La carità è il cuore della vita cristiana: così il Papa al Circolo San Pietro
“L’incontro con l’altro e l’aprire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beatitudine”. Lo ha detto il Papa incontrando i soci del Circolo di San Pietro, in prossimità della Festa della Cattedra di San Pietro, celebrata domenica scorsa, una circostanza che all’organismo offre “l’occasione di manifestare la peculiare fedeltà alla Sede Apostolica”. Il Pontefice ha quindi salutato tutti i membri, accompagnati dall’assistente ecclesiastico, mons. Franco Camaldo, e guidati dal presidente generale, il duca Leopoldo Torlonia, che nel suo indirizzo di saluto ha ricordato come il Circolo cerchi di “rispondere al meglio con l’impegno di tutti i soci” alle richieste di aiuto negli ultimi tempi “cresciute”. Il servizio di Giada Aquilino:
La carità come “cuore della vita cristiana”. È il senso del discorso del Papa ai soci del Circolo di San Pietro, fondato a Roma nel 1869 e impegnato in molteplici attività caritative e assistenziali. La Quaresima appena iniziata, ha ricordato Benedetto XVI, “è un tempo propizio affinché, con l’aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, ci rinnoviamo nella fede e nell’amore”, a livello sia personale sia comunitario. “E’ un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale”.
L’autenticità della nostra fedeltà al Vangelo, ha sottolineato il Santo Padre, “si verifica anche in base all’attenzione e alla sollecitudine concreta che ci sforziamo di manifestare verso il prossimo, specialmente verso i più deboli ed emarginati”, desiderando per l’altro “il bene, sotto tutti gli aspetti: fisico, morale e spirituale”:
"Anche se la cultura contemporanea sembra aver smarrito il senso del bene e del male, occorre ribadire con forza che il bene esiste e vince. La responsabilità verso il prossimo significa allora volere e fare il bene dell’altro, desiderando che egli si apra alla logica del bene; interessarsi al fratello significa aprire gli occhi sulle sue necessità, superando la durezza di cuore che rende ciechi alle sofferenze altrui. Così il servizio caritativo diventa una forma privilegiata di evangelizzazione, alla luce dell’insegnamento di Gesù, il quale riterrà come fatto a se stesso quanto avremo fatto ai nostri fratelli, specialmente a chi tra loro è piccolo e trascurato".
Quindi una riflessione sul senso di apertura al prossimo: prendendo spunto dalla Lettera agli Ebrei, il Pontefice ha esortato a prestare “attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone”:
"Occorre armonizzare il nostro cuore con il cuore di Cristo, affinché il sostegno amorevole offerto agli altri si traduca in partecipazione e consapevole condivisione delle loro sofferenze e delle loro speranze, rendendo così visibile, da una parte la misericordia infinita di Dio verso ogni uomo, che brilla sul volto di Cristo, e dall’altra la nostra fede in Lui. L’incontro con l’altro e l’aprire il cuore al suo bisogno sono occasione di salvezza e di beatitudine".
D’altra parte, ha detto Benedetto XVI, “oggi come ieri, la testimonianza della carità tocca in modo particolare il cuore degli uomini”. La nuova evangelizzazione, specialmente in una città cosmopolita come Roma, “richiede - ha notato il Papa - grande apertura di spirito e sapiente disponibilità verso tutti”. In tale contesto, si inquadra l’opera del Circolo San Pietro e “bene si pone - ha detto ai soci - la rete di interventi assistenziali che voi, ogni giorno, realizzate a favore di quanti si trovano nel bisogno”: la “generosa opera” nelle cucine, nell’asilo notturno, nella casa famiglia, nel centro polifunzionale, come pure “la testimonianza silenziosa, ma quanto mai eloquente” offerta a sostegno dei malati e dei loro familiari nell’Hospice Fondazione Roma, “senza dimenticare l’impegno missionario in Laos e le adozioni a distanza”.
I componenti del Circolo di San Pietro, come ogni anno, hanno consegnato a Benedetto XVI “l’obolo per la carità del Papa”, raccolto nelle parrocchie romane:
"Esso rappresenta un concreto aiuto offerto al Successore di Pietro, perché possa rispondere alle innumerevoli richieste che gli provengono da ogni parte del mondo, specialmente dai Paesi più poveri".
Il ringraziamento del Pontefice è dunque stato esteso a tutta l’attività svolta “generosamente” e “con spirito di sacrificio” dal Circolo, che nasce “dalla vostra fede, dal rapporto con il Signore coltivato ogni giorno”, ha ricordato il Santo Padre. Quindi l’auspicio è stato che “fede, carità e testimonianza continuino ad essere le linee-guida” dell’apostolato di ogni membro dell’organizzazione, impegnato anche ad essere presente “durante le Celebrazioni liturgiche nella Basilica di San Pietro”, occasione con cui dimostra “la costante dedizione e la devota fedeltà” alla Sede dell’Apostolo Pietro. La benedizione finale del Papa è andata sia agli assistiti, sia ai soci affinché il Signore li aiuti “a realizzare la propria vocazione cristiana” in famiglia, nel lavoro e all’interno del Circolo.
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