martedì 2 ottobre 2012

Aperta inchiesta sulle condizioni di carcerazione di Gabriele. La Gendarmeria: celle conformi agli standard internazionali (Izzo)

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VATICANO: APERTA INCHIESTA SU CONDIZIONI CARCERAZIONE GABRIELE 

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 2 ott. 

Nel corso di una drammatica udienza del processo che lo vede imputato per furto aggravato, il maggiordomo infedele del Papa, Paolo Gabriele, ha denunciato di aver subito condizioni inumane di carcerazione nella Caserma della Gendarmeria Vaticana, soprattutto nei primi giorni seguiti all'arresto. 
"La cella era tamente stretta che non potevo aprire le braccia, la luce era tenuta accesa 24 ore su 25 e mi e' stato negato anche un cuscino", ha dichiarato ai giudici. Il presidente del Tribunale, Giuseppe dalla Torre, ha chiesto al promotore di giustizia Nicola Picardi di aprire un fascicolo su tali corcostanze. Accogliendo l'invito del presidente, il pm ha voluto pero' precisare che "e' stato fatto il possibile per organizzare una cella piu' adeguata, che all'inizio non c'era nella caserma, anche perche' i fermati erano due, Gabriele e Sciarpelletti". 
Picardi ha aggiunto che la situazione si e' protratta "per meno di 20 giorni" e che i pasti venivano serviti al detenuto non attraverso lo spioncino. Quanto alla luce accesa 24 ore su 24 (misura che presa nelle carceri quando un detenuto e' considerato a rischio di suicidarsi) Paolo Gabriele ha fatto a mettere oggi a verbale che cio' gli ha provocato un abbassamento della vista. 
"A seguito di alcune informazioni - ha dichiarato da parte sua dopo l'udienza di oggi il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi - il promotore di giustizia ha aperto un fascicolo per verificare se vi siano stati eventuali abusi.
Ma posso fin d'ora precisare che anche la cella piu' piccola nella quale era stato rinchiuso il detenuto rispettava gli standard internazionali. E che dagli atti risulta che sono stati presi ben 39 provvedimenti in favore della condizione del detenuto, con visite mediche, colloqui con i familiari e il confessore". "Che si descriva ora una situazione apparentemente inumana, appare - ha osservato Lombardi - un po' strano, ma ora lo vedranno i magistrati. E' chiaro che l'inchiesta riguardera' le condizioni di carcerazioni ma anche eventuali accuse non fondate".


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VATICANO: GENDARMERIA, CELLE CONFORMI A STANDARD INTERNAZIONALI


Salvatore Izzo


(AGI) - CdV, 2 ott. 

"Paolo Gabriele al momento del suo arresto e' stato custodito in una cella di isolamento presso la Caserma della Gendarmeria Vaticana. Detta cella di custodia segue gli standard di detenzione previsti anche per altri Paesi, per situazioni analoghe". Lo precisa un comunicato della Gendarmeria Vaticana. "Circa l'asserita presenza di luce nelle ventiquattro ore, si rappresenta - afferma la nota - che la stessa e' rimasta accesa per evitare eventuali atti autolesionistici dell'imputato e per esigenze di sicurezza. Lo stesso detenuto, nei giorni a venire, ha chiesto che la medesima luce rimanesse accesa durante la notte perche' la riteneva di compagnia". "Allo stesso detenuto - inoltre - sin dall'inizio e' stata fornita anche una mascherina notturna che gli consentisse il piu' completo oscuramento".
La nota precisa anche che "al detenuto sono stati dati i completi di biancheria e cuscino, costantemente rinnovati. Senza mai essere disturbato veniva infine discretamente controllato nel corso delle ore notturne e per qualunque necessita' poteva contare sull'immediata assistenza essendo la cella provvista di idoneo citofono collegato con la Sala Operativa. I suoi principali diritti, anche riguardo l'intimita', non sono mai stati violati".
"Durante il suo trattamento detentivo - si legge ancora - il detenuto, secondo gli standard previsti, ha usufruito quotidianamente di pasti completi consumati in compagnia dei Gendarmi che lo avevano in custodia, dell'ora d'aria, di momenti di relax e di socializzazione (con personale del Corpo della Gendarmeria, con il quale per evidenti motivi esistevano rapporti di pregressa amicizia e conoscenza); avrebbe potuto usufruire della palestra del Corpo della Gendarmeria (cosa dallo stesso rifiutata), e' stato sottoposto continuamente a visita medica da parte di un sanitario, all'uopo designato, della Direzione di Sanita' ed Igiene del Governatorato (come risulta da apposito registro sanitario), dichiarando altresi' al sanitario di riposare serenamente ed addirittura di aver risolto alcuni problemi di carattere nervoso; ha avuto costanti contatti, soprattutto anche nei primissimi giorni, con Assistenti spirituali, ha potuto partecipare alla messa con la famiglia, ha altresi' usufruito di colloqui senza limiti di orario secondo l'autorizzazione dell'Autorita' Giudiziaria con i propri familiari ed infine di incontri con i propri legali, tutto nel massimo rispetto della persona".
"Piu' volte - racconta il comunicato - l'imputato ha richiesto di incontrare il Comandante del Corpo per una parola di conforto. A Gabriele infatti, per i predetti motivi di legame preesistente, sono state concesse una serie di particolari attenzioni per far si' che potesse trascorrere questo periodo nella maniera piu' serena possibile". "Dopo circa 20 giorni, finiti i lavori di ristrutturazione, Paolo Gabriele e' stato trasferito - infine - nella nuova cella".
A seguito delle dichiarazioni rese nel corso del dibattimento nella mattinata odierna il Promotore di Giustizia ha aperto la procedura n. 53/12 al fine di verificare la verita' o meno delle accuse mosse dal Gabriele. "Nel caso esse dovessero risultare infondate egli - conclude il comunicato - potrebbe essere passibile di una controdenuncia".


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