GOVERNO: BAGNASCO, PRENDE DECISIONI RINVIATE DA TROPPO TEMPO
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 12 feb.
"Il governo Monti e' un esecutivo di buona volonta' e riconosciuta competenza che e' chiamato a sbrogliare una matassa che e' andata complicandosi e richiede, in mezzo a una piu' generale crisi economica, di assumere decisioni rinviate per troppo tempo". Lo afferma il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, in un'intervista al quotidiano La Stampa. Il porporato due mesi fa si disse disponibile a una revisione delle norme esistenti sull'Ici conferma nell'intervista che "la Chiesa non cerca per se' privilegi e non reclama trattamenti di favore". Per il cardinale Bagnasco, in sostanza, "il Governo unilateralmente, dato che si tratta di materia che attiene alla sua responsabilita'", puo' apportare dei chiarimenti alle formule oggi in vigore" che i vescovi valuteranno "con attenzione e senso di responsabilita'". In ogni caso l'esenzione, afferma, merita di essere mantenuta "non solo nel caso della Chiesa, ma anche di tutta una serie di realta' no profit, delle quali si e' riconosciuto l'effettivo servizio reso alla societa'". In merito, il porporato aggiunge che "non saranno certo i polveroni mediatici a risolvere i problemi di un'emergenza che ormai fa capolino dentro fasce sociali una volta garantite".
Riguardo alle esenzioni concesse alla Chiesa (e a tutto il mondo 'no profit') per il presidente della Cei, "resta un fatto che e' documentabile: se nel giro di pochi anni sono aumentate dell'80 per cento le richieste di aiuto nei piu' vari settori vuol dire che la Chiesa risponde concretamente a bisogni diffusi dove non arriva nessuno. Se i centri di ascolto distribuiscono piu' vestiti, se le mense Caritas sfornano piu' pasti caldi, se in fondi anti-usura moltiplicano gli interventi, una ragione ci sara'". Nell'intervista, Bagnasco conferma anche il favore della Chiesa alla revisione delle norme sulla cittadinanza per gli immigrati. "Lo ius sanguinis - spiega - non e' piu' sufficiente a registrare i cambiamenti in atto sotto gli occhi di tutti. Emerge qui il problema di tanti bambini di immigrati che sono nati sul nostro suolo e che frequentano la scuola fianco a fianco dei nostri bambini, avviati nell'unico sentiero della vita". "Naturalmente - avverte - questo non deve rallentare l'attenzione nei riguardi del processo di integrazione che e' culturale e richiede anche di risvegliare la nostra identita' tenendo conto che il nostro Paese ha una storia plurisecolare, con un innegabile riferimento cristiano cosi' radicato che alcuni lo danno quasi per scontato". Quanto all'ipotesi di una nuova aggregazione politica di matrice cattolica, per il cardinale, "in questa fase delicata la Chiesa, che evidentemente non e' un 'agente politico', ha da mettere in campo la sua esperienza in fatto di umanita' per riportare al centro la questione antropologica che oggi tocca l'etica della vita e quindi quella sociale. Le aggregazioni partitiche non rientrano nelle preoccupazioni della Chiesa e sono il frutto del libero dibattito democratico che deve portare a servire il diritto e a combattere l'ingiustizia".
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NAVE AFFONDATA: BAGNASCO, DOVEROSO CERCARE VERITA' E GIUSTIZIA
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 12 feb.
Una invocazione accorata, pronunciata dal cardinale Angelo Bagnasco, affinche' "la luce del Signore aiuti a fare verita' e giustizia, a sanare le ferite, a rafforzare la fiducia e, insieme, il coraggio per il futuro come "e' possibile e doveroso", ha concluso la celebrazione in suffragio per le vittime della Costa Concordia. "La nostra preghiera - ha detto il presidente della Cei - si eleva al Signore per le vittime della Nave Concordia, recentemente arenata sugli scogli dell'isola del Giglio. Affidiamo le loro anime immortali alla misericordia di Dio perche' le accolga nella luce che non tramonta, e preghiamo per i dispersi, per i naufraghi di quella tragedia, per i familiari di tutti, affinche' la forza e la consolazione dello Spirito stemperi i tragici ricordi e ritorni presto la serenita' della vita".
Nella sua riflessione, il cardinale Bagnasco ha preso spunto dal Vangelo di oggi che racconta la guarigione di un lebbroso, nel quale, ha osservato, "e' facile vedere in contro luce ciascuno di noi: si', perche' se siamo sinceri con noi stessi, riconosciamo che tutti siamo un poco malati. Distorsioni concettuali, schematismi manichei, pregiudizi ostinati, ferite antiche e nuove, ci rendono poco o tanto come il lebbroso bisognoso del medico, quello dell'anima". "Non si tratta - ha sottolineato il presidente della Cei - solo delle circostanze infelici o difficili che punteggiamo il cammino di ognuno, ma della condizione di universale fragilita' che e' l'impasto stesso dell'essere umano e del cosmo, la sua costitutiva finitezza, l'impossibilita' di essere fine a se stessi e bastevoli per la propria felicita'".
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NAVE AFFONDATA: BAGNASCO,GRATITUIDINE A ISOLA GIGLIO E VOLONTARI
Salvatore Izzo
(AGI) - CdV, 12 feb.
Prendendo la parola al termine della celebrazione in suffragio delle vittime della Costa Crociera, il presidente della Cei Angelo Bagnasco ha voluto rendere omaggio a quanti si sono comportati in modo eroico in questa vicenda. "Nel momento in cui l?intera Nazione fa pubblica memoria, e si stringe nella fede a quanti sono segnati dalla sciagura, non vogliamo dimenticare - ha detto - coloro, persone e istituzioni, che hanno fatto il proprio dovere in modo ammirevole per competenza e dedizione, e i molti volontari che, come sempre nelle circostanze del maggiore bisogno, si sono prontamente offerti e prodigati per concorrere all' urgente soccorso". "Tra questi - ha scandito il cardinale - in prima fila, gli abitanti dell'Isola del Giglio. A tutti l'Italia guarda con stima e gratitudine: in loro riconosciamo l'anima profonda del nostro popolo, ricco di intelligenza e di cuore, sempre capace di grandi cose senza perdersi d'animo".
"Il Vangelo - ha detto ancora Bagnasco rivolgendosi al presidente della Repubblica, alle autorita' e ai familiari delle vittime - ci ricorda l'affascinante paradosso umano che si intreccia di nobilta' e di miseria, di forza e di debolezza, di temporalita' e di tensione all'eterno, di vita e di morte". "Cari Fratelli e Sorelle - ha poi concluso - siamo qui per pregare per quanti sono segnati dalla sciagura; ma anche per riflettere e diventare piu' pensosi circa l' umana condizione, la nostra finitezza, e cosi' crescere nella sapienza del cuore e della vita. Il Signore Gesu' tocchi l'anima di tutti e, mentre conforta i tribolati, ci doni la sua luce".
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