giovedì 26 gennaio 2012

Il Papa: Nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi (Vecchi)

Se il Pontefice sdogana Twitter per le preghiere

Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO

Non nomina Twitter e i suoi «cinguettii» in 140 caratteri, però il riferimento di Benedetto XVI a proposito di Internet e «reti sociali» è trasparente: «Nella essenzialità di brevi messaggi, spesso non più lunghi di un versetto biblico, si possono esprimere pensieri profondi». A condizione però che ciascuno «non trascuri di coltivare la propria interiorità».
Il Papa, nella giornata delle comunicazioni sociali, si sofferma sul rapporto tra silenzio e parola: che non sono opposti ma «devono equilibrarsi», poiché «il silenzio è parte integrante della comunicazione e senza di esso non esistono parole dense di contenuto». E ancora una volta si mostra attento agli sviluppi mediatici: «Sono da considerare con interesse le varie forme di siti, applicazioni e reti sociali che possono aiutare l' uomo di oggi a vivere momenti di riflessione e di autentica domanda, ma anche a trovare spazi di silenzio e occasioni di preghiera». Nei «motori di ricerca» e nelle «reti sociali» molti «cercano informazioni e risposte».
Per questo «è necessario creare un ambiente propizio, una sorta di "ecosistema" che sappia equilibrare silenzio, parola, immagini e suoni».
Tanto più nell' oceano che è la Rete: «Là dove messaggi e informazione abbondano, il silenzio diventa essenziale per discernere ciò che è importante da ciò che è inutile o accessorio». L' arcivescovo Claudio Maria Celli, nel presentare il messaggio del Papa, cita Simone Weil: «Le creature parlano con i suoni. La parola di Dio è silenzio». Del resto la Chiesa è presente in Rete e su Twitter anche con sei cardinali: Gianfranco Ravasi (@CardRavasi) e gli arcivescovi di Milano Angelo Scola (@angeloscola), di Boston Sean Patrick O' Malley (@CardinalSean), di San Paolo Odilo Scherer (@DomOdiloScherer), di Città del Messico Norberto Rivera (@primadodemexico) e di Durban Wilfrid Fox Napier (@CardinalNapier). Studioso di Internet è il padre gesuita Antonio Spadaro (@antoniospadaro), direttore d ella Civiltà Cattolica. Ieri, tra l' altro, osservava: «Cade un altro pregiudizio: che in Rete ci sia solo rumore».

© Copyright Corriere della sera, 25 gennaio 2012

Nessun commento: