giovedì 15 novembre 2012

Cardinale Scola: la crisi economica richiede un "radicale ripensamento antropologico"


Cardinale Scola: la crisi economica richiede un "radicale ripensamento antropologico" 

Se la crisi economica “è il sintomo di una concentrazione sull’utile immediato che inaridisce la comunicazione e rende precaria la convivenza, la soluzione non potrà venire da un semplice maquillage etico, ma richiederà un radicale ripensamento antropologico”. Lo ha detto questa mattina a Londra il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, presentando a Westminster (House of Lords) la Fondazione internazionale Oasis, www.fondazioneoasis.org, da lui fondata e presieduta. Secondo il porporato - riferisce l'agenzia Sir - in questo ripensamento, che “dovrà rimettere al centro la questione della verità, nel suo nesso vitale con la libertà”, risiede “la rilevanza culturale e il contributo che gli uomini delle religioni, e cristiani e musulmani in particolare, possono offrire oggi: gli uni agli altri e, insieme, gli uni con gli altri, per il bene comune”. Credo si possa affermare - ha osservato l’arcivescovo - che la presenza musulmana pone, molto più di altre, una sfida all’attuale assetto dell’Occidente”. 
Due “le ragioni principali di questa difficoltà. Prima di tutto, l’Islam, pur richiamandosi con chiarezza alla tradizione biblica, se ne distanzia su diversi punti, non potendo essere inteso come una variante interna al cristianesimo”. D’altra parte esso “mantiene ferma una 'pretesa’ veritativa universale che la maggior parte delle religioni orientali non esprime con uguale forza. 
Tale connubio tra una tensione universalistica analoga a quella cristiana e una differente visione del mondo - ha spiegato il cardinale Scola - costituisce la peculiarità della condizione dei credenti musulmani nell’Occidente contemporaneo”, la cui presenza pone “il problema della convivenza di differenti mondovisioni universali nella sfera pubblica”. Se finora, ad avviso del cardinale, è stato privilegiato “un approccio pragmatico” volto a “confinare la diversità” e a “limitare i conflitti”, per Oasis “il punto di partenza” per impostare la relazione tra soggetti personali e comunitari in una società plurale “risiede nel principio di comunicazione” inteso come “un fondamentale mettere in comune’”. 
Di qui la necessità di “riconoscere l’altro come interlocutore a pieno titolo”. “Questo genere di comunicazione - ha assicurato il cardinale Scola - permette un incontro profondo, nel quale ciascuno può presentarsi per quello che è”. Tuttavia, ha avvertito, “quando si parla di queste cose in Occidente, l’effetto, a pelle, è diverso: si registra una diffusa sfiducia”. 
Secondo il porporato, ciò dipende “dal fatto che in diversi settori della società attuale è stato del tutto rimosso il problema della verità in se stessa e nel suo rapporto con la libertà, ovvero di ciò che ci riguarda in profondità come esseri umani”. 
Questo pomeriggio il cardinale Scola interverrà a una conferenza presso l’Heythrop College. (R.P.)

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