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Mons. Toso: mondo finanzario utile al bene comune, ma va riformato
C’è bisogno di una buona finanza che sia al servizio del bene comune. Lo ha affermato mons. Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace, intervenendo a Pordenone alla manifestazione: “Ascoltare, leggere, crescere”, che ha visto tra i protagonisti anche la Libreria Editrice Vaticana. Il nostro inviato Federico Piana lo ha intervistato:
R. – Non è immaginabile una vita buona e felice per tutti senza un’economia che crea posti di lavoro, ricchezza, nuovi prodotti e servizi, allargando la frontiera delle opportunità e della libertà effettive per le persone. Per questa ragione, la Chiesa guarda al mondo dell’economia, del lavoro, dell’impresa, con uno sguardo essenzialmente positivo, come a una dimensione fondamentale della vita, come a un luogo di creatività, di passioni civili. Proprio per questo, per la Dottrina sociale della Chiesa non c’è bene comune senza un’economia al servizio del bene comune e senza imprenditori che producano buoni prodotti e servizi che innovano, creano posti di lavoro, e che pagano anche le giuste tasse.
D. - Quale finanza servirebbe alla luce di questa crisi?
R. – C’è finanza e finanza. C’è una finanza buona, c’è una finanza che è autoreferenziale, pensa prevalentemente a se stessa, e non certo si pone a servizio dell’economia reale delle imprese e delle famiglie, delle comunità locali. In effetti, noi vediamo che c’è una finanza interessata che intende trarre profitto nel più breve tempo possibile da tutto, anche dai beni collettivi come l’acqua, la salvaguardia dell’ambiente. Allora la Dottrina sociale della Chiesa invita la finanza a ritornare ad essere in tutti i suoi comparti uno strumento funzionale alla miglior produzione della ricchezza e dallo sviluppo. Bisogna evitare che l’unico motivo per l’impiego delle risorse finanziarie sia speculativo e ceda alla tentazione di ricercare solo profitto di breve termine e non anche la sostenibilità delle imprese a lungo termine.
D. - Serve la riforma del sistema monetario e finanziario mondiale secondo lei?
R. – Certo, è una cosa indispensabile. Di questo ha parlato Benedetto XVI, di questo si è interessato anche il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e si è visto che in alcune proposte c’è stato un certo ascolto. Pochi giorni fa, 11 Stati europei hanno deciso di incamminarsi verso la tassazione di alcune transazioni finanziarie. In realtà, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace propone una tassazione delle transazioni, in modo particolare di certe transazioni, per motivi di giustizia sociale. Non si riesce a capire perché gran parte del mondo economico, gran parte dell’economia reale, subiscano una forte tassazione mentre notevoli aree del mercato finanziario - in modo particolare quello che si dedica alle speculazioni finanziarie sregolate - non debba essere toccato dalla tassazione e non debba, anche questo mondo, contribuire alla realizzazione del bene comune.
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