martedì 10 luglio 2012

Il Papa a Nemi. Nel segno della missione «ad gentes» (Biccini)


Nel segno della missione «ad gentes»


Una statua lignea della Vergine Maria proveniente dalla lontana isola indonesiana di Bali e un'offerta per le opere di carità del Papa: sono alcuni dei doni che il superiore generale eletto dei missionari verbiti, padre Heinz Kulüke, ha presentato stamane, lunedì 9 luglio, a Benedetto XVI in visita al centro Ad Gentes di Nemi.
Nei pressi della cittadina lacustre esiste infatti da cinquant'anni una struttura per ritiri spirituali e formativi della congregazione fondata da sant'Arnold Janssen. Una visita privata quella del Pontefice, per incontrare i 125 partecipanti al XVII capitolo generale della Società del Verbo Divino (Steyler Missionare), ritornando 47 anni dopo nello stesso centro in cui fu ospite dal 29 marzo al 3 aprile 1965 come membro della commissione conciliare delle missioni. Dai lavori del ristretto gruppo di cui faceva parte il giovane teologo Joseph Ratzinger scaturì l'ultimo decreto del Vaticano II, quello sull'attività missionaria della Chiesa, Ad gentes. «Approvato poi dall'assemblea conciliare -- ha ricordato lo stesso nuovo superiore generale rivolgendosi al Papa in tedesco -- il 7 dicembre dello stesso anno con 2.934 voti favorevoli e solo 5 contrari: un record di “sì”, non raccolto da nessun altro documento emanato» dalla storica assise. Proprio per il suo stretto legame con i lavori del concilio il centro di Nemi è stato visitato in passato dai due Pontefici del Vaticano II: Giovanni XXIII, che venne proprio cinquant'anni fa, il 23 agosto 1962; e Paolo VI, che vi sostò il 6 settembre 1965.
Giunto poco prima di mezzogiorno in automobile dalla vicina residenza estiva di Castel Gandolfo, il Papa era accompagnato dal vescovo Paolo De Nicolò, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, dal suo segretario particolare, monsignor Georg Gänswein, e dal direttore delle Ville Pontificie, Saverio Petrillo. Al suo arrivo è stato accolto dal superiore generale uscente, padre Antonio Pernia, originario delle Filippine; dal procuratore generale, padre Giancarlo Girardi; e dal superiore generale eletto. Cinquantasei anni, nativo di Spelle, in Germania, padre Kulüke è stato per 26 anni missionario nelle Filippine. È stato scelto nel corso del capitolo, i cui lavori sul tema «Da ogni popolo, lingua e nazione: condividere la vita e la missione interculturali» (Apocalisse 7, 9), si concluderanno il 15 luglio prossimo. Giunti da 50 nazioni, i 125 padri capitolari hanno voluto affidargli la guida degli oltre seimila missionari verbiti diffusi in 70 Paesi del mondo. Inizierà il suo mandato il prossimo 29 settembre.
Nella maggiore delle quattro cappelle di cui è dotato il centro, ristrutturato di recente, il Papa ha fatto il suo ingresso accolto dai canti e dall'applauso dei capitolari presenti, ai quali si è unita la Curia generalizia che ha sede a Roma. Dopo aver sostato in adorazione del Santissimo, Benedetto XVI ha ammirato i dipinti che abbelliscono il luogo di preghiera: ritraggono i protagonisti della storia di santità della famiglia verbita, come i santi Arnold Janssen e Giuseppe Freinademetz, i quattro religiosi polacchi martiri del nazismo e le due beate cofondatrici delle suore missionarie dello Spirito Santo. Quindi ha ricevuto il saluto di padre Pernia, che in inglese ha evidenziato come i partecipanti al capitolo cerchino «modi diversi per dare testimonianza del Verbo Divino in un mondo che sta diventando sempre più multiculturale. Rinnoviamo così anche la nostra identità come congregazione religiosa-missionaria interculturale -- ha aggiunto -- chiamata tra i popoli delle diverse nazioni e lingue per partecipare alla missione universale di raccogliere gli uomini nella comunione trinitaria di Dio». L'interculturalità, del resto, è un'eredità ricevuta dal fondatore sant'Arnold Janssen. «I tre uomini con i quali diede inizio alla congregazione -- ha ricordato il superiore generale uscente -- appartenevano a tre nazionalità diverse. A causa della persecuzione religiosa dell'epoca, non poté istituirla in Germania, quindi lo fece oltreconfine, nei Paesi Bassi, nella piccola città di Steyl».
Il Pontefice ha risposto a braccio in italiano. Quindi ha intonato il canto del Pater Noster e impartito la benedizione ai presenti. Alla presentazione dei doni, la statua della Vergine gli è stata consegnata da due missionari in abiti tradizionali balinesi. Un religioso cinese gli ha poi offerto un singolare ventaglio con incisi caratteristici ideogrammi della sua lingua.
Concluso l'incontro, mentre il Papa lasciava la cappella, gli è stato indicato il luogo esatto nel quale, nel 1965, fu scattata la fotografia della plenaria della commissione conciliare delle missioni (da noi pubblicata nell'edizione di domenica 8 luglio), in cui si riconosce anche il trentottenne Joseph Ratzinger. Successivamente, con un fuori programma, il Papa si è incamminato verso la parte centrale della casa Ad Gentes. Ha potuto così ammirare il panorama mozzafiato che offre la vista sul lago di Nemi. In auto è poi rientrato a Castel Gandolfo. (gianluca biccini)


(©L'Osservatore Romano 10 luglio 2012)

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