti anni e che è la limitazione più pesante che ha il nostro popolo per costruire il suo futuro. Da parte della Santa Sede, in diverse occasioni di calamità naturali per esempio, sono state manifestate vicinanza e solidarietà sia spirituale che materiale nei confronti del popolo cubano. Il popolo cubano a mio avviso aspetta innanzitutto di vedere il Papa, cosa che già è molto importante: desidera stargli vicino, ascoltarlo, ricevere il suo messaggio. La sua parola influisce positivamente sulle persone e sullo sviluppo della società e così sarà anche in questa prossima visita.
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