martedì 10 luglio 2012

Programma beethoveniano al concerto per il Papa diretto da Daniel Barenboim a Castel Gandolfo (Pulcini)


Su segnalazione di Laura leggiamo:


Programma beethoveniano al concerto per il Papa diretto da Daniel Barenboim a Castel Gandolfo


La musica si spiega da sola


Con la «Pastorale» un lungo viaggio nei sentimenti suscitati dalla natura
  
Franco Pulcini


Mercoledì 11 luglio, festa di san Benedetto abate, patrono d’Europa, la West-Eastern Divan Orchestra diretta da Daniel Barenboim offre un concerto in onore di Benedetto XVI nel cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. In programma le sinfonie Sesta e Quinta di Ludwig van Beethoven. Anticipiamo stralci del programma di sala.
L'atto di comporre è guidato da una mente invasa da suoni, pensieri, immagini. Ogni grande pagina è figlia di esperienze, passioni, visioni. E riassume emozioni legate a fatti della vita dell'autore. I musicisti sanno però che le opere devono essere autonome; devono sapersi staccare dal groviglio degli stimoli iniziali. Il loro compito è diverso: evocarne altri nell'ascoltatore, magari non dissimili dagli originali, ma senza dover coincidere con l'esperienza emotiva dell'autore.
Beethoven avrebbe considerato un vizio artistico scrivere opere che, per essere comprese, avessero avuto bisogno del supporto di immagini o di situazioni puntualmente descritte. La musica doveva spiegarsi da sola.
L'ascoltatore però, dal lato suo, si sente più sicuro nel sentirsi orientata l'emotività da qualche indicazione. E Beethoven passò la vita a subire interrogazioni sui significati delle singole opere, costretto dagli editori a dare titoli esplicativi a lavori che in origine non l'avevano: "Patetica", "Appassionata", "Al chiaro di luna" e così via. Alcuni autori romantici cederanno a questa richiesta; Wagner vi fonderà la sua rivoluzione; ma il nostro autore — possente baluardo classico alla "musica a programma" passata, presente e futura — cercò sempre di tenere duro.
Anche per questo motivo, quando scrisse la "Pastorale" — unica sua sinfonia i cui singoli movimenti concedono all'ascoltatore il comodo supporto di immagini — pur accontentando pubblico ed editori, Beethoven ammonì sul manoscritto: «Sinfonia Pastorella. Sinfonia Pastorale o ricordi della vita in campagna (piuttosto espressione del sentimento che pittura)».
Come dire: non interpretate la "Pastorale" come una settecentesca descrizione della natura, ma ascoltatela come un lungo viaggio nei sentimenti suscitati dalla natura nell'animo umano. Eppure c'è anche qualcosa di settecentesco nel suo modo delicato di porgere la natura. Beethoven resta lontano dalla natura fosca e rannuvolata che il romanticismo erediterà dallo Sturm und Drang. Preferisce esprimerla come il luogo in cui l'uomo ritrova il meglio di sé. E lecito trovare di gusto arcadico tale idealizzazione del mondo dei pastori. Nella Vienna colonizzata dalla poesia di Metastasio l'Arcadia aveva una sua tradizione, anche musicale, ben nota al compositore. E però anche vero che il tema dei pastori e delle pastorelle è da sempre caro alla musica profana, fin dall'età dei Trovatori.

(©L'Osservatore Romano 11 luglio 2012)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Telepace e TV2000 trasmettono la diretta dell'evento dalle 18.
Alessia