PAPA: RACCOMANDA FEDELTA' E RISPETTO TRADIZIONE AI GIUDICI ROTALI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 21 gen.
"L’interpretazione della legge canonica deve avvenire nella Chiesa".
Benedetto XVI ha voluto ricordarlo oggi nell’annuale discorso ai giudici della Rota Romana, tribunale di terzo grado per le cause di nullita’ matrimoniale, e dunque vera e propria Corte di Cassazione della Chiesa Cattolica.
"Non si tratta - ha precisato - di una mera circostanza esterna, ambientale: e’ un richiamo allo stesso ’humus’ della legge canonica e delle realta’ da essa regolate".
Serve cioe’ anche agli operatori del diritto canonico un cammino di conversione e crescita nella fede che deve illuminare la giurisdizione ecclesiastica come ogni altra funzione ecclesiale. Per il Pontefice, infatti, proprio "la maturita’ cristiana conduce ad amare sempre piu’ la legge e a volerla comprendere e applicare con fedelta’".
In proposito il Papa teologo ha ricordato l’Anno della fede da lui convocato nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II.
"Il sentire ’cum Ecclesia’ ha senso - ha spiegato - anche nella disciplina, a motivo dei fondamenti dottrinali che sono sempre presenti e operanti nelle norme legali della Chiesa". "In questo modo - per Benedetto XVI - va applicata anche alla legge canonica quell’ermeneutica del rinnovamento nella continuita’" che a suo giudizio deve essere seguita "nell’interpretazione e attuazione dei documenti conciliari".
All’opposto, ha denunciato Papa Ratzinger, "con l’oblio pratico del diritto naturale e del diritto divino positivo, come pure del rapporto vitale di ogni diritto con la comunione e la missione della Chiesa, il lavoro dell’interprete viene privato del contatto vitale con la realta’ ecclesiale".
Per cogliere "il significato proprio della legge occorre sempre guardare - ha scandito Benedetto XVI - alla realta’ che viene disciplinata, e cio’ non solo quando la legge sia prevalentemente dichiarativa del diritto divino, ma anche quando introduca costitutivamente delle regole umane". "Queste - ha raccomandato il Pontefice ai giudici della Rota Romana - vanno infatti interpretate anche alla luce della realta’ regolata, la quale contiene sempre un nucleo di diritto naturale e divino positivo, con il quale deve essere in armonia ogni norma per essere razionale e veramente giuridica".
In questa ottica, "l’uso dei mezzi interpretativi previsti dal Codice di Diritto Canonico, a cominciare dal ’significato proprio delle parole considerato nel testo e nel contesto’" diviene "un compito che e’ vivificato da un autentico contatto con la realta’ complessiva della Chiesa, che consente di penetrare nel vero senso della lettera della legge".
Secondo il Papa, ai giudici ecclesiastici occorre dunque "spirito di docilita’ per accogliere le leggi, cercando di studiare con onesta’ e dedizione la tradizione giuridica della Chiesa per potersi identificare con essa e anche con le disposizioni legali emanate dai Pastori, specialmente le leggi pontificie nonche’ il magistero su questioni canoniche, il quale e’ di per se’ vincolante in cio’ che insegna sul diritto".
"Solo in questo modo - ha affermato - si potranno discernere i casi in cui le circostanze concrete esigono una soluzione equitativa per raggiungere la giustizia che la norma generale umana non ha potuto prevedere, e si sara’ in grado di manifestare in spirito di comunione cio’ che puo’ servire a migliorare l’assetto legislativo".
Tutto questo, ha detto ancora Benedetto XVI, acquista "una peculiare rilevanza nell’ambito delle leggi riguardanti l’atto costitutivo del matrimonio e la sua consumazione" e la validita’ delle ordinazioni sacerdotali, campi delicati nei quali "la sintonia con il vero senso della legge della Chiesa diventa una questione di ampia e profonda incidenza pratica nella vita delle persone e delle comunita’ e richiede una speciale attenzione".
