Su segnalazione di Laura leggiamo:
Il nuovo libro di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI dedicato ai racconti evangelici dell’infanzia
Di dove sei tu?
Completato il trittico con il quale il Papa presenta la figura di Gesù
Il nuovo libro di Joseph Ratzinger - Benedetto XVI, L’infanzia di Gesù, è stato presentato in Vaticano martedì 20 novembre. Edito da Rizzoli e dalla Libreria Editrice Vaticana, il libro esce in contemporanea in nove lingue (italiano, tedesco, brasiliano, croato, francese, inglese, polacco, portoghese e spagnolo) e in cinquanta Paesi, per una tiratura globale della prima edizione che supera il milione di copie. Nei prossimi mesi, il libro — l’ultimo della trilogia su Gesù di Nazaret — sarà tradotto in altre venti lingue per la pubblicazione in settantadue Paesi. Il volume è stato presentato a Benedetto XVI dagli editori ricevuti in udienza.
Introducendo «la terza e ultima tavola del trittico», il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha presentato la tecnica quasi cinematografica dell’anticipazione con cui Benedetto XVI apre il suo libro: «nella “sala d’ingresso” fa risuonare una domanda che echeggerà più oltre sotto le volte del pretorio romano di Gerusalemme, quando il governatore Pilato interpellerà l’imputato Gesù: Póthen ei sy; «Di dove sei tu?» (Giovanni, 19, 9). Questa domanda dal sapore meramente anagrafico si riveste per il quarto Vangelo di un ammiccamento trascendente ulteriore. È per questo che l’interrogativo serpeggerà altrove nei Vangeli», trovando la sua risposta proprio in quei 180 versetti che gli evangelisti Matteo e Luca dedicano al racconto dell’infanzia di Gesù e che «ora il Papa perlustra in un itinerario puntuale, ma trasparente e quasi narrativo».
Secondo Ravasi, sono quattro le chiavi proposte da Ratzinger per comprendere i Vangeli dell’infanzia. «La prima e primaria» è quella dell’interazione tra «storia e fede», a cui segue quella del nesso tra «storia e profezia». La terza chiave offerta dal libro è poi quella del dialogo tra autore e lettore, mentre l’ultima è il «mezzo linguistico». Uno stile limpido, essenziale, inciso e umile, «com’è tipico anche della persona dell’autore».
(©L'Osservatore Romano 21 novembre 2012)
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