sabato 10 novembre 2012

Il Papa ringrazia le "Scholae cantorum" delle parrocchie (Izzo)

PAPA: RINGRAZIA LE SCHOLAE CANTORUM DELLE PARROCCHIE

Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 10 nov. 


"Il canto sacro, unito alle parole, e' parte necessaria ed integrante della liturgia solenne". 

Lo ha ricordato Benedetto XVI nell'incontro di oggi con 8 mila coristi delle "Scholae cantorum" delle parrocchie italiane, ricevuti per la prima volta in Vaticano in occasione del Congresso dell'Associazione di Santa Cecilia. 
"Una parte necessaria ed integrante - ha spiegato il Papa teologo - non certo per motivi puramente estetici in un senso superficiale, ma perche' coopera a nutrire ed esprimere la fede, e quindi alla gloria di Dio e alla santificazione dei fedeli, che sono il fine della musica sacra". Il Pontefice ha formulato nell'occasione l'auspicio che "in Italia la musica liturgica tenda sempre piu' in alto" per mostrare “come la Chiesa sia il luogo in cui la bellezza e' di casa".
"Proprio per questo - ha detto il Papa ai coristi - vorrei ringraziarvi per il prezioso servizio che prestate: la musica che eseguite non e' un accessorio o un abbellimento della liturgia, ma e' essa stessa liturgia". (AGI)
"Se infatti sempre la fede nasce dall'ascolto della Parola di Dio, un ascolto naturalmente non solo dei sensi, ma che dai sensi passa alla mente ed al cuore", per il Papa teologo "non c'e' dubbio che la musica e soprattutto il canto puo' conferire alla recita dei salmi e dei cantici biblici maggiore forza comunicativa”.
In proposito, Benedetto XVI ha ricordato la testimonianza di Sant'Agostino per la quale cantare e' pregare due volte: una equivalenza che, ha osservato, "aiuta a capire cosa significhi cio' che il Vaticano II ha stabilito nella Sacrosanctum Concilium, la Costituzione dedicata alla liturgia".
Ricordando poi la testimonianza di fede dell'intellettuale e diplomatico francese Paul Claudel, che e' "l'esperienza di un uomo dei nostri giorni", Benedetto XVI ha rilevato come il canto sacro aiuti la "partecipazione attiva" del Popolo di Dio alla liturgia, che "non consiste solo nel parlare, ma anche nell’ascoltare, nell’accogliere con i sensi e con lo spirito la Parola, e questo vale anche per la musica liturgica". “Ma, senza scomodare personaggi illustri, pensiamo - ha concluso - a quante persone sono state toccate nel profondo dell'animo ascoltando musica sacra; e ancora di piu' quanti si sono sentiti nuovamente attirati verso Dio dalla bellezza della musica liturgica come Claudel".
"Cari amici, voi avete - ha poi concluso il Papa rivolgendosi direttamente ai coristi delle parrocchie italiane - un ruolo importante: impegnatevi a migliorare la qualita' del canto liturgico, senza aver timore di recuperare e valorizzare la grande tradizione musicale della Chiesa, che nel gregoriano e nella polifonia ha due delle espressioni piu' alte, come afferma lo stesso Vaticano II". 

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