martedì 20 novembre 2012

"Infanzia di Gesù", il Papa: sì, io credo: la verginità di Maria segno per il mondo (Izzo)

LIBRO PAPA: "SI',IO CREDO"; VERGINITA' MARIA SEGNO PER MONDO

Salvatore Izzo

 (AGI) - CdV, 20 nov. 

"Si', io credo". Queste parole Joseph Ratzinger-Benedetto XVI le confida ai lettori nel libro "L'infanzia di Gesu'", dove (contestando diffuse interpretazioni esegetiche ed anche l'ipotesi di Sant'Agostino sul voto di verginita' fatto dalla giovane, che "fuoriesce totalmente dal mondo del giudaismo") affronta in modo ampio e approfondito il mistero della Verginita' di Maria, che tale, ammette, era anche per l'interessata, la quale al momento dell'Annunciazione, "per motivi a noi non accessibili, non vede alcun modo di diventare madre del Messia per via del rapporto coniugale". Ma ugualmente risponde "si'". E poi "resta sola con il compito che in verita' supera ogni capacita' umana". "Oggi - scrive il Papa teologo - dopo tutta la ricerca affannosa dell'esegesi critica, possiamo condividere, in modo del tutto nuovo, lo stupore per il fatto che una parola dell'anno 733 rimasta incomprensibile (ndr, la citazione di Isaia riportata da Matteo: 'Ecco la Vergine concepira' e dara' alla luce un Figlio') si e' avverata al momento del concepimento". Con essa, ragiona Ratzinger, "Dio in effetti ci ha dato un grande segno". Il messaggio, per il Papa, e' molto chiaro, ed e' analogo a quello offertoci con la Risurrezione, sulla quale si basa la fede cristiana: "Dio e' Dio e non si muove soltanto nel mondo delle idee". "Ci sono due punti nella storia di Gesu' nei quali l'operare di Dio interviene immediatamente nel mondo materiale: la nascita della Vergine e la Risurrezione, in cui Gesu' e' rimasto e non ha subito corruzione", scrive il Pontefice riportando Karl Barth, il teologo protestante svizzero citato piu' volte dal Pontefice nel libro presentato oggi. "Questi due punti - continua - sono uno scandalo per il mondo moderno. A Dio viene concesso di operare sulle idee e sui pensieri, nella sfera spirtuale, ma non sulla materia. Cio' disturba. Li' non e' il suo posto". "Ma - osserva Benedetto XVI - proprio di questo si tratta: che cioe' Dio e' Dio, e non si muove soltanto nel mondo delle idee. In questo senso in ambedue i punti si tratta dello stesso essere-Dio di Dio". 
Per Benedetto XVI, che indirettamente risponde qui anche alle affermazioni dell'ex sacerdote e teologo Vito Mancuso sulla non onnipotenza, "se Dio non ha anche potere sulla materia, allora Egli non e' Dio". "Naturalmente - ammette pero' il Pontefice - non si possono attribuire a Dio cose insensate o irragionevoli o in contrasto con la sua creazione. Ma qui - tiene a precisare il Papa teologo riguardo alla Verginita' di Maria e alla Risurrezione - non si tratta di qualcosa di irragionevole e di contraddittorio, bensi' proprio di qualcosa di positivo: del potere di Dio creatore che abbraccia tutto l'essere". Ma sul tema del concepimento e del parto verginali, il libro di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI contiene anche pagine che vanno al di la' della confutazione di teorie non fondate, e a leggerle in un'ottica di fede sono veramente commoventi. Ad esempio, il Papa definisce "normale" il fatto che "solo dopo la morte di Maria il mistero potesse diventare pubblico ed entrare nella comune tradizione del cristianesimo". Infatti "l'apparire tardivo delle tradizioni mariane trova la sua spiegazione nella discrezione della Madre e dei circoli intorno a Lei: gli avvenimenti sacri al 'mattino' della sua vita non potevano diventare tradizione pubblica finche' lei stessa era ancora in vita". Soprattutto nel libro del Papa la Vergine e' davvero coprotagonista (mediatrice se non corredentrice, come vuole la tradizione cattolica). "La genealogia degli uomini - afferma - ha la sua importanza riguardo alla storia del mondo. E, ciononostante, alla fine e' Maria, l'umile vergine di Nazaret, colei in cui avviene un nuovo inizio, ricomincia in modo nuovo l'essere persona umana". In un altro paragrafo, il Pontefice conferma poi la tradizione che vuole Maria come "fonte" dell'evangelista Luca, anche se "l'esegesi critica moderna lascera' intendere di ritenere piuttosto ingenui collegamenti del genere". "Ma perche' - si chiede Joseph Ratzinger-Benedetto XVI - non dovrebbe esserci stata una tale tradizione, conservata e al contempo teologicamente modellata, nel circolo piu' stretto? Perche' Luca dovrebbe aver inventato l'affermazione circa il custodire delle parole e degli eventi nel cuore di Maria, se per questo non c'era alcun riferimento concreto? Perche' avrebbe dovuto parlare del suo meditare sulle parole se al riguardo non si sapeva nulla?".

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1 commento:

Anonimo ha detto...

OT: mentre il Papa ci indica la divinità del Bambino, la stampa tace sulla vera portata del dramma pedofilia

http://it.radiovaticana.va/news/2012/11/20/pedofilia:_scoperto_il_pi%C3%B9_grande_archivio_web._don_di_noto:_la_grande/it1-640549

JP