Ricordando in proposito come siano vincolanti "il magistero pontificio contenuto soprattutto nelle Allocuzioni alla Rota Romana, la giurisprudenza della Rota Romana, e le norme e le dichiarazioni emanate da altri Dicasteri della Curia Romana", il Papa ha concluso che seguire tali suggerimenti "e’ essenziale e non mortifica in alcun modo le funzioni dei tribunali locali, chiamati a confrontarsi per primi con le complesse situazioni reali che si danno in ogni contesto culturale".
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PAPA: ANCHE NELLA CHIESA VERO DIRITTO INSEPARABILE DA GIUSTIZIA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 21 gen.
"Il vero diritto e’ inseparabile dalla giustizia".
Questa affermazione che aveva messo al centro dello storico discorso dello scorso settembre al Reichstag di Berlino, il Parlamento Federale Tedesco, Benedetto XVI ha voluto ripeterla oggi in apertura dell’anno giudiziario della Rota Romana, il piu’ conosciuto tribunale della Santa Sede, che rappresenta il terzo grado per le cause di nullita’ matrimoniale ed e’ dunque paragonabile alla Corte di Cassazione.
"Il principio - ha spiegato il Pontefice - vale ovviamente anche per la legge canonica, nel senso che essa non puo’ essere rinchiusa in un sistema normativo meramente umano, ma deve essere collegata a un ordine giusto della Chiesa, in cui vige una legge superiore".
"Negli ultimi tempi - ha osservato Papa Ratzinger - alcune correnti di pensiero hanno messo in guardia contro l’eccessivo attaccamento alle leggi della Chiesa, a cominciare dai Codici, giudicandolo per l’appunto una manifestazione di legalismo.
Di conseguenza sono state proposte
delle vie ermeneutiche che consentono un approccio piu’ consono con le basi teologiche e gli intenti anche pastorali della norma canonica, portando a una creativita’ giuridica in cui la
singola situazione diventerebbe fattore decisivo per accertare l’autentico significato del precetto legale nel caso concreto".
Ma se da una parte privilegiando "la misericordia e l’equita’", questa impostazione sembra essere coerente con la visione cristiana, va notato - secondo Benedetto XVI - che essa "non supera il positivismo che denuncia, limitandosi a sostituirlo con un altro in cui l’opera interpretativa umana assurge a protagonista nello stabilire cio’ che e’ giuridico".
In sostanza, in questa visione che a un certo punto
sembrava affermarsi nei tribunali ecclesiastici, "manca il senso di un diritto oggettivo da cercare, poiche’ esso resta in balia di considerazioni che pretendono di essere teologiche o pastorali, ma alla fine sono esposte al rischio dell’arbitrarieta’".
"In tal modo - ha rilevato il Papa teologo nel suo discorso alla Rota - l’ermeneutica legale viene svuotata: in fondo non interessa comprendere la disposizione della legge, dal momento che essa puo’ essere dinamicamente adattata a qualunque soluzione, anche opposta alla sua lettera".
Joseph Ratzinger suggerisce dunque "un’altra via, in cui la comprensione adeguata della legge canonica apre la strada a un lavoro interpretativo che s’inserisce nella ricerca della verita’ sul diritto e sulla giustizia nella Chiesa".
Si tratta forse di un percorso piu’ impegnativo per i giudici, perche’ "in quest’ottica la legge positiva umana perde il primato che le si vorrebbe attribuire, giacche’ il diritto non si identifica piu’ semplicemente con essa; in cio’, tuttavia, la legge umana viene valorizzata in
quanto espressione di giustizia, anzitutto per quanto essa dichiara come diritto divino, ma anche per quello che essa introduce come legittima determinazione di diritto umano".
"In tal modo - per Benedetto XVI - si rende possibile un’ermeneutica legale che sia autenticamente giuridica, nel senso che, mettendosi in sintonia con il significato proprio della legge, si puo’ porre la domanda cruciale su quel che e’ giusto in ciascun caso".
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PAPA: ROTA ROMANA HA NUOVE COMPETENZE SU MATRIMONIO NON CONSUMATO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 21 gen.
Inaugurando l’anno giudiziario della Rota Romana, il Papa ha ricordato oggi "la recente innovazione in forza della quale sono state trasferite a un Ufficio presso codesto Tribunale Apostolico le competenze circa i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullita’ della sacra Ordinazione".
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