Vaticaneide-Troppi impegni, slitta «Gesù di Nazaret»
Il libro del papa arriverà a ottobredi Andrea Bevilacqua
In Vaticano speravano il Papa ce la facesse per il 16 aprile, giorno del suo ottantacinquesimo compleanno, e invece no. I tanti impegni, i viaggi all'estero e quelli in Italia, i testi da scrivere per l'attività ordinaria del proprio ministero, hanno fatto sì che la pubblicazione del terzo volume del libro «Gesù di Nararet» dedicato ai Vangeli dell'infanzia slittasse probabilmente a dopo l'estate, al mese di ottobre.
Scrivere un libro è per il Papa un esercizio non difficile. Ma la cosa più difficile resta coniugare questa attività con l'impegno del governo della chiesa.
Anche una nuova enciclica dedicata ai temi della fede che sembrava dovesse essere nelle sue corde in occasione di questo anno che la chiesa ha voluto dedicare proprio alla fede, infatti, resta per ora in mente Dei. All'orizzonte, piuttosto, ci sono i testi che egli sta preparando per il cinquantesimo anniversario (anch'esso celebrato in autunno) di apertura del Concilio Vaticano II. Joseph Ratzinger progettava da diverso tempo di scrivere un libro su Gesù. Sin dai primi tempi da teologo all'università. Ratzinger vi era arrivato dopo una esperienza pastorale come viceparroco nella chiesa del Preziosissimo Sangue. E lì, ascoltando le confessioni dei fedeli, capì che quella di cui faceva parte era una chiesa di cristiani che si chiamano ancora cristiani eppure sono pagani. E da lì allargò l'orizzonte, e guardò a tutta l'Europa, alla storia dell'Europa che da quattrocento anni ha perso la sua identità. Scrisse un saggio, «I nuovi pagani e la Chiesa». Ma quel pensiero non lo abbandonerà più. Diventerà un tema portante del suo pensiero. Nel 1992 scriverà «Una svolta per l'Europa» che poi sfocerà in un libro scritto a quattro mani con l'allora presidente del Senato Marcello Pera nel 2004.
Secondo il sito korazym, nel terzo volume del Gesù di Nazaret grande attenzione dovrebbe essere prestata alla nascita di Gesù. Come la Resurrezione è il compimento della storia, la nascita ne rappresenta l'inizio. In «Immagini di speranza.
Le feste cristiane in compagnia del Papa», Ratzinger si chiede chi riconobbe Gesù. E trova la risposta nel Vangelo di Matteo: a non riconoscere fu Erode e «tutta Gerusalemme con lui», ovvero i dotti, gli specialisti dell'interpretazione. «E la nostra posizione qual è?», si chiede Ratzinger, «non ci perdiamo anche noi in una dotta esegesi biblica, nei tentativi di dimostrare l'inautenticità o l'autenticità storica di un certo passo, al punto da divenire ciechi nei confronti del Bambino e non percepire più nulla di lui»?
© Copyright Italia Oggi, 28 aprile 2012 consultabile online anche qui.
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