martedì 3 gennaio 2012

Il Papa dal 23 al 26 marzo in Messico e dal 26 al 28 marzo a Cuba

Dal 26 al 28 marzo il Papa a Cuba 14 anni dopo Giovanni Paolo II

CITTA' DEL VATICANO

Quattordici anni dopo lo storico viaggio di Giovanni Paolo II, un altro Papa approderà a Cuba, patria della rivoluzione castrista.
Le conferenze episcopali di Messico e Cuba hanno infatti ufficializzato le date del prossimo viaggio di Benedetto XVI in America Latina: dal 23 al 26 marzo in Messico e dal 26 al 28 marzo nell'isola caraibica, in concomitanza con il bicentenario dell'indipendenza dei paesi latinoamericani.
Il viaggio del Papa, il secondo in America Latina, questa volta in Paesi di lingua spagnola, dopo quello in Brasile del 2007, interesserà in Messico lo stato di Guanajuato: la capitale Leon è stata scelta per ospitare il Papa che non può recarsi a Città del Messico a causa dell'altitudine. Per quanto riguarda la tappa cubana, in occasione dei festeggiamenti della Virgen de la Caridad del Cobre, venerata come protettrice di Cuba, il Papa visiterà Santiago e la capitale L'Avana.
Nell'isola caraibica c'è attesa tra i cattolici, che ricordano l'impatto della visita di papa Wojtyla, che nel gennaio del 1989 formulò l'auspicio «Cuba si apra al mondo e il mondo si apra a Cuba». Da allora Natale è tornato ad essere giorno di festa nell'isola, dopo che per decenni il regime aveva represso la libertà di culto, associandola la fede a sentimenti controrivoluzionari.
Nel caricare l'attesa del Papa di significati gioca anche l'attuale fase di transizione del Paese, dopo che cinque anni or sono il «lider maximo», Fidel Castro, ha lasciato gli incarichi e dopo che nel 2008 gli è succeduto alla presidente il fratello Raul, promuovendo le prime riforme economiche e le prime liberalizzazioni. Il governo cubano ha da poco annunciato che l'indulto a 2.900 prigionieri, quale «gesto umanitario e sovrano», in vista della visita di papa Ratzinger. In Vaticano si guarda con attenzione alle aperture del regime cubano e si auspica che interessino anche il ruolo della Chiesa nella società cubana.
Del resto Benedetto XVI, che lo scorso 12 dicembre celebrando una messa solenne in San Pietro per il bicentenario dell'indipendenza dei paesi dell'America Latina, ha annunciato che entro Pasqua si sarebbe recato nei due paesi latinoamericani, è particolarmente informato su Cuba e attento a questa realtà: nell'isola caraibica è stato nunzio mons. Giovanni Angelo Becciu, fino alla nomina a sostituto alla segreteria di Stato.
Il Pontefice arriva a Cuba nell'anniversario della scomunica comminata dal Vaticano a Fidel Castro.
Era il 3 gennaio 1962, 50 anni fa, quando Giovanni XXIII scomunicò il leader cubano Fidel Castro. Il "lider maximo" che a marzo riceverà Benedetto XVI. La scomunica decisa da Papa Roncalli fu la risposta all'espulsione di 131 sacerdoti e alla chiusura delle scuole cattoliche.
Le cose sono cambiate ed ora, così come si è visto in occasione della visita di Giovanni Paolo II, quattordici anni addietro, i rapporti tra la Chiesa Cattolica e l'isola comunista sono cambiati, tenuto conto che ormai il comunismo non fa quasi più paura a nessuno e che sono molti i gesti e le novità nel campo economico e in quello dei diritti civili, che hanno fatto modificare il giudizio su Cuba.
In questa direzione ha giovato il passaggio di poteri tra Fidel Castro (al tempo della malattia) e il più giovane fratello Raoul.

© Copyright Gazzetta del sud, 3 gennaio 2012

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