sabato 25 febbraio 2012

L'unico luogo. Udienza alla Pontificia Accademia per la vita a conclusione dell'assemblea sull'infertilità (Sir)

L'unico luogo

Udienza alla Pontificia Accademia per la vita a conclusione dell'assemblea sull'infertilità

La Chiesa ha sempre riposto “fiducia” nelle “possibilità della ragione umana e in un lavoro scientifico rigorosamente condotto, che tengano sempre presente l’aspetto morale”.
Lo ha detto, stamattina, Benedetto XVI, ricevendo in udienza, nella Sala Clementina del Palazzo apostolico, a conclusione dei lavori, i partecipanti alla XVIII assemblea generale della Pontificia Accademia per la vita (23-25 febbraio).

Dialogo fecondo. Il tema scelto quest’anno, “Diagnosi e terapia dell’infertilità”, oltre che “avere una rilevanza umana e sociale”, possiede, secondo il Papa, “un peculiare valore scientifico ed esprime la possibilità concreta di un fecondo dialogo tra dimensione etica e ricerca biomedica”. Davanti al problema dell’infertilità della coppia, infatti, l’assemblea ha scelto “di richiamare e considerare attentamente la dimensione morale, ricercando le vie per una corretta valutazione diagnostica e una terapia che corregga le cause dell’infertilità”. Questo approccio “muove dal desiderio non solo di donare un figlio alla coppia, ma di restituire agli sposi la loro fertilità e tutta la dignità di essere responsabili delle proprie scelte procreative, per essere collaboratori di Dio nella generazione di un nuovo essere umano”. La ricerca di una diagnosi e di una terapia rappresenta “l’approccio scientificamente più corretto alla questione dell’infertilità, ma anche quello maggiormente rispettoso dell’umanità integrale dei soggetti coinvolti”. Infatti, “l’unione dell’uomo e della donna in quella comunità di amore e di vita che è il matrimonio, costituisce l’unico ‘luogo’ degno per la chiamata all’esistenza di un nuovo essere umano, che è sempre un dono”.

No alla logica del profitto. Di qui l’incoraggiamento del Pontefice per “l’onestà intellettuale” di questo tipo di lavoro, “espressione di una scienza che mantiene desto il suo spirito di ricerca della verità, a servizio dell’autentico bene dell’uomo, e che evita il rischio di essere una pratica meramente funzionale”. La dignità umana e cristiana della procreazione, infatti, non consiste in un “prodotto”, ma nel “suo legame con l’atto coniugale, espressione dell’amore dei coniugi, della loro unione non solo biologica, ma anche spirituale”. “Le legittime aspirazioni genitoriali della coppia che si trova in una condizione d’infertilità devono pertanto trovare, con l’aiuto della scienza, una risposta – ha sostenuto il Santo Padre – che rispetti pienamente la loro dignità di persone e di sposi. L’umiltà e la precisione con cui approfondite queste problematiche, ritenute da alcuni vostri colleghi desuete dinanzi al fascino della tecnologia della fecondazione artificiale, merita incoraggiamento e sostegno”. Effettivamente, ha aggiunto, “lo scientismo e la logica del profitto sembrano oggi dominare il campo dell’infertilità e della procreazione umana, giungendo a limitare anche molte altre aree di ricerca”.

Vocazione al dono di sé. “La Chiesa – ha chiarito Benedetto XVI – presta molta attenzione alla sofferenza delle coppie con infertilità, ha cura di esse e, proprio per questo, incoraggia la ricerca medica. La scienza, tuttavia, non sempre è in grado di rispondere ai desideri di tante coppie. Vorrei allora ricordare agli sposi che vivono la condizione dell’infertilità, che non per questo la loro vocazione matrimoniale viene frustrata”. In realtà, “i coniugi, per la loro stessa vocazione battesimale e matrimoniale, sono sempre chiamati a collaborare con Dio nella creazione di un’umanità nuova. La vocazione all’amore, infatti, è vocazione al dono di sé e questa è una possibilità che nessuna condizione organica può impedire. Dove, dunque, la scienza non trova una risposta, la risposta che dona luce viene da Cristo”.

Scienza onesta. “Desidero incoraggiare tutti voi qui convenuti per queste giornate di studio e che talora lavorate in un contesto medico-scientifico dove la dimensione della verità risulta offuscata”, ha affermato il Papa: “Proseguite il cammino intrapreso di una scienza intellettualmente onesta e affascinata dalla ricerca continua del bene dell’uomo. Nel vostro percorso intellettuale non disdegnate il dialogo con la fede”. D’altro canto, “proprio la matrice culturale creata dal cristianesimo – radicata nell’affermazione dell’esistenza della Verità e dell’intelligibilità del reale alla luce della Somma Verità – ha reso possibile nell’Europa del Medioevo lo sviluppo del sapere scientifico moderno, sapere che nelle culture precedenti era rimasto solo in germe”. Di qui l’appello: “Illustri scienziati e voi tutti membri dell’Accademia impegnati a promuovere la vita e la dignità della persona umana, tenete sempre presente anche il fondamentale ruolo culturale che svolgete nella società e l’influenza che avete nel formare l’opinione pubblica”. “La gente – ha concluso il Pontefice – ha fiducia in voi che servite la vita, ha fiducia nel vostro impegno a sostegno di chi ha bisogno di conforto e di speranza. Non cedete mai alla tentazione di trattare il bene delle persone riducendolo ad un mero problema tecnico! L’indifferenza della coscienza nei confronti del vero e del bene rappresenta una pericolosa minaccia per un autentico progresso scientifico”.

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