Il cardinale Walter Brandmüller analizza su «Avvenire» i sette anni di pontificato di Benedetto XVI
Mite, forte e concentrato sull'essenziale
«Mite e forte». Con queste parole, in un'intervista rilasciata a Gianni Cardinale e pubblicata il 25 aprile dal quotidiano «Avvenire», il cardinale Walter Brandmüller definisce Benedetto XVI e il modo in cui il Papa guida da sette anni la Chiesa universale.
Un pontificato «concentrato sull'essenziale», aggiunge il porporato, già presidente emerito del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, perché «l'ambito delle incombenze di un Pontefice supera le possibilità di una persona umana. Perciò ogni Pontefice deve» scegliere «su quale punto del proprio ministero vuole concentrarsi» e «Benedetto XVI vuole concentrarsi sull'essenziale del proprio ministero: annunciare il Vangelo in modo convincente e gioioso agli uomini di oggi».
Questo, però, non lo allontana dal governo della Curia Romana e della Chiesa universale, precisa il cardinale, sottolineando in particolare «il modo in cui il Papa ha affrontato la questione, gravissima anche se statisticamente minima, degli abusi sessuali dei chierici verso i minori».
Un altro dei punti qualificanti dell'attuale pontificato secondo Brandmüller è quello della corretta interpretazione del concilio Vaticano II. In questo senso il cardinale definisce «capitale il suo discorso di auguri alla Curia romana nel dicembre 2005, quando mise in guardia contro una ermeneutica della rottura a favore di quella di una riforma nella continuità con la grande tradizione».
(©L'Osservatore Romano 26 aprile 2012)
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