Papa: si parla molto della Chiesa di Roma, speriamo che si parli anche della nostra fede
In visita al Seminario maggiore di Roma, Benedetto XVI sottolinea come il cristiano non deve "conformarsi" a poteri come la finanza, che "deve quasi essere adorata" e i media che rischiano di trasformare il mondo virtuale in realtà.
Città del Vaticano (AsiaNews)
"Anche oggi si parla molto della Chiesa di Roma, di tante cose, speriamo che si parli anche della nostra fede, della fede esemplare della Chiesa di Roma".
La frase è stata detta ieri sera da Benedetto XVI nel corso della visita che ha compiuto al Pontificio seminario romano maggiore, dove si è anche trattenuto a cena.
Prima, il Papa aveva commentato un passo della Lettera ai romani, là dove san Paolo invita a non conformarsi a questo mondo, a lasciarsi trasformare per poter discernere la volontà di Dio. In proposito ha indicato il potere che oggi hanno la finanze e i mezzi di comunicazione sociale. "Il mondo della finanzia - ha detto - non rappresenta più uno strumento per favorire il benessere, per favorire la vita dell'uomo, ma diventa un potere che lo opprime, che deve essere quasi adorato, mammona, la vera divinità falsa che domina il mondo. Contro questo conformismo della sottomissione a questo potere, siamo non conformisti: non l'avere conta, ma l'essere conta! Non sottomettiamo a questo, usiamolo come mezzo, ma con la libertà dei figli di Dio".
E spesso l'informazione non sempre riferisce ciò che viene detto o scritto, cosicché il mondo virtuale rischia di diventare più importante di quello reale. In questo quadro, "il non conformismo del cristiano ci redime, ci restituisce alla verità. E preghiamo il Signore perché ci aiuti ad essere uomini liberi in questo non conformismo che non è contro il mondo, ma è il vero amore del mondo".
Sono concetti che si pongono su quella "riscoperta" dello spirituale che segna il pontificato di Benedetto XVI, con la continua sottolineature dell'amore di Dio e la spinta sui cristiani e la stessa Chiesa e far propria la parola di Dio. E' in questo cammino l'ormai non lontano inizio dell'Anno della fede. E' un pensiero che l'allora cardinale Ratzinger espresse chiaramente nel corso del Sinodo del 2001, quando aveva parlato di una auto-secolarizzazione dei vescovi, di una distrazione dei vescovi e della Chiesa verso i problemi interni, "mentre il mondo ha sete di Dio".
Coerente con questa che è la linea guida del pontificato c'è la volontà di fare di pulizia e trasparenza un carattere della vita e delle istituzioni della Chiesa. "Quanta sporcizia c'è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui!", scriveva nel 2005, nelle meditazioni per la Vua Crucis.
Divenuto papa quello stesso anno, Benedetto XVI ha voluto la scelta del rigore nella lotta contro gli abusi sessuali sui minori, che ormai vede la Chiesa cattolica come l'istituzione mondiale forse più attenta su tale dolorosa questione. In tutt'altro settore, ma nella stessa logica, la normativa, in via di completa realizzazione per l'ammissione della Sanat Sede nella "white list" degli Stati che hanno i più alti standard al mondo di trasparenza finanziaria.
Ma di tutto questo l'eco sui media è trascurabile: grande spazio trovano invece farneticanti complotti per l'uccisione del Papa, fughe di notizie e diatribe tra ecclesiastici.
"Speriamo che si parli anche della nostra fede, della fede esemplare della Chiesa di Roma". (FP)
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