sabato 28 aprile 2012

Alla scoperta di una chiamata. Monsignor Francis Bonnici sulla Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (Gori)



Monsignor Francis Bonnici sulla Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni


Alla scoperta di una chiamata


Nicola Gori


Segnali di ripresa per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata si registrano complessivamente a livello mondiale. Anche se nel continente europeo continua a calare il numero dei preti e dei candidati al sacerdozio. Parte da questo dato monsignor Francis Bonnici, direttore della Pontificia Opera delle Vocazioni sacerdotali, per ricordare che la vitalità delle vocazioni dipende dalla capacità di mettersi in ascolto della chiamata di Dio. E per sottolineare la particolare responsabilità che spetta ai vescovi, ai sacerdoti, ai consacrati e alle famiglie nell’aiutare i giovani a rispondere con gioia a questa chiamata. In questa intervista al nostro giornale monsignor Bonnici ripropone i punti essenziali del messaggio papale per la quarantanovesima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che Benedetto XVI celebra domani nella basilica di San Pietro conferendo l’ordinazione sacerdotale a nove diaconi.


Quali sono i punti essenziali del messaggio del Papa per la giornata di quest’anno?


Il messaggio per la Giornata mondiale, che si celebra la quarta domenica di Pasqua e quest’anno cade il 29 aprile, è dedicato al tema: «Le vocazioni dono della carità di Dio». Benedetto XVI ci vuole così ricordare che «ogni persona è il frutto di un pensiero e di un atto di amore di Dio». Egli insiste con particolare chiarezza che «occorre annunciare alle nuove generazioni la bellezza invitante dell’amore di Dio» e che il frutto più singolare di un tale annuncio è costituito dalla scelta del sacerdozio ministeriale e della vita consacrata. Queste vocazioni, infatti, nascono nella Chiesa dall’apertura all’amore di Dio e dalla vitalità della fede cristiana. È attraverso i sacerdoti che il Signore fa sentire anche oggi la sua Parola, mette a disposizione dei fedeli i sacramenti della salvezza e riunisce nella comunione il popolo di Dio, che è la Chiesa, in tutte le parti della terra. Benedetto XVI si rivolge in particolare ai vescovi, ai sacerdoti, ai consacrati e alle consacrate. Essi, infatti, hanno in maniera speciale la responsabilità di creare le condizioni favorevoli e il sostegno morale a quanti nelle comunità ecclesiali manifestano i segni della chiamata al sacerdozio ed alla vita consacrata.


In quale direzione Benedetto XVI sviluppa la pastorale vocazionale?


I dati statistici della Chiesa cattolica dell’anno 2010 indicano un aumento del numero dei sacerdoti nel mondo: dai 410.593 (275.542 diocesani e 135.051 religiosi) del 2009 si è passati ai 412.236 (277.009 diocesani e 135.227 religiosi) dell’anno successivo. E segnalano un aumento dei candidati al sacerdozio: dai 117.978 (71.219 diocesani e 46.759 religiosi) del 2009 ai 118.990 (71.974 diocesani e 47.016 religiosi) del 2010. La pastorale vocazionale promossa da Benedetto XVI guarda verso l’alto, è un invito alla preghiera costante per chiedere gli operai del Vangelo che solo Dio può mandare. Nei discorsi rivolti ai vescovi in occasione delle visite ad limina Apostolorum, ai partecipanti alle udienze generali e alle folle che lo seguono durante le sue visite apostoliche nel mondo, Benedetto XVI spesso ricorda l’importanza delle vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Il Papa invita a considerare la pastorale vocazionale soprattutto come un impegno educativo a favore delle giovani generazioni. Rammenta il compito della formazione spirituale dei giovani principalmente ai vescovi, ai sacerdoti e agli incaricati della pastorale vocazionale nelle diocesi e nelle parrocchie. È convinto che non si tratta semplicemente di assicurare alla Chiesa le forze sufficienti per il funzionamento organizzativo, ma di condurre i giovani ad ascoltare la proposta di fede del Signore e a rispondere con coraggio alle sue chiamate più impegnative. 


Il Papa attribuisce grande importanza alla testimonianza. In che modo questa si può riferire ai sacerdoti?


Nella recente ricorrenza del sessantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale, Benedetto XVI ha testimoniato la sua gratitudine a Cristo per il dono della chiamata al ministero presbiterale e ha condiviso la sua gioia con tutto il popolo di Dio. Egli invita sovente tutti i sacerdoti a trasmettere la gioia di aver incontrato Gesù e l’entusiasmo di servire la Chiesa. Il loro personale rapporto di fede con Cristo, la scelta del celibato, la collaborazione obbediente al vescovo e la dedizione al ministero pastorale costituiscono un esempio forte per i fedeli e un richiamo a seguire Cristo e il suo messaggio. 


Quale legame esiste tra famiglia e vocazioni?


In passato le famiglie cattoliche trasmettevano la fede ai loro figli anche in circostanze molto difficili. Oggi, il ruolo fondamentale dei genitori nella nascita e nell’accoglienza della eventuale vocazione al ministero sacerdotale e alla consacrazione religiosa dei figli è di mostrare con l’amore coniugale, vissuto con fede autentica e gioiosa, che è possibile costruire la vita sull’amore di Dio. C’è da dire, comunque, che appare sempre più necessaria una rinnovata evangelizzazione delle famiglie cristiane. In varie occasioni, rivolgendosi ai giovani, Benedetto XVI ha più volte parlato loro di vocazione. 


In che modo ha affrontato l’argomento? 


Il Pontefice ricorda spesso che stabilire il primato di Dio nella propria vita favorisce nei giovani l’ascolto e l’accoglienza di ogni vocazione. Ovunque, nella Chiesa i giovani rispondono con passione alle iniziative pastorali centrate sulla fede in Dio e sul rapporto personale con Cristo. È indispensabile, comunque, per i giovani chiamati al ministero sacerdotale e alla vita consacrata, l’accompagnamento di educatori, felici della loro vocazione e capaci di trasmettere la gioia di abbracciare la volontà di Dio per la diffusione del suo Regno. Non c’è dubbio che le vocazioni si rafforzano, quando si nutrono della Parola di Dio, si sostengono con la partecipazione all’Eucaristia e con la preghiera personale, si radicano in una convinta e solida appartenenza alla Chiesa. Le Giornate mondiali della gioventù indubbiamente hanno fatto crescere la fede nei giovani partecipanti e molti di loro vi hanno trovato l’ambiente e i momenti per maturare la scelta della vocazione al sacerdozio e alla vita religiosa. Il Papa si è congedato dai volontari della Giornata mondiale della gioventù di Madrid, celebrata nell’agosto dello scorso anno, con l’augurio che, ritornando nei Paesi d’origine, possano prolungare il servizio alla Chiesa per tutta la loro vita in una delle chiamate speciali di consacrazione al Signore. 


Perché secondo lei nel mondo occidentale scarseggiano i candidati al sacerdozio e alla vita consacrata?


Manca l’ascolto di Dio. È un problema di fede. Costituisce la causa principale della grave mancanza di vocazioni nella Chiesa d’oggi in Occidente. Anche se il Signore chiama sempre.

(©L'Osservatore Romano 27 aprile 2012)

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