lunedì 30 luglio 2012

Pubblicazione degli Atti del Simposio contro gli abusi. Zollner: la conferma che oggi la Chiesa è in prima fila nella lotta alla pedofilia (Rizzi)

Disponibili in libreria gli Atti del Simposio sugli abusi sessuali su minori (febbraio 2012)


Su segnalazione di Elisabetta leggiamo:


Zollner: la conferma che oggi la Chiesa è in prima fila nella lotta alla pedofilia


Il gesuita tedesco, tra i tre curatori della pubblicazione: la forza della chiarezza contro ogni omertà


DI FILIPPO RIZZI


« Siamo molto contenti che il libro sia uscito in italiano in così poco tempo perché lì è possibile vedere come la Chiesa sia oggi in prima linea di fronte al triste fenomeno della pedofilia». 
È il bilancio che si sente di tracciare il gesuita tedesco Hans Zollner, preside dell’Istituto di psicologia della Pontificia Università Gregoriana di Roma e tra i curatori degli atti del Simposio svoltosi nel febbraio scorso a Roma Verso la guarigione e il rinnovamento e oggi integralmente pubblicati nel libro edito dalle Dehoniane di Bologna
«È stato molto importante che al Simposio – argomenta padre Zollner – i vescovi potessero parlarsi in uno spazio riservato, così da potersi anche confrontare sulle pratiche migliori da adottare». 
La pubblicazione, agli occhi di padre Zollner, permetterà di fare chiarezza e di aiutare soprattutto le Conferenze episcopali di tutto il mondo ad agire in modo adeguato. 
«Le Chiese locali – è la riflessione di Zollner – devono prendere nuovo slancio dagli atti di questo Simposio per difendere ancora di più i diritti delle persone più fragili e vulnerabili come i bambini e recepire le norme della Cdf (Congregazione per la dottrina della fede, ndr )  in sintonia con il Diritto canonico e le legislazioni penali e civili dei Paesi in cui accadono questi reati». E aggiunge: «Soprattutto dobbiamo renderci conto che i fenomeni di pedofilia hanno caratteristiche differenti da Paese a Paese, per rispondere in mo­do adeguato a ogni singolo caso, bisogna tenere conto delle differenti situazioni ambientali e culturali». 
Su un aspetto il gesuita Zollner sembra convinto della necessità di una svolta: «Come ha detto spesso monsignor Charles Scicluna (Promotore di giustizia dell’ex Sant’Uffizio, ndr )  “c’è ancora molto da fare”. Credo che questa ferita che ha colpito la Chiesa cattolica possa spingere tutti a non nascondere il problema o a negarlo. 
Gli interventi di Benedetto XVI, le linee guida della Congregazione per la dottrina della fede, hanno come unico obiettivo quello di fare chiarezza e di rompere le inutili derive di omertà e reticenza. Come? Attraverso il pentimento e appurando la realtà dei fatti».  
Il gesuita tedesco, classe 1966, originario di Ratisbona suggerisce anche di evitare generalizzazioni attorno a questa triste piaga: «Dobbiamo comprendere che il linguaggio, la sensibilità, le leggi stesse sono molto diverse da un Continente all’altro. Per cui ci vorrà uno sforzo ulteriore per rendere più efficace la risposta della Chiesa in tutte le parti del mondo. Non dimenticando che solo una piccolissima, seppure insopportabile, porzione di questi reati sono perpetrati da ecclesiastici e che una gran parte di tutti gli altri, il 70% circa, avviene all’interno delle famiglie». Il cammino di trasparenza sta dando frutti in Nord America come in Europa. «Ben diversa è la situazione in Africa o in Paesi come la Corea del Sud, dove questo triste fenomeno è molte volte nascosto o sottaciuto – osserva Zollner –. Si tratta di nazioni in cui a volte, come mi ha confidato un vescovo africano, è fiorente il turismo sessuale. Proprio per questo alla fine del Simposio la Gregoriana ha istituito a Monaco un centro di protezione dei minori con la collaborazione della diocesi bavarese, di quella italiana di Fermo e di varie congregazioni religiose. Lo scopo di questa struttura è quello di offrire un programma di e-learning per la prevenzione degli abusi e di tenere sempre alto il livello di sensibilità attorno a questo fenomeno. 
Non è un caso che alla struttura collaborino oggi i gesuiti delle Province dell’India e dell’Indonesia ». Le ricetta migliore, ma «anche la più faticosa », secondo padre Zollner, per uscire da questa «crisi di credibilità» è quella di «riguadagnare la fiducia perduta delle persone che hanno sofferto a causa di abusi perpetrati da persone appartenenti alla Chiesa». 


© Copyright Avvenire, 28 luglio 2012

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