PAPA: MATRIMONIO E' UNICO LUOGO DEGNO PER GENERARE FIGLI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 feb.
"L'unione dell'uomo e della donna in quella comunita' di amore e di vita che e' il matrimonio, costituisce l'unico 'luogo' degno per la chiamata all'esistenza di un nuovo essere umano, che e' sempre un dono".
Lo ha ribadito oggi Benedetto XVI nel discorso alla Pontificia Accademia per la Vita che, con il contributo di scienziati e sanitari, ha affrontato in questi giorni - in occasione della plenaria che si conclude oggi in Vaticano - il tema della lotta all'infertilita'.
E Ratinger ha voluto indicare oggi dei limiti precisi a questi tentativi, escludendo sia la fecondazione eterologa sia gli altri metodi di aiuto alla procreazione che prevedono il concepimento al di fuori dell'atto coniugale, compresa l'inseminazione artificiale.
Per il Papa teologo, dunque, "le legittime aspirazioni genitoriali della coppia che si trova in una condizione di infertilita' devono trovare, con l'aiuto della scienza, una risposta che rispetti pienamente la loro dignita' di persone e di sposi".
Infatti, ha ricordato, "la dignita' umana e cristiana della procreazione, infatti, non consiste in un 'prodotto', ma nel suo legame con l'atto coniugale, espressione dell'amore dei coniugi, della loro unione non solo biologica, ma anche spirituale". In proposito, il Pontefice ha citato l'Istruzione "Donum vitae" nella quale e' affermato che "per la sua intima struttura, l'atto coniugale, mentre unisce con profondissimo vincolo gli sposi, li rende atti alla generazione di nuove vite, secondo leggi iscritte nell'essere stesso dell'uomo e della donna".
"La Chiesa - ha assicurato Benedetto XVI nel suo discorso - presta molta attenzione alla sofferenza delle coppie con infertilita', ha cura di esse e, proprio per questo, incoraggia la ricerca medica". "La scienza - ha osservato - tuttavia, non sempre e' in grado di rispondere ai desideri di tante coppie. Vorrei allora ricordare agli sposi che vivono la condizione dell'infertilita', che non per questo la loro vocazione matrimoniale viene frustrata. I coniugi, per la loro stessa vocazione battesimale e matrimoniale, sono sempre chiamati a collaborare con Dio nella creazione di un'umanita' nuova".
"La vocazione all'amore infatti - ha tenuto a ricordare il Pontefice - e' vocazione al dono di se' e questa e' una possibilita' che nessuna condizione organica puo' impedire". Gli sposi dunque si consolino perche' "dove la scienza non trova una risposta, la risposta che dona luce viene da Cristo". Mentre medici e scienziati debbono "richiamare e considerare attentamente la dimensione morale, ricercando le vie per una corretta valutazione diagnostica e una terapia che corregga le cause dell'infertilita'".
Un approccio che, ha sottolineato, "muove dal desiderio non solo di donare un figlio alla coppia, ma di restituire agli sposi la loro fertilita' e tutta la dignita' di essere responsabili delle proprie scelte procreative, per essere collaboratori di Dio nella generazione di un nuovo essere umano".
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PAPA: LOGICA PROFITTO E SCIENTISMO CONDIZIONANO RICERCA MEDICA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 25 feb.
"Lo scientismo e la logica del profitto sembrano oggi dominare il campo dell'infertilita' e della procreazione umana, giungendo a limitare anche molte altre aree di ricerca". Lo ha denunciato Benedetto XVI nel suo discorso alla Pontificia Accademia per la Vita che in questi giorni ha studiato il tema della lotta alla setrilita'.
Per il Papa, "il facile guadagno o, peggio ancora, l'arroganza di sostituirsi al Creatore svolgono, a volte, un ruolo determinante". "E' questa - ha ripetuto oggi citando un suo discorso del 2008 - una forma di eccesso della ragione, che puo' assumere caratteristiche pericolose per la stessa umanita'". Agli scienziati e sanitari cattolici impegnati invece a mantenersi coerenti con i principi dell'etica il Pontefice ha espresso "incoraggiamento e sostegno", lodando anche "l'umilta' e la precisione" con cui istituzioni come l'Accademia per la Vita approfondiscono queste problematiche, "ritenute da alcuni desuete dinanzi al fascino della tecnologia della fecondazione artificiale".
"Lavorate in un contesto medico-scientifico dove la dimensione della verita' risulta offuscata", ha detto ancora il Papa a medici e scienziati che hanno aderito all'invito della Pontificia Accademia della Vita.
"La ricerca di una diagnosi e di una terapia rappresenta l'approccio scientificamente piu' corretto alla questione dell'infertilita', ma anche quello maggiormente rispettoso dell'umanita' integrale dei soggetti coinvolti", ha tenuto a chiarire, tornando cosi' a "incoraggiare l'onesta' intellettuale" di "una scienza che mantiene desto il suo spirito di ricerca della verita', a servizio dell'autentico bene dell'uomo, e che evita il rischio di essere una pratica meramente funzionale".
"Non cedete mai - ha invocato - alla tentazione di trattare il bene delle persone riducendolo ad un mero problema tecnico. L'indifferenza della coscienza nei confronti del vero e del bene rappresenta una pericolosa mminaccia per un autentico progresso scientifico".
"Nel vostro percorso intellettuale non disdegnate il dialogo con la fede", ha suggerito citando "l'accorato appello dell'Enciclica 'Deus caritas est' a purificare la ragione".
"D'altro canto - ha ricordato infine il Pontefice - proprio la matrice culturale creata dal cristianesimo ha reso possibile nell'Europa del Medioevo lo sviluppo del sapere scientifico moderno, sapere che nelle culture precedenti era rimasto solo in germe".
"Rinnovo - ha poi concluso - l'augurio che il Concilio Vaticano II rivolse agli uomini di pensiero e di scienza: 'felici sono coloro che, possedendo la verita', la continuano a cercare, per rinnovarla, per approfondirla, per donarla agli altri'".
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