lunedì 29 ottobre 2012

Sinodo, simpatia per il mondo. Intervista con il segretario generale, mons. Nikola Eterović (Sir)


Simpatia per il mondo

Intervista con il segretario generale, mons. Nikola Eterović

Si è conclusa ieri, con la messa celebrata dal Papa nella basilica vaticana, la XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi sulla “nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana” (Vaticano, 7-28 ottobre 2012). Durante l’omelia, Benedetto XVI ha tracciato le tre linee pastorali emerse dall’Assise sinodale: la rinascita della vita sacramentale, la missione presso quanti ancora non conoscono il messaggio di salvezza di Gesù e il rinnovato annuncio ai battezzati che si sono allontanati dalla fede. Per un primo bilancio dei lavori sinodali Vincenzo Corrado, per il Sir, ha rivolto alcune domande a mons. Nikola Eterović, segretario generale del Sinodo dei vescovi.

Eccellenza, è possibile tracciare un primo bilancio di quest’Assemblea?

“Il bilancio è del tutto positivo. In primo luogo i partecipanti all’Assemblea hanno sperimentato la cattolicità della Chiesa. All’Assise sinodale hanno partecipato vescovi, rappresentanti dell’episcopato di tutti e cinque i continenti. A essi occorre aggiungere anche i capi delle Chiese orientali cattoliche. Vi hanno preso parte anche vari uditori e uditrici, come pure esperti di varie nazionalità, lingue e culture. Essi hanno condiviso la loro esperienza personale e comunitaria della fede cristiana vissuta nelle rispettive Chiese particolari. Se ne percepiva in modo concreto l’unità della fede nella varietà arricchente delle sue espressioni. I partecipanti all’Assemblea hanno poi vissuto una squisita comunione ecclesiale. Sotto l’attenta presidenza di Benedetto XVI, capo del collegio episcopale e pastore della Chiesa universale, i vescovi e gli altri partecipanti si sentivano a casa loro, liberi di condividere le gioie e le preoccupazioni delle Chiese nei Paesi di provenienza. In un ambiente di preghiera, ascolto, dialogo e approfondita riflessione, si è sentita la presenza dello Spirito Santo, principale protagonista dell’Assemblea sinodale che ha, in definitiva, guidato i nostri lavori. Occorre tenere presente tale realtà anche per valutare in modo adeguato i documenti che i Padri sinodali hanno approvato. Pur essendo importanti, essi non esauriscono la ricca esperienza sinodale”. 

La “nuova evangelizzazione” è stata “analizzata” da diversi punti di vista. Quali sono stati i temi maggiormente sottolineati?

“‘Il rinnovamento spirituale dei cristiani e della Chiesa’. Tutti siamo invitati alla santità. Tutti dobbiamo pertanto convertirci per diventare autentici discepoli del Signore. I veri evangelizzatori sono i santi. Essi sapranno trovare linguaggi adeguati per annunciare Gesù Cristo e il suo Vangelo all’uomo contemporaneo. I Padri sinodali hanno sottolineato il ruolo fondamentale della ‘famiglia cristiana’ nella trasmissione della fede. È stato poi messo in luce il ruolo essenziale della ‘parrocchia’ nella vita ecclesiale. Insieme con metodi tradizionali della pastorale, sempre validi, occorre promuovere anche una sana creatività per cercare di avvicinare a Gesù Cristo e alla sua Chiesa le persone battezzate che però non vivono le esigenze della loro fede. La vita autentica dei cristiani dovrebbe attirare anche loro alle rispettive comunità perché possano riscoprire la gioia di essere cristiani a livello personale, familiare e sociale”. 

Che significato ha avuto la presenza di delegati fraterni al Sinodo?

“La loro presenza ha sottolineato la dimensione ecumenica dell’Assise. Per la prima volta a un Sinodo dei vescovi della Chiesa cattolica hanno partecipato due capi delle Chiese e Comunità ecclesiali che non sono in piena unione con la Chiesa cattolica: Sua Santità Bartolomeo I, arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico, e Sua Grazia Rowan Douglas Williams, arcivescovo di Canterbury e Primate di tutta l’Inghilterra e della Comunione anglicana. Inoltre hanno partecipato 15 delegati fraterni. L’evangelizzazione impegna tutti i cristiani. La loro maggiore fedeltà a Gesù Cristo e, dunque, la loro maggiore unità favorirà notevolmente l’impegno urgente della nuova evangelizzazione del mondo contemporaneo”. 

Al Sinodo ha partecipato anche Werner Arber, presidente della Pontificia Accademia delle scienze.
“Il dott. Werner Arber è anche professore di microbiologia nel Biozentrum dell’Università di Basilea (Svizzera) e vincitore del Premio Nobel per la medicina del 1978. Egli ha parlato del rapporto tra scienza e fede, indicando la complementarità tra la ragione e la fede, due campi distinti ma per niente in contraddizione, anzi essi si completano se intesi bene, secondo la specificità di ognuno. Il rapporto tra fede e ragione è un tema importante della nuova evangelizzazione”. 

