Abusi in Belgio. Il vescovo di Tournai: rompere il silenzio, riparare e prevenire
“Imparare la lezione dalle storie dolorose ascoltate dalle vittime, rompere il silenzio e non lasciare in pace coloro che hanno abusato”. Ma soprattutto “gettare le basi per il trattamento in futuro e la prevenzione di abusi sessuali”. Questi gli intenti che hanno portato la Conferenza episcopale del Belgio a pubblicare un opuscolo dal titolo "Una sofferenza nascosta - per un approccio globale degli abusi sessuali nella Chiesa". Bernard Decottignies ne ha parlato con mons. Guy Harpigny, vescovo di Tournai e referente della Conferenza episcopale belga per gli abusi sessuali:
R. - Ici c’est une approche globale, dont qui a comme premier ….
Qui si tratta di un approccio globale che ha come un primo obiettivo di ascoltare le vittime, di rompere il silenzio, quindi di dire la verità e di riconoscere i fatti, in maniera chiara e pubblica. Poi si tratta di fare in modo che le vittime possano manifestarsi, essere ascoltate e ricevere una risposta alle loro domande, possono dunque avere un riconoscimento. Ma è previsto anche che si possano indicare dei luoghi di mediazione e il centro di arbitrato per i casi che sono prescritti e per quelle persone che chiedono un indennizzo.
D. – La Chiesa belga si pone in modo estremamente chiaro e netto al fianco delle vittime…
R. – Oui, c’est exact. Je ne sais pas c’est un grand changement…
Sì, è esatto. Non so se sia un grande cambiamento, ma è certamente un cambiamento di prospettiva: più che guardare la situazione nel suo insieme, facendo attenzione a tutte le parti coinvolte, qui abbiamo voluto porre l’accento sulle vittime che soffrono e che continuano a soffrire praticamente fine alla fine dei loro giorni… Hanno bisogno di ricevere un aiuto, hanno bisogno di essere ascoltate ed è quello che stiamo cercando di fare.
D. – Cosa rappresenta questo documento?
R. – C’est un pas, mai ce n’est pas…
E’ un passo, ma non è l’ultimo: noi abbiamo cercato di rispondere alle attese delle vittime e dell’opinione pubblica. Crediamo, però, che ci sia ancora molto, molto da fare… Questo è un cammino di aiuto alle vittime; ma crediamo anche che sia necessario prestare attenzione all’aspetto spirituale e, partendo dalla fede cristiana, vedere come, in situazioni così difficili e così terribili per alcune persone, si possa avanzare e avanzare tutti insieme… Aiutando così le vittime, che sono ancora credenti, a comprendere che anche nel Vangelo possono trovare delle risorse per affrontare questa sofferenza. Questo è un passo che ancora non abbiamo fatto. In questo momento abbiamo voluto ristabilire la giustizia, abbiamo voluto riparare e abbiamo voluto ascoltare veramente. Credo che in futuro, tutta la comunità cristiana, debba anche impegnarsi nella prevenzione, attuando tutta una serie di misure affinché tutto questo non si ripeta più! Sarà importante anche vedere, insieme alle vittime, se sarà possibile fare ancora qualcos’altro. (mg)
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