Papa: crisi drammatica Chiesa, disobbedienza non e' la via per il rinnovamento
(ASCA) - Citta' del Vaticano, 5 apr
Papa Benedetto XVI, nella messa crismale del Giovedi' Santo nella basilica di San Pietro, ha affrontato direttamente la 'sfida' di un gruppo di oltre 400 preti austriaci che da oltre un anno ha firmato un ''appello alla disobbedienza'' chiedendo riforme nella Chiesa su temi come l'obbligo del celibato e il ruolo dei laici e delle donne.
Nell'omelia della messa dedicata al rinnovamento delle promesse fatte al momento dell'ordinazione sacerdotale, papa Ratzinger ha ammesso la ''situazione spesso drammatica della Chiesa di oggi''.
''Di recente - ha ricordato con riferimento al gruppo di preti 'ribelli' -, un gruppo di sacerdoti in un Paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza, che dovrebbe ignorare addirittura decisioni definitive del Magistero - ad esempio nella questione circa l'Ordinazione delle donne, in merito alla quale il beato Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato in maniera irrevocabile che la Chiesa, al riguardo, non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore''. ''La disobbedienza e' una via per rinnovare la Chiesa?'', si e' chiesto il pontefice, aggiungendo di voler ''credere agli autori di tale appello, quando affermano di essere mossi dalla sollecitudine per la Chiesa'' e di ''essere convinti che si debba affrontare la lentezza delle Istituzioni con mezzi drastici per aprire vie nuove - per riportare la Chiesa all'altezza dell'oggi''. Per il papa, ''la conformazione a Cristo e' il presupposto e la base di ogni rinnovamento'' e per questo la ''disobbedienza'' non puo' essere la via per ''riportare la Chiesa all'altezza dell'oggi'': si puo' percepire in essa, ha chiesto di fronte ai cardinali e ai sacerdoti riuniti in San Pietro, ''qualcosa della conformazione a Cristo, che e' il presupposto di un vero rinnovamento, o non piuttosto soltanto la spinta disperata a fare qualcosa, a trasformare la Chiesa secondo i nostri desideri e le nostre idee?''. Tuttavia, Benedetto XVI si e' domandato se in realta', dietro ''tali considerazioni'', non si nasconda di fatto una difesa dell'''immobilismo, l'irrigidimento della tradizione?'', ma la risposta e' stata un secco ''no'': ''Chi guarda alla storia dell'epoca post-conciliare - ha argomentato il pontefice -, puo' riconoscere la dinamica del vero rinnovamento, che ha spesso assunto forme inattese in movimenti pieni di vita e che rende quasi tangibili l'inesauribile vivacita' della santa Chiesa, la presenza e l'azione efficace dello Spirito Santo. E se guardiamo alle persone, dalle quali sono scaturiti e scaturiscono questi fiumi freschi di vita, vediamo anche che per una nuova fecondita' ci vogliono l'essere ricolmi della gioia della fede, la radicalita' dell'obbedienza, la dinamica della speranza e la forza dell'amore''. Papa Ratzinger indica la lunga schiera dei ''santi'' che hanno ''tradotto'' il messaggio di Gesu', che puo' apparire ''troppo elevato e troppo grande'', in ''ordini di grandezza piu' accessibili e piu' vicini a noi''. ''Noi sacerdoti possiamo pensare ad una grande schiera di sacerdoti santi, che ci precedono per indicarci la strada'', ha detto il pontefice, citando figura come ''Ambrogio, Agostino e Gregorio Magno, fino a Ignazio di Loyola, Carlo Borromeo, Giovanni Maria Vianney, fino ai preti martiri del Novecento e, infine, fino a Papa Giovanni Paolo II che, nell'azione e nella sofferenza ci e' stato di esempio nella conformazione a Cristo, come 'dono e mistero'''. ''I Santi - ha concluso - ci indicano come funziona il rinnovamento e come possiamo metterci al suo servizio. E ci lasciano anche capire che Dio non guarda ai grandi numeri e ai successi esteriori, ma riporta le sue vittorie nell'umile segno del granello di senape''.
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