giovedì 11 ottobre 2012

Benedetto XVI ha invitato a ritornare ai documenti conciliari, «liberandoli da una massa di pubblicazioni che invece di farli conoscere li hanno nascosti» (Il Tempo)


Il Concilio ed il Sinodo dei vescovi

Il percorso storico e teologico che unisce il Concilio Vaticano II e il Sinodo dei vescovi in corso in questi giorni, trova oggi il suo punto più alto nella celebrazione con cui Benedetto XVI ricorda il 50° anniversario dell'apertura dell'assemble
Ieri il Papa ne ha parlato durante l'udienza generale, di fronte a 40.000 fedeli di tutto il mondo.
Citando la «Novo Millennio Ineunte» di Giovanni Paolo II, ha ricordato che il Concilio fu «una grande grazia» e una «sicura bussola». 
Benedetto XVI ha invitato a ritornare ai documenti conciliari, «liberandoli da una massa di pubblicazioni che invece di farli conoscere li hanno nascosti». 
Il Papa ha ricordato anche la sua partecipazione ai lavori, prima come consulente teologo dell'arcivescovo di Colonia, card. Frings, poi come perito. L'Osservatore Romano (che dedica un libro al Concilio) ha pubblicato alcuni passaggi dei suoi diari: «Fu una giornata splendida (...) Fu impressionante vedere entrare i vescovi provenienti da tutto il mondo, da tutti i popoli e razze: un'immagine della Chiesa di Gesù Cristo che abbraccia tutto il mondo, nella quale i popoli della terra si sanno uniti nella sua pace. Fu un momento di straordinaria attesa. Grandi cose dovevano accadere». E Benedetto XVI ricorda anche che «fu un'esperienza unica: ho potuto vedere una Chiesa viva alla scuola dello Spirito Santo, il vero motore del Concilio». Ma il Papa si è soffermato soprattutto sul significato più profondo di quel grande evento, diverso da tutti quelli che lo avevano preceduto, convocati in genere per condannare errori o ribadire aspetti dottrinali. Il Vaticano II fu «una riflessione approfondita sulla fede che doveva delineare in modo nuovo il rapporto tra la Chiesa e l'età moderna». Aspetti ancora estremamente attuali. Ricordando le parole pronunciate da Paolo VI nel 1965 a chiusura dei lavori, Benedetto XVI ha detto che «vediamo come il tempo in cui viviamo continua ad essere segnato da una dimenticanza e sordità nei confronti di Dio. Penso allora che dobbiamo imparare la lezione più semplice e fondamentale del Concilio, cioè che il Cristianesimo nella sua essenza consiste nella fede in Dio e nell'incontro, personale e comunitario, con Cristo: tutto il resto ne consegue. Il Concilio è per noi un forte appello a riscoprire ogni giorno la bellezza della nostra fede, a conoscerla in modo profondo per un più intenso rapporto con il Signore, a vivere fino in fondo la nostra vocazione cristiana». Aspetti che sono anche al centro del Sinodo dei vescovi. Finora sono stati una settantina i padri intervenuti nel dibattito. Nel raccontare la loro esperienza nelle Chiese locali di tutto il mondo, due discorsi hanno avuto particolare risonanza. Il primo è stato quello del cardinal Dolan. L'arcivescovo di New York ha detto che «La Chiesa Cattolica può contribuire a rendere migliore il mondo se riscopre il sacramento della penitenza. Il Concilio Vaticano II ha fatto appello a un rinnovamento del sacramento della penitenza, purtroppo e con tristezza quello che abbiamo ottenuto invece è stata la sparizione del sacramento». Un altro intervento molto interessante è stato quello dell'arcivescovo di Bruxelles Leonard, secondo il quale nella Chiesa «le donne rappresentano i due terzi dei membri complessivi, eppure molte di loro si sentono discriminate. È venuto il tempo di dire con chiarezza che, se la Chiesa non ordina sacerdoti donne, non è perchè esse siano meno capaci o meno degne, al contrario! ma solo perchè il sacerdote è un rappresentante di Cristo, venuto per sposare l'umanità». Le donne sono protagoniste della nuova evangelizzazione e monsignor Leonard ha invitato la Chiesa a «adottare gesti forti per mostrarlo con chiarezza». Ieri è intervenuto anche il primate della Chiesa anglicana Williams. Nel corso di un'intervista alla Radio Vaticana, ha definito il Concilio un evento «enormemente importante» e anche «affascinante» perchè permise di vedere le «dinamiche» della Chiesa cattolica. Oggi con il Pontefice concelebreranno i padri sinodali e alcuni dei 70 padri conciliari superstiti. In serata una fiaccolata raggiungerà piazza S. Pietro e il Papa si affaccerà per rievocare il celebre «discorso alla luna» di Giovanni XXIII.

© Copyright Il Tempo, 11 ottobre 2012 consultabile online anche qui.

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