mercoledì 21 novembre 2012

L'artista, testimone della bellezza della fede, partecipa alla missione della Chiesa. Così il Papa nel messaggio alle Pontificie Accademie


L'artista, testimone della bellezza della fede, partecipa alla missione della Chiesa. Così il Papa nel messaggio alle Pontificie Accademie 

L’artista è un testimone della bellezza della fede. 
Così il Papa in un messaggio inviato al cardinale Gianfranco Ravasi in occasione della XVII seduta pubblica delle Pontificie Accademie, riunitasi questo pomeriggio presso l’Aula Magna del Palazzo San Pio X sul tema “Pulchritudinis fidei testis. 
L’artista, come la Chiesa, testimone della bellezza della fede”. 
Il titolo richiama l’incipit del Motu Proprio col quale Benedetto XVI ha voluto recentemente unire la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa al Pontificio Consiglio della Cultura. “La bellezza della fede – spiega il Santo Padre - non può mai essere ostacolo alla creazione della bellezza artistica, perché ne costituisce in qualche modo la linfa vitale e l’orizzonte ultimo”. 
“Il vero artista – prosegue Benedetto XVI citando il Messaggio del Concilio Vaticano II agli artisti – è custode della bellezza del mondo e grazie alla sua particolare sensibilità estetica e al suo intuito può cogliere e accogliere più in profondità di altri la bellezza propria della fede, e quindi riesprimerla e comunicarla con il suo stesso linguaggio”. 
“Egli può partecipare, con il proprio specifico e originale contributo, alla stessa vocazione e missione della Chiesa, in particolare quando, nelle diverse espressioni dell’arte, voglia o sia chiamato a realizzare opere d’arte direttamente collegate all’esperienza di fede e al culto, all’azione liturgica della Chiesa, la cui centralità venne definita dal Concilio Vaticano II con la nota espressione “fons et culmen”. Infine il Papa cita un saggio scritto nel 1931 dall’allora sacerdote Giovanni Battista Montini, nel quale il futuro Paolo VI esortava chi era chiamato all’arte sacra ad esprimere l’ineffabile», iniziandosi alla mistica, per “raggiungere con l’esperienza dei sensi qualche riverbero, qualche palpito della Luce invisibile”. 
Benedetto XVI conclude il messsaggio invitando gli artisti, all’inizio dell’Anno della fede, a far sì che il loro percorso artistico possa diventare come un itinerario integrale, in cui tutte le dimensioni dell’esistenza umana siano coinvolte, così da testimoniare efficacemente la bellezza della fede in Cristo Gesù, immagine della gloria di Dio che illumina la storia dell’umanità 

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