giovedì 2 febbraio 2012

Simposio a Roma sugli abusi compiuti su minori da esponenti del clero: intervista con mons. Scicluna (Radio Vaticana)

SIMPOSIO PER UNA RISPOSTA GLOBALE AL PROBLEMA DEGLI ABUSI SESSUALI E DELLA TUTELA DEI VULNERABILI: LO SPECIALE DEL BLOG

Simposio a Roma sugli abusi compiuti su minori da esponenti del clero: intervista con mons. Scicluna

"Verso la Guarigione e il Rinnovamento” è il titolo del Simposio internazionale organizzato dalla Pontificia Università Gregoriana, in programma a Roma dal 6 al 9 febbraio, con lo scopo di permettere alla Chiesa di dare una risposta globale agli abusi sessuali su minori commessi da membri del clero, e assicurare la migliore protezione e tutela agli stessi minori. Prevista la partecipazione di delegati provenienti da 110 Conferenze episcopali e superiori generali di oltre 30 ordini religiosi. Sugli scopi del convegno, che sarà presentato domani pomeriggio all’università Gregoriana, Fabio Colagrande ha intervistato mons. Charles Scicluna, promotore di Giustizia presso la Congregazione per la Dottrina della Fede:

R. – Prima di tutto, la coscientizzazione: capire bene il problema, il fenomeno triste degli abusi sessuali su minori da parte dei chierici; ma anche poi la determinazione di agire bene perché noi, come Chiesa cattolica, possiamo anche in questa materia così pesante, dare l’ottimo esempio che spetta anche alla nostra missione evangelica.

D. – Il Simposio metterà in primo piano proprio le vittime degli abusi. Cosa pensa di questa scelta significativa?

R. – E’ significativo il fatto che il primo intervento sia proprio di una persona dolorosamente colpita da questa realtà così triste, una vittima. E’ altamente pastorale pensare a tutte le persone coinvolte, anche ai chierici che hanno fatto del male agli altri, perché noi siamo Chiesa e abbiamo il dovere del Buon Pastore: quello di andare alla ricerca delle pecorelle smarrite e ricondurle al pascolo e cercare di mettere balsamo sulle ferite.

D. – Il Simposio fornirà un aiuto per attuare le direttive della vostra Lettera, la Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera circolare del maggio 2011. Quale tipo di contributo fornirà alle Conferenze episcopali di tutto il mondo che sono invitate proprio ad attuare quelle direttive?

R. – Sarà proprio il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Levada, che darà inizio a questo Simposio con una prolusione sull’abuso sessuale sui minori. Evidentemente, parlerà di questa Lettera circolare che ha chiesto a tutte le Conferenze episcopali di preparare linee guida per poter dare una risposta adeguata, ma calata nel loro ambiente culturale, a questo triste fenomeno. Evidentemente, l’input non solo della Congregazione ma dei diversi esperti che sono stati invitati a parlare, sarà quello di offrire spunti per la riflessione ma anche aiuto, perché nelle Chiese locali e negli Ordini religiosi ci sia una politica chiara ed efficace come risposta al fenomeno degli abusi sessuali sui minori.

D. – Ci può dire come è stata finora la risposta delle Conferenze episcopali di tutto il mondo alla vostra richiesta di elaborare dei piani pastorali per affrontare i casi di abusi sessuali?

R. – Posso dire che molti aspettano l’esito di questo Simposio per poter ritornare in patria e, ricevute alcune informazioni più particolari, finire il lavoro che so che molti hanno già incominciato. Il nostro cardinale, ad esempio, è stato recentemente in America Latina, proprio in Brasile, mentre io sono stato in Thailandia ad incontrare i vescovi dell’Asia; ci sono poi esperti, delegati degli episcopati anglofoni, che terranno una riunione sul tema subito dopo il Simposio e avranno anche un incontro con me e con altri esponenti della nostra Congregazione. Per cui, il lavoro si sta facendo. Abbiamo anche già ricevuto, in Congregazione, alcune di queste linee-guida che adesso vogliamo sottoporre all’esame attento di alcuni nostri esperti, per poter poi dare la risposta definitiva di approvazione o magari di richiesta di qualche cambiamento o miglioramento dopo il mese di maggio di quest’anno.

D. – Guarigione, ma anche rinnovamento: significa che si darà ampio spazio alla prevenzione, dunque alla formazione?

R. – Senz’altro. Formazione, prima di tutto, degli agenti pastorali: parliamo di chierici, ma anche di laici impegnati come catechisti. Prevenzione che deve nascere dalla base: non solo dall’alto, ma dalla base. E questa è la cosa più importante. Perché la formazione dev’essere anche nelle famiglie, nelle scuole, nelle parrocchie. Come individuare comportamenti a rischio? Come aiutare i ragazzi e le ragazze, i giovani, a difendersi dall’interferenza maliziosa altrui.

D. – Quanto è importante, secondo lei, in questi casi la collaborazione delle diocesi con le autorità civili?

R. – Parliamo di un fenomeno molto triste che non solo è peccato, ma anche delitto. In quanto delitto, c’è la giusta giurisdizione dello Stato e c’è il dovere di collaborare con questa giurisdizione penale statale.

D. – Possiamo dire che il Simposio è un segno ulteriore della strategia ferma e decisa con cui il Vaticano affronta oggi la lotta contro la pedofilia all’interno della Chiesa?

R. – Ma questo è frutto anche della determinazione mostrata negli anni, prima dal Beato Giovanni Paolo II, che ai cardinali americani nel 2002 – il 23 aprile – aveva detto: “Non c’è posto nel ministero ecclesiale per persone che possono danneggiare, dare scandalo ai giovani”. E poi anche la leadership molto forte del Santo Padre Benedetto XVI, che è di grande ispirazione per tutti perché si faccia bene e si faccia prima di tutto quello che possiamo per prevenire e, dove c’è la ferita, per curarla con attenzione e con amore. (gf)

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