Si è parlato molto anche di globalizzazione, secolarizzazione, migrazioni, ateismo, crisi della politica...

“È il nostro mondo, l’ambiente in cui i cristiani vivono, con aspetti positivi e altri problematici e talvolta avversi. Nelle riflessioni sinodali è prevalso un senso positivo, di simpatia nei riguardi dell’uomo e del mondo contemporaneo, ovviamente senza nascondere aspetti non accettabili se sono contrari ai valori cristiani. I cristiani sono chiamati, soprattutto i laici, ad animare la società secondo le indicazioni del Vangelo e con la forza della grazia dello Spirito Santo, dono del Signore risorto. Per questo devono essere adeguatamente formati. Alla preparazione professionale, devono unire anche quella spirituale e in qualche modo teologica. Per impegnarsi nel campo sociale e politico devono inoltre conoscere sufficientemente la dottrina sociale della Chiesa”. 

Nel “Messaggio al popolo di Dio”, sintesi dei lavori sinodali, viene sottolineato che “la Chiesa è viva e affronta con il coraggio della fede e la testimonianza di tanti suoi figli le sfide poste dalla storia”. Quali prospettive per il futuro? 

“Il Messaggio rispecchia le riflessioni sinodali su vari aspetti della vita ecclesiale e sociale. Tutti coloro che hanno partecipato ai lavori sinodali hanno tante ragioni per ringraziare il Signore per la vitalità della Chiesa nel mondo intero, percorrendo spiritualmente la ‘geografia ecclesiale’ dell’orbe. Il Santo Padre, per esempio, ha ricordato la rinascita della Chiesa in Cambogia e in Norvegia. Sono state poi presentate le situazioni in cui i cristiani, par vari motivi, si trovano in difficoltà: in Siria, in Nigeria, nel Mali, ad Haiti, nella Repubblica Democratica del Congo. Vari Padri sinodali hanno ricordato la testimonianza dei cristiani fino al martirio in diversi Paesi. Tale realtà, però, non deve indurre al pessimismo e alla passività. Sono al contrario segni della vitalità della Chiesa. Piena di fiducia nel Signore risorto, che ha promesso di accompagnarla durante il suo pellegrinaggio terreno – ‘Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’ –, essa continua con coraggio la sua missione di evangelizzazione in tutti i Paesi”.

Quest’anno, per la prima volta, si è deciso d’indirizzare l’ultima parte del “Messaggio” alle Chiese delle diverse regioni del mondo. Perché questa scelta e quali le principali “richieste”?

“La Chiesa cattolica abbraccia tutti i popoli in tutti i continenti. Tale unità, però, si esprime nella varietà delle culture e delle situazioni sociali. Per tale motivo, la parte finale del Messaggio è indirizzata ai fedeli di ognuno dei cinque continenti. Del resto, la nuova evangelizzazione e la trasmissione della fede cristiana hanno caratteristiche proprie in ogni continente. Le loro specificità, però, arricchiscono la Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica. Si tratta, in qualche modo, di uno scambio di doni per il bene dell’intera Chiesa cattolica”.

I Padri sinodali hanno consegnato al Papa 58 “Propositiones” con preghiera di redigere un documento presentando a tutta la Chiesa i risultati del Sinodo. Nel frattempo, quali sono le attese e le scelte prioritarie per le comunità?

“I Padri sinodali sono chiamati a diffondere lo spirito dell’Assemblea sinodale in seno alle proprie Conferenze episcopali e ai Sinodi delle Chiese orientali cattoliche. Ovviamente, potranno fare ciò presentando in modo appropriato i documenti del Sinodo, soprattutto il ‘Messaggio al Popolo di Dio’ che è stato accolto unanimemente. Esso è stato tradotto nelle 5 lingue ufficiali del Sinodo dei vescovi. Molti Padri sinodali si sono impegnati per far tradurre tale documento in altre lingue, affinché i fedeli possano essere tempestivamente informati sulle riflessioni sinodali in attesa dell’Esortazione apostolica postsinodale che, a suo tempo, il Santo Padre pubblicherà. Per benevolenza del Sommo Pontefice è stata pubblicata anche una versione non ufficiale in lingua inglese delle Proposizioni approvate dai Padri sinodali. La versione originale in latino è destinata al Romano Pontefice e non sarà pubblicata”.

Un’ultima domanda: quali gli impegni futuri per la segreteria del Sinodo? 

“Occorre raccogliere e ordinare l’abbondante documentazione dell’Assise sinodale appena terminata. Prossimamente, il 26 novembre si riunirà il Consiglio ordinario della segreteria generale del Sinodo dei vescovi per cominciare la riflessione in vista della redazione dell’Esortazione apostolica postsinodale. Fra qualche mese bisognerà incominciare la preparazione della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi che dovrebbe avere luogo nel 2015, l’anno della conclusione del Concilio ecumenico Vaticano II. Inoltre, la segreteria generale deve svolgere la sua attività regolare sotto la guida del Santo Padre per promuovere l’unità e la comunione all’interno del collegio episcopale”.

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