lunedì 29 ottobre 2012

Benedetto XVI conclude l’assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi riaffermando l’urgenza della nuova evangelizzazione (O.R.)


Benedetto XVI conclude l’assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi riaffermando l’urgenza della nuova evangelizzazione

La luce che apre gli occhi dell’uomo

Appello per la solidarietà con le popolazioni di Cuba, Haiti, Giamaica e Bahamas colpite da un devastante uragano

«L’urgenza di annunciare nuovamente Cristo dove la luce della fede si è indebolita e il fuoco di Dio chiede di essere ravvivato» è stata ribadita dal Papa all’omelia della messa di chiusura del Sinodo dei vescovi, presieduta nella basilica di San Pietro domenica mattina, 28 ottobre.
Le tematiche affrontate durante le tre settimane di lavori della XIII assemblea generale hanno avuto eco nell’omelia di Benedetto XVI, incentrata sulla figura del cieco Bartimeo. Commentando la pagina evangelica di Marco, riguardante l’ultima guarigione miracolosa compiuta da Gesù prima della passione, il Papa ha spiegato come non sia casuale che si parli di una persona «i cui occhi hanno perso la luce. 
Sappiamo — ha aggiunto — che la condizione di cecità rappresenta l’uomo che ha bisogno della luce di Dio, la luce della fede, per conoscere veramente la realtà e camminare nella via della vita». Allora diventa «essenziale riconoscersi ciechi, bisognosi di questa luce, altrimenti si rimane ciechi per sempre». Dunque Bartimeo è un modello: «rappresenta l’uomo che riconosce il proprio male e grida al Signore, fiducioso di essere sanato». Tanto che «nell’incontro con Cristo, vissuto con fede», egli «riacquista la luce che aveva perduto, e con essa la pienezza della propria dignità». 
Per questo per Benedetto XVI «è significativo che mentre concludiamo l’Assemblea sinodale sulla nuova evangelizzazione, la liturgia ci proponga il Vangelo di Bartimeo». E poiché «la nuova evangelizzazione riguarda tutta la vita della Chiesa», il Pontefice ha riproposto le tre linee pastorali emerse dal Sinodo: catechesi appropriate per la preparazione ai sacramenti dell’iniziazione e della penitenza; rilancio della missione dove l’annuncio non è ancora giunto e nei Paesi di antica tradizione cristiana; dialogo, attraverso metodi e linguaggi nuovi, con le persone battezzate che però si sono allontanate dalla Chiesa. 
Di sinodo il Papa ha parlato poi all’Angelus, definendolo «un momento forte di comunione ecclesiale». Dopo la preghiera mariana, il Pontefice ha anche ricordato il devastante uragano abbattutosi su Cuba, Haiti, Giamaica e Bahamas e il terremoto in Calabria e Basilicata.

(©L'Osservatore Romano 29-30 ottobre 2012)